Autore Topic: Cosa ci insegna il #gamergate sui maschi femministi?  (Letto 1609 volte)

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Offline catoblepa

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Cosa ci insegna il #gamergate sui maschi femministi?
« il: Giugno 17, 2018, 02:01:07 am »
Nell'agosto del 2014 un gruppo di utenti di twitter, sospettando che il mondo del giornalismo videoludico fosse piagato da corruzione (voti alti dati a giochi sviluppati da amici di amici) decise di riunirsi sotto un hashtag denominato gamergate chiedendo una riforma della stampa videogiochistica comprendente cose quali disclosure su conflitti di interesse tra giornalisti e sviluppatori (se hai interessi in comune con sviluppatori o case di software devi dichiararlo ufficialmente) ecc. Tuttavia i suddetti giornalisti videoludici non gradirono molto la cosa e decisero di attuare una campagna di diffamazione ai danni del #gamergate attraverso un attacco coordinato (articoli usciti praticamente tutti in contemporanea) nel quale accusavano i sostenitori del GG di essere dei misogini razzisti, sfigati, con la barba incolta, scarsa igiene personale che vivono nel seminterrato della mamma (perché in america è tradizionalmente tabu vivere coi propri genitori oltre i 18 anni anche se le cose stanno cambiando negli ultimi anni causa crisi economica). Questo perché tra i twit scritti sotto #GG circa uno 0,1% poteva essere interpretato come misogino o razzista. Siamo di fronte ad un caso in cui una elite tenacemente attaccata alle proprie posizioni di potere utilizza ogni forma di diffamazione e di propaganda per screditare una legittima protesta di consumatori e il tutto avviene con la quasi totale compiacenza dei media ufficiali.  Perfino la versione "ufficiale" data da wikipedia sostiene che il GG sia un movimento reazionario di sessisti e razzisti che odiano le donne e le minoranze nonostante ci siano parecchie donne e non bianchi tra i sostenitori del movimento.

Inutile a dirsi, molti dei giornalisti coinvolti in questa campagna di discriminazione sono femministi e progressisti dichiarati. Cosa assai curiosa è che un discreto numero di loro sono stati accusati (e in alcuni casi anche riconosciuti colpevoli) di molestie sessuali. C'è chi sostiene che il maschio femminista sia in realtà un predatore sessuale in incognito mentre altri credono che l'odio verso il proprio genere sia in realtà frutto della consapevolezza di essere dei porcaccioni: in pratica il maschio femminista sa di essere un depravato ed estende questo giudizio su tutto il proprio genere.
Qui un resoconto (non aggiornatissimo perchè sono venuti fuori altri casi simili): https://twitter.com/i/moments/851713200537993216

Offline TheDarkSider

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Re:Cosa ci insegna il #gamergate sui maschi femministi?
« Risposta #1 il: Giugno 17, 2018, 13:23:13 pm »
Inutile a dirsi, molti dei giornalisti coinvolti in questa campagna di discriminazione sono femministi e progressisti dichiarati. Cosa assai curiosa è che un discreto numero di loro sono stati accusati (e in alcuni casi anche riconosciuti colpevoli) di molestie sessuali. C'è chi sostiene che il maschio femminista sia in realtà un predatore sessuale in incognito mentre altri credono che l'odio verso il proprio genere sia in realtà frutto della consapevolezza di essere dei porcaccioni: in pratica il maschio femminista sa di essere un depravato ed estende questo giudizio su tutto il proprio genere.
Qui un resoconto (non aggiornatissimo perchè sono venuti fuori altri casi simili): https://twitter.com/i/moments/851713200537993216
Entrambe le ipotesi sono molto plausibili, a mio parere.

Chi e' predatore sessuale sa che dichiararsi femministi ti permette di farti amico tante donne. E chi ha fantasie perverse tipo BDSM pensa che tutti gli uomini siano altrettanto deviati e gode nell'esaltare le donne e nello sminuire gli uomini. 
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina