Dialoghi > Verso una Nuova Alleanza
Andare oltre il mito della purezza
Utente cancellato:
(lungo e filosofico)
http://www.divenire.org/sito/oltreilmitodellapurezza.html
Animus:
Lungo, ma bello.
Concordo in toto con la maggior parte dei concetti espressi.
Cio' su cu non corcordo, perchè la vedo come una forzatura, è quella di legare i concetti, ripeto giusti della "immondezza della purezza", ed ovviamente il cristianesimo ...bla bla bla, con la concezione antropocentrica ("L’idea di purezza è il vero fulcro del pensiero antropocentrico"), pensiero che nasce con Protagora ("L'uomo è misura di tutte le cose...") dato che secondo me invece, questo concetto nasce con Parmenide, e sviluppato/ampliato poi dai filosofi successivi (Aristotele, Plotino, e ovviamente anche Platone).
E' con Parmenide, antecedente a Protagora, e quasi contemporaneo di Eraclito, che "l'alterità" diventa il nemico (di fatto per Parmenide, l'altra parte "non esiste"), ed il mito della purezza non è che una conseguenza della concezione parmenidea.
Del resto basta leggere un po' la concezione del mondo di questo notevole pensatore, per averne la conferma:
http://it.wikipedia.org/wiki/Parmenide#L.27Essere
Purtroppo, l'Occidente, è figlio di Parmenide, e come avevo già evidenziato, se avesse invece seguito la dottrina di Eraclito, si sarebbe evoluto in una direzione completamente diversa-> Duale.
Invece....
Animus:
--- Citazione da: Animus - Maggio 24, 2010, 10:54:36 am ---Cio' su cu non corcordo, perchè la vedo come una forzatura, è quella di legare i concetti, ripeto giusti della "immondezza della purezza", con la concezione antropocentrica
--- Termina citazione ---
Quello che voglio dire, ragazzi, è che l'uomo (come umano, non come maschio) deve essere per forza misura di tutte le cose, chi/cosa volete che sia? Non puo' mica essere diversamente.
E' ovvio che anche qui si crea una dicotomia umano/non umano (Uomo/Natura), che infatti il testo riprende, ma è sull'aspetto della coscienza che l'alternativa anti-antropocentrica risulta irrealizzabile, ovvero, una volta che la coscienza coglie l'istanza , la forza ed il primato del Sè (il principio psicologico di individuazione, anch'esso di origine greca, "Conosci te stesso") e percepisce la Natura come qualcosa di distaccato, come alterità, non c'è mica maniera di tornare indietro, e questo semplicemente perchè la conoscenza è un processo irreversibile....
Quello che si puo' e si dovrebbe fare, a questo punto, a questo stadio della coscienza/conoscenza, è abbracciare concezioni opposte a quelle fondanti dell'Occidente (in primis logiche, tipo la massima del Buddha "di ogni verità anche il contrario è vero", che vuol dire che l'opposto non è nulla/falso, come invece ci insegna il principio aristotelico di non contraddizione, ma è anch'esso vero/esistente) ed il rifiuto del fondamentalismo antropocentrico.... e religioso (ma solo il fondamentalismo, non l'antropocentrismo e la religione): "E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra»"
;)
Animus:
--- Citazione da: Animus - Maggio 24, 2010, 10:54:36 am ---Purtroppo, l'Occidente, è figlio di Parmenide, e come avevo già evidenziato, se avesse invece seguito la dottrina di Eraclito, si sarebbe evoluto in una direzione completamente diversa-> Duale.
--- Termina citazione ---
Una precisazione necessaria.
L'Occidente è sì duale, ma duale in che senso?
Si Deus est, unde malum?
(se Dio c'è, da dove viene il male?)
Ecco che l'altro, l'opposto, è la negazione, dunque se da una parte c'è il bene (e non solo c'è, ma c'è tutto e solo il bene), dall'altra c'è il male (e non solo c'è, ma c'è tutto e solo il male).
Il dualismo occientale insomma è opposizione degli opposti, non complementarietà degli opposti, e l'altro non esiste in quanto soggetto a sè, ma solo (come dice giustamente il testo proposto da bhishma) come negazione netta dell'altra parte:
La dicotomia si basa su alcuni presupposti: a) che vi sia una discrezione tra i due termini, un vero e proprio salto quantico a separare gli enti e a determinare una soluzione di continuità; b) che vi sia una traiettoria divergente dei due termini fino a renderli oppositivi in modo tale che reciprocamente possano fungere da sfondo; c) che non vi sia una terza possibilità, distinta-diversa rispetto ai due termini o intermedia tra i due termini, con il rischio di compromettere la chiarezza dell’antinomia tra i due termini. Il pensiero dicotomico porta a polarizzare i due termini, vale a dire a considerare maggiormente rappresentative del termine le sue espressioni divergenti rispetto a quelle del controtermine.
...
con potatura di tutte le situazioni di contiguità o anche solo di vicinanza e parallelamente enfatizzazione delle differenze. La dicotomia produce due domini di validità tali per cui mentre per un termine vale il parametro o la norma x per il controtermine vale il parametro o la norma y, dove vige il dettato della corrispondenza: a ogni qualità di un termine corrisponde un predicato speculare del controtermine. I rami della dicotomia fanno emergere due categorie pure, facilmente riconoscibili attraverso l’operazione separativa e oppositiva, con annichilimento della diversità popolazionale.
Insomma il difetto non è nel fatto che ci sia il dualismo non ci sia il dualismo, ma è nella maniera in cui il dualismo è concepito (grazie appunto a Parmenide e colui che successivamente lo ha razionalizzato/fatto logica, Aristotele).
E' chiaro?
Ora, è chiaro che cosa sia la purezza.
L'eliminazione di tutte le impurità.
(vedere allegato)
Utente cancellato:
concordo: l' uomo è misura di tutte le cose.
a tangente del discorso sui dualismi come concepiti in occidente e conseguente logica, inserisco qualche link su alcune tendenze moderne del pensiero occidentale:
http://it.wikipedia.org/wiki/Logica_fuzzy
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_gatto_di_Schr%C3%B6dinger
http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_incompletezza_di_G%C3%B6del
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