Le parti sottolineate evidenziano passaggi rilevanti per tutti i cittadini.
Ora l'ospedale vuole impedire ai genitori di nutrire il piccolo e somministrargli ossigeno.Mentre alla Corte di Londra, ancora una volta, si combatte contro la volontà dell’ospedale e della burocrazia britannica di sopprimere Alfie Evans, e mentre
emergono dettagli inquietanti che portano a pensare che l’Alder Hey Hospital voglia nascondere qualcosa, come si evince da questo video (v. in basso con trascrizione) della Nuova Bussola Quotidiana, dalla Polonia giunge una testimonianza importante. La dottoressa che ha visitato Alfie afferma:
“
Non ci sono segni di danni al tronco encefalico nel test di risonanza cerebrale. Ciò conferma che il bambino non è in uno stato terminale ha detto il dottore Izabela Pałgan di Bydgoszcz in una conversazione con Radio Wnet, che ha aiutato i genitori di Alfie.
Il dottor Płongan, su richiesta dei suoi genitori, si occupava del piccolo Alfie.
“
Le persone che sostenevano questa famiglia stavano cercando altri medici che avrebbero potuto esaminare Alfie perché non erano del tutto d'accordo con le opinioni dei medici a Liverpool. I genitori di Alfie mi hanno chiesto se potevo vedere il bambino e valutare le sue condizioni”.
Il medico spiega in quale stato Alfie era nel momento in cui i medici britannici decisero di rivolgersi al tribunale per ottenere il permesso di staccare il bambino dall'apparato.
I medici dell'ospedale di Liverpool hanno chiesto al tribunale di consentire al bambino di essere separato dall'attrezzatura medica, poiché il motivo è che sarà nel miglior interesse del bambino. “
Il bambino non è un bambino morente. Questo non è uno stato di morte cerebrale. Il bambino reagisce alla voce di suo padre, periodicamente apre gli occhi, stringe la bocca quando somministra la tettarella. I genitori dicono che si mette in contatto con loro. Quando gli parlano, sentono che il bambino prova emozioni. Certamente non un bambino morente. In Polonia e in altri paesi europei, questi bambini sono coperti da cure palliative, a casa o in hospice”.
I medici dell’Alder Hey Hospital erano convinti che Alfie sarebbe morto poco dopo il distacco degli apparecchi. Così non è; ormai da oltre due giorni, e questa sola evidenza sarebbe sufficiente, in un Paese civile, e in un apparato statale che non si voglia arroccare nella difesa di un malinteso orgoglio nazionale e di casta, a ridare libertà di azione e spostamento ai genitori e al bambino. Mentre scriviamo non sappiamo ancora come si concluderà l’udienza; ma sia Il giudice Lord McFarlane che il giudice Lady King hanno detto che
l’unico elemento è il miglior interesse del bambino [mi ricorda certe sentenze sull'affido]; il che ormai nel gergo di questa vicenda può essere tradotto come: sopprimiamolo. E che “tutto quello che potrebbe fargli apprezzare la vita, anche il semplice tocco di sua madre, è stato distrutto irrevocabilmente”. Il che è tutto da dimostrare.
Ma il problema vero è che il caso di Alfie
non è un caso privato: è un problema di Stato, in gran Bretagna, e di conseguenza anche da noi. Dove si sono mobilitati personaggi letterari e politici come la Marzano, e giudici – anch’essi politicamente ben identificabili – come Zagrebelsky per riaffermare il diritto delle autorità statali, medici o giudici, a decidere il diritto di vita o di morte sui singoli.
Non a caso il giudice Lord Mc Farlane ha detto all’
avvocato Paul Diamond, legale di Tom: “Il suo cliente ha preteso di portare avanti una denuncia verso tre dottori accusati di delitto come cospirazione per uccidere. Quelle denunce sono state notificate ai dottori e adesso lei dice che non c’è ostilità verso il National Health Service”. Ed è proprio questo delitto di lesa maestà, del socialistico National Health Service, con il suo milione e mezzo di dipendenti, che rende densa di ostacoli la via verso la speranza per Alfie.
Chi ne è in grado può leggere questa analisi spassionata e acuta.
Ne traduciamo una parte: “…Quando una nazione vota per un sistema di cura socialista vuole dire che è d’accordo nel permettere che
il governo tratti le loro vite come algoritmi. Quando
la linea di fondo è misurata in dollari piuttosto che in vite, il rischio che una società corre è illustrato in casi come quelli di Alfie. Il NHS semplicemente non può permettersi la prospettiva estremamente costosa di tenere in vita un bambino che non vivrà molto più a lungo a causa di una malattia incurabile…È crudele, ma logico, il risultato inevitabile di un sistema in cui c’è un solo pagatore”.
Quello che non sembra logico, e quasi incomprensibile, è la decisione di non permettere che Alfi possa essere curato altrove, a spese di altri. Ma l’articolista ricorda l’intervista di un ingegnere che aveva costruito il Muro di Berlino, e che lo difendeva (dopo la caduta), dicendo che era necessario, perché se no troppi sarebbero fuggiti, e non sarebbe stato possibile costruire il socialismo. “Questo è esattamente il punto nella decisione del NHS e dei tribunali di impedire ai loro liberi cittadini di lasciare il Paese. Se a loro è permesso di sfuggire alle conseguenze laceranti del socialismo, altri vorranno fare lo stesso. E come può un sistema socialista funzionare senza la cooperazione di tutti? E come fai a obbligare la gente a partecipare a quel sistema socialista quando scoprono che il sistema può uccidere loro, o le persone amate? Costruisci un muro. La Gran Bretagna non ha ancora costruito un muro per tenere dentro i suoi cittadini dentro, ma i tribunali ne hanno costruito uno con la legge…La Gran Bretagna non può tollerare la defezione di quelli che potrebbero trovare altrove cure migliori”.
E infatti il leader dell’UKIP, Gerard Batten ha detto che “
Alfie Evans dovrebbe avere un diritto alla vita, e non il dovere di morire per ordine dello Stato. Questo giudizio del tribunale e la decisione medica sono come la porta verso il totalitarismo.
Lo Stato non ha il diritto di dire ai genitori: non avrete indietro il vostro bambino neanche per una cura alternativa, finché non siamo sicuri che sia morto”.
E Alfie è cittadino italiano. Un elemento che è stato ricordato durante l'udienza a Londra. Il Centro Studi Rosario Livatino, formato da magistrati, docenti universitari e avvocati, ha reso pubblico questo comunicato:
La decisione del Consiglio dei ministri di ieri di riconoscere la cittadinanza italiana al piccolo Alfie è un gesto di coraggio e di civiltà. Ora si tratta di fare in modo che non resti un pur importante passo politico, producendo le auspicate ricadute giuridiche. I dati certi della vicenda sono che:
1. nei confronti di Alfie i genitori non invocano alcun “overtreatment” (o, come si dice impropriamente, accanimento terapeutico), bensì il mantenimento vitale attraverso supporti tecnici. Ciò accade ovunque vi sia un disabile grave, che
non può essere ucciso o lasciato morire solo perché disabile e solo perché rappresenta un costo per il sistema sanitario;2.
se il Regno Unito non intende garantire tale mantenimento, Alfie - attraverso i suoi genitori - ha il diritto di recarsi altrove, e in particolare nello Stato di cui è diventato cittadino per fruire del trattamento. Lo tutelano in tal senso gli articoli 2 della Convenzione EDU, 56 del Trattato sul funzionamento dell’UE, 2 13 e 32 della Costituzione;
3.
né Alfie né i suoi genitori hanno commesso reati per i quali possa loro essere interdetta con atto del giudice alcuna libertà, e in particolare la libertà di circolazione.
Poiché è immaginabile che il Governo italiano non intenda limitarsi al gesto simbolico, ma punti a conseguire il risultato, le norme sui poteri dell’autorità consolare italiana, contenute nel decreto legislativo n. 71/2011 - che recepisce decisioni comunitarie - offrono delle possibilità al riguardo. Soprattutto
permettono, in caso di pervicace diniego da parte dei giudici inglesi, di ricorrere con urgenza alla Corte di Giustizia europea: la cui pronuncia nel caso specifico potrebbe salvare la vita ad Alfie evitando diatribe diplomatiche fra Stati amici. Tutti gli italiani di buon senso vorrebbero estendere l’apprezzamento sincero manifestato sul punto verso il Governo italiano al raggiungimento dell’obiettivo di far vivere un bambino.
..Parlando di benessere (well being),
-Sta ancora respirando, giusto?
-Sta respirando, sì
- Il suo benessere è in Italia, Avrebbe dovuto essere in Italia già l’altra settimana. Ma lo stanno bloccando
-
Se è brain-dead perché non cessano di funzionare tutti gli organi? Perché non è su .... Test ?- Perché è in grado di fare pipì
- Non posso dire nulla perché mi metterebbe nei guai, vista la mia posizione.
Personalmente credo che questo ospedale stia coprendo qualcosa, qualcosa di veramente grosso- Sicuramente…
-
Tutti lo pensano-
Certamente stanno nascondendo qualcosa-Shh
- Ci deve essere qualcosa che possiamo fare, abbiamo i numeri…
-
Ma poi se la prendono con Thomas e Kate- Comunque non può andare peggio.
-
Se la cosa viene fuori non gli fanno più vedere il figlio. E questo non è giusto.
- Io so esattamente come si sente (Thomas), capisci?
- Non poter vedere il proprio figlio..
- Hai mai visto niente di simile prima finire bene?
- No. Anche quello di Charlie Gard… (xxx)
- Questa è la tua opinione personale
- Io sono chi sono, non posso parlarne ovviamente.
Ho figli a casa a cui dar da mangiare (è lo stesso che ha detto che stanno coprendo qualcosa e che parla di Charlie Gard)
- Sappiamo chi sei
- Noi capiamo perché la polizia sta facendo quello che fa, tutti abbiamo un lavoro da fare
-
Ci sono 90 poliziotti- 90 poliziotti?
- Sai la vecchia Huyton Police station? Non ti ho detto questo. Ci sono sessanta solo da lì
- Però noi abbiamo i numeri…
- Penso che
la presenza della polizia peggiora molto la situazione. E’ intimidatorio. Devi vedere dentro, sono dappertutto- Questa è l’ultima cosa che Tom vuole, essere arrestato