Non mi faccio illusioni. Dopo un solo giorno di celebrazioni e di ringraziamento (anche al Padreterno) per la riuscita dell'atto di salvataggio compiuto da una squadra internazionale di specialisti e professionisti venuti da tutto il mondo ci sarà l'oblio e l'impresa sarà consegnata banalmente alla storia dei salvataggi, come sempre succede. E questo sempre per il solito ritornello: non sono forse "uomini" quelli che a rischio della loro vita hanno compiuto l'impresa? E allora hanno fatto solo "quello che dovevano fare", anzi "la metà del loro dovere". Poco conta, anzi conta niente il fatto che uno ci abbia rimesso la pelle nel salvare i ragazzi. La pelle e la perdita della stessa rientra nel mestiere di uomini e se succede la cosa deve magari dispiacere ma non stupire più di tanto. Con tutti quei modi stupidi che gli uomini si inventano per ammazzare e farsi ammazzare, mentre noi donne la vita la DIAMO (spesso la tolgono anche ma questo è un altro discorso, anzi un discorso che non interessa) almeno in questo caso si è persa una vita maschile per un motivo valido. Così ragionano le femministe e con esse il pensiero unico occidentale (che è appunto quello femminista). Aspettiamo quindi che assai presto cali il sipario sulla vicenda. E il più simpatico dei riconoscimenti sarà che a qualcosa in fondo in fondo i maschi servono. Altrimenti sarebbe ben triste dover convivere con loro.