Autore Topic: Le Donne e il vuoto di Padre.  (Letto 8956 volte)

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Le Donne e il vuoto di Padre.
« il: Ottobre 09, 2009, 10:50:43 am »
Anima, 9 Ottobre 2009

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Fabio

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #1 il: Ottobre 09, 2009, 10:53:33 am »
Pagina graficamente molto bella.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #2 il: Ottobre 09, 2009, 15:54:33 pm »
"Dobbiamo tornare alle origini della nostra vita, esaminarne le radici, capire il perché dell'assenza paterna e genitoriale, a partire dalla nostra famiglia; scopriremo tante cose interessanti.. scopriremo che ad esempio anche nostro padre ha avuto poco padre, che non ha saputo come fare a sua volta, o che nostra madre ha avuto poco padre e di conseguenza non ne ri-conosceva l'importanza vitale..."

Il poco padre genera poco padre, ok.
Chi è il primo padre che non è stato padre?
Le donne hanno cominciato quindi ad essere stronze per mancanza di padre, di marito?
Se è il padre stesso che è mancato al padre, allora c'è un difetto intrinseco in tutta la faccenda. Sembra quasi che tutto ciò che le donne sono diventate sia comprensibile dopotutto. E il passo da comprensibile a giustificabile mi sembra breve a dire il vero.
O forse la qualità degli esseri umani tutti ha cominciato, ad un certo punto, a deteriorarsi? E, di conseguenza, la donna a lungo andare ha sbroccato completamente perché in realtà è la parte più debole...?

Offline Guit

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #3 il: Ottobre 09, 2009, 16:26:20 pm »
Difficile se non impossibile secondo me, stabilire una precisa causalità nella storia del rapporto tra i sessi.

L'unica causalità forte che vedo è quella che lega il cambiamento dei ruoli alla diminuzione delle nascite.

E' in funzione di questo che il padre svanisce, ed è il tempo che la donna libera dall'accudimento a essere strumentalizzato come liberazione dall'oppressione maschile. Il che contribuisce a gettare sulla figura paterna un'ombra sinistra.

La cosa buffa è che tutta la tecnologia che permetterà alla donna la pianificazione della gravidanza, è direttamente sviluppata da maschi. Gli stessi che saranno accusati dalle beneficiarie.

« Ultima modifica: Ottobre 09, 2009, 16:30:18 pm da Guit »
Take the red pill

Offline Animus

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #4 il: Ottobre 09, 2009, 16:55:08 pm »
"Dobbiamo tornare alle origini della nostra vita, esaminarne le radici, capire il perché dell'assenza paterna e genitoriale, a partire dalla nostra famiglia; scopriremo tante cose interessanti.. scopriremo che ad esempio anche nostro padre ha avuto poco padre, che non ha saputo come fare a sua volta, o che nostra madre ha avuto poco padre e di conseguenza non ne ri-conosceva l'importanza vitale..."

Il poco padre genera poco padre, ok.
Chi è il primo padre che non è stato padre?
Le donne hanno cominciato quindi ad essere stronze per mancanza di padre, di marito?
Se è il padre stesso che è mancato al padre, allora c'è un difetto intrinseco in tutta la faccenda. Sembra quasi che tutto ciò che le donne sono diventate sia comprensibile dopotutto. E il passo da comprensibile a giustificabile mi sembra breve a dire il vero.
O forse la qualità degli esseri umani tutti ha cominciato, ad un certo punto, a deteriorarsi? E, di conseguenza, la donna a lungo andare ha sbroccato completamente perché in realtà è la parte più debole...?

Ripeto.
Pagina graficamente molto bella.  :rolleyes:
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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #5 il: Ottobre 09, 2009, 16:56:15 pm »
Difficile se non impossibile secondo me, stabilire una precisa causalità nella storia del rapporto tra i sessi.

Già.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #6 il: Ottobre 09, 2009, 18:38:30 pm »
Ripeto.
Pagina graficamente molto bella.  :rolleyes:

Vabbè avevo capito cosa intendevi dire tra le righe...  ;)

Non pretendo d'avere una risposta soddisfacente alle mie domande, ma ogni tanto leggere qualcosa di più "sostanzioso" non guasterebbe.


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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #7 il: Ottobre 09, 2009, 18:51:42 pm »
O forse la qualità degli esseri umani tutti ha cominciato, ad un certo punto, a deteriorarsi?

Non pretendo d'avere una risposta soddisfacente alle mie domande, ma ogni tanto leggere qualcosa di più "sostanzioso" non guasterebbe.


Se riconosco le differenze fisiche, intellettuali e spirituali che ci sono tra me e la donna che mi stà di fronte, smetto istantaneamente di attribuirle i miei stessi diritti e i miei stessi doveri.
A questo punto tutti i principi della parità, lanciati in orbita dalla politica moderna, ricadono attratti dalla gravità terrestre e si disintegrano rientrando nell'atmosfera : non sono più in grado di reggere il confronto con la vita reale.

La parità funziona in un ambiente asettico, dove la vita procede senza scossoni e l'umanità è ridotta ad un insieme di "figure professionali" intruppate con ordine militare come nell'organigramma di una multinazionale.
Ma quando si tratta di fare gli uomini e le donne serie, che sanno prendere delle decisioni individuali, ragionando con la propria testa e assumendosi delle responsabilità fino in fondo ... tutto questo castello di carta prende fuoco.

Abbiamo tentato la via della parità (o della pari dignità, chiamiamola come ci pare tanto poi il risultato è sempre lo stesso) ed abbiamo fallito alla grande.

Ricominciamo tutto da capo.
Innanzitutto chiediamoci : qual'è la qualità degli uomini e delle donne?

Se esistessero uomini di qualità e donne di qualità, potremmo dire : ecco questi sono gli uomini, e queste sono le donne.
Le differenze tra uomo e donna sarebbero lì a mezzo metro di distanza da noi, evidenti e naturali come il tempo della nascita e della morte.
Gli uomini avrebbero la loro identità virile, le donne la loro identità femminile.
E nessuno desidererebbe l'identità sessuale dell'altro più di quanto io non desideri abitare su Marte.
Perchè in questa contrapposizione uomo-donna sinceramente vissuta, ciascuno percepirebbe di essere necessario all'altro.
Quindi non direbbero "siamo emancipati perchè siamo indipendenti dall'altro", ma "siamo dipendenti dall'altro perchè siamo necessari all'altro".
La coppia, non condizionata dagli eventi caotici di una società alla deriva, si sentirebbe padrona del proprio destino, per quanto umanamente possibile.

C'è una sola realtà ed è questa : la qualità degli uomini e delle donne moderne è scadente.
La politica della parità è una foglia di fico messa lì per nascondere questa realtà scabrosa.
Dato che si sono dimostrati incapaci di essere uomini di qualità e donne di qualità, hanno abdicato il loro ruolo sessuale definendosi "persone".

E' per questo che il mondo in cui vivono è scadente.
Hanno mandato l'uomo sulla Luna e sono in grado di comunicare istantaneamente con qualsiasi punto del Globo Terrestre.
Ma producono agitandosi come falene impazzite nella notte, e cosa lasciano in eredità alle generazioni future?
Cumuli di rifiuti tossico-nocivi.
Perchè la loro cultura è più bassa di quella di un uomo dell'Alto Medioevo e le loro capacità manuali inferiori a quelle di un uomo dell'Età del Ferro.
Sensibilità, immaginazione e poesia (i Motori Primi dell'umanità) sono state espulse dalle loro menti inondate dall'opportunismo e dal cinismo.
Questa è la ragione per la quale non condividono più alcun progetto positivo.
E la causa del loro divorzio

Mustela Erminea - 2006
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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #8 il: Ottobre 09, 2009, 19:16:11 pm »
A questo punto tutti i principi della parità...

Questa che segue è una mia piccola analisi, con un approccio filosofico, sulla genesi della qm.
Ti basta?


Il frutto proibito del principio d’identità
Il pensiero razionale occidentale si fonda su un falso, cioè che A=A sia davvero un’espressione dotata di senso, mentre in realtà, non significa nulla[1].

Da un punto di vista fisico, non esiste niente che si possa dire essere uguale a se stesso, se non al limite solo negando il tempo, “azzerando l'attimo”, perché se si ammette il flusso temporale si cade senz'altro nel panta rei, nella concezione del “tutto scorre” di Eraclito[2], ma anche nel caso dell'azzeramento del tempo, Δt=0, il congelamento, la morte, come si può essere certi che esista fisicamente, e non astrattamente, davvero qualcosa uguale a se stessa[3]?

E' inverificabile, dunque rimane un concetto metafisico, e al pari di quello religioso della fede in Dio, un dogma.

Questo che sembra essere solo un problema accademico ha invece notevoli implicazioni sociali e storiche, e le conseguenze di una simile concezione del mondo, si sono rivelate drastiche, enormi. Il celebre fisico, Max Planck, definì l'intero processo del pensiero razionale dell’Occidente come uno sforzo continuo per cercare di eliminare dai suoi presupposti ogni elemento "antropologico".

O. Spengler[4], riconobbe che “Le forme fisse negano la vita. Le formule e le leggi pietrificano l'immagine della natura. I numeri uccidono. Sono le Madri del Faust, che troneggiano auguste nella solitudine...

L’analisi matematica[5] si regge su un principio fondamentale, ovvero quello di ignorare le differenze infinitesime, e pare che da un punto di vista materiale, quantitativo, le cose continuino a funzionare lo stesso, anzi, si semplificano[6], anche se l’obiezione mossa da Berkeley[7] sulla contraddizione insita nella concezione dell’analisi matematica “standard”, quella che si  insegna agli adolescenti sin dal liceo, rimane ancora oggi ineccepibile:


Dopo tutto, dt è o uguale a zero , o diverso da zero. Se dt non è zero, allora 32 + 16dt non è lo stesso di 32. Se dt è zero, allora anche l'incremento nella distanza ds è zero, e la frazione ds/dt non è 32+16dt un’espressione senza significato 0/0.

Infatti quando si dice:svaniscano gli incrementi, cioè non siano nulla, o non esistono affatto, si distrugge la precedente supposizione che gli incrementi fossero qualcosa, o che esistessero.
...
Che cosa sono queste flussioni?Le velocità di incrementi evanescenti. E che cosa sono gli stessi incrementi evanescenti?Non sono né quantità finite, né quantità infinitamente piccole, non sono nulla. Potremmo ora chiamarle i fantasmi delle quantità morte?[8]

 

A K.Weierstrass dobbiamo il capolavoro di aver riformulato l'analisi matematica espellendo il concetto di moto di un punto, infatti aboliti i concetti di moto, di direzione, di avvicinamento ad un secondo punto, l’analisi venne resa completamente statica, perfetta.

Infine, Luce Irigaray, la più brillante intellettuale del femminismo della differenza ha il merito di aver identificato anch’essa nel principio d’identità l’incipit della deriva occidentale, ma pur partendo bene, finisce male, perché per la sola ragione di essere “figlio” di Aristotele, lo identifica come una costruzione al maschile, mentre abbiamo visto che anche la costruzione del panta rei di Eraclito è al maschile, eppero', diametralmente opposta a quella Aristotelica.

La Irigaray insomma, cade in fallo sul sesso del soggetto.....quello di Aristotele, e pare dimenticare che gli individui pur essendo determinati da un sesso biologico, a livello psichico possiedono una controparte sessuale, Anima nell’uomo e Animus nella donna, e possono esprimere archetipi sia femminili sia maschili, e dunque “l’orientamento sessuale” del pensiero non lo si riconosce dal sesso del soggetto che l’ha formulato, ma dalle caratteristiche intrinseche alla concezione stessa.

Il principio d’identità in realtà , “la madre originaria”, la più semplice, di tutte le proposizioni ricorsive, non è che la riproposizione in termini formali di un principio femminile[9], dell’archetipo dell’Uroboros, Draco interfecit se ipsum, maritat se ipsum, impraegnat se ipsum, della monoliticità della Grande Madre, l’unico senso che può avere A=A è che A, pur cambiando, non è mai Altro, rimane sempre se stesso, immutabile attraverso le variazioni che pure esistono.

Ma questo è proprio il culto della Dea Madre, non a caso mediterraneo, che ci descrive Bachofen:  

 
La donna è il dato stabile, l’uomo diviene.
Qui ha radice anche quella concezione primitiva che parla dell’unione di una madre immortale con un padre mortale. La madre è sempre la stessa, mentre dalla parte dell'uomo, assistiamo ad una serie infinita di generazioni. La medesima madre primordiale si accoppia con uomini sempre nuovi.

 

A=A è insomma un'affermazione di sintesi, ed è qui che va cercato il suo senso, che significa, affinché sia valida, che deve rimane immutabile, ma dato che A è costretta a mutare perché nella realtà vige il panta rei, allora per far permanere la validità del principio ideale, si ignorano e si azzerano le differenze, prima piccole, errori sperimentali, oppure si aggiustano le teorie verso la staticità, o ancora, nella cultura si azzerano le differenze sempre più grandi, riducendo tutto all’uguale, all’uguaglianza, introducendo così un altro principio, quello d’economia[10], che poi verrà continuamente utilizzato sotto le più svariate forme, dalle istituzioni politiche a quelle sociali a quelle prettamente economiche, nell’intero corso della storia occidentale.

Come può essere maschile un principio che si fonda sull’immutabilità, sull’uguaglianza, che privilegia la materia, la democrazia, e la concezione quantitativa a quella qualitativa?  

E che cosa sono 2.300 anni di pensiero razionale occidentale, se non, come abbiamo visto, il perfezionamento di questo principio? La riduzione del mondo in concordanza con questo criterio?  

Se si fosse imposto il pensiero di Eraclito, aristocratico, antidemocratico, maschile, “uno è per me diecimila, se è il migliore”[11] l'Occidente avrebbe seguito un percorso radicalmente diverso, probabilmente molto più simile a quello del Sol levante, alla concezione logica del pensiero giapponese, che infatti rifiuta il principio d’identità[12], invece … si è affermato Aristotele.

A=A e perché no, anche B=A![13].


Note
[1] “Detto di passaggio: Dire di due cose, che esse sono identiche, è un nonsenso; e dire di una, che essa è identica a se stessa, dice nulla”, L. Wittgenstein, Trattato logico-filosofico,  prop. 5.5303.

[2] Esemplificata dalla massima, “Non si può attraversare due volte lo stesso fiume”.

[3] Si può ritenere che flusso temporale e variazione di stato siano “collegate”, e che quindi azzerando la variazione di tempo, si azzeri anche quella di stato, ma è errato. Se è vero che non ci può essere tempo senza variazione di stato, perché in un universo immobile, morto/congelato, non ha senso nemmeno il concetto di tempo, può invece esservi variazione di stato/moto senza “scomodare” il tempo, infatti il tempo implica una regolarità nel moto, una ciclicità, ma in alternativa è possibile pensare ad un universo interamente retto da leggi caotiche, in cui l'unico moto possibile, sia quello completamente casuale/aciclico e dunque, esserci il moto, ma non il tempo. Dove non c'è predittibilità non c'è tempo, ma dove non c’è tempo, Δt=0, può comunque esserci variazione di stato e dunque, impredittibilità.

[4] Autore de “Il tramonto dell’Occidente”

[5] Quella definita Standard,  che poi è quella che viene correntemente insegnata, ma esiste un'altra analisi matematica, non Standard che non ignora le differenze infinitesime, che però, e contrariamente alla definizione di matematica come la suprema scienza esatta,viene ignorata dalla maggior parte dei matematici, e di fatto, non insegnata.

[6] Vi è una chiara analogia con la parte infinitesima di materia del gamete maschile rispetto all’apporto materiale femminile.

[7] Filosofo irlandese del XVIII secolo.

[8] Tratto da “Da dove viene la matematica”, George Lakoff e Rafael Núñez

[9] Seppure usato impropriamente, ma certamente non maschile.

[10] Ad es. il rasoio di Occam, chiamato proprio "principio d’economía” o di parsimonia.

[11] Si osservi quanto questo slogan di Eraclito somigli alla natura competitiva dei gameti maschili.

[12] Si veda “La logica del luogo” di Nishida Kitaro, il più importante filosofo giapponese del XX secolo.

[13] Eguaglianza ha senso solo da un punto di vista quantitativo, e con le dovute approssimazioni, ignorando gli infinitesimi, mentre da un punto di vista qualitativo, se si riconoscono in A e B enti la cui individualità è unica … non ha alcun senso.
« Ultima modifica: Ottobre 09, 2009, 19:28:49 pm da Animus »
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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #9 il: Ottobre 09, 2009, 20:43:11 pm »
Anima, 9 Ottobre 2009

  Cari Amici,

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..sulle ragioni dell'incapacità di amare,
accogliere e donarsi completamente



Cordialmente.
Fabio


Che dire...
Seriamente parlando la donna ha un ruolo importante quando non si degenera nella sua emotività ed egoismo/egocentrismo.
Essa ha bisogno di una cosa che sta distruggendo: la figura del padre.
Il padre secondo il nostro esimo Freud rappresenta l'autorità, l'ordine, la guida.
Cosa che manca ad oggi in quanto l'uomo (e di conseguenza il padre) hanno cessato di avere importanza.
Ma la donna senza la guida maschile svanisce nella sua tempesta ormonale, nella sua indecisione...
Uno studio fatto da un reppublicano americano rende bene l'idea: "
Dovremmo smettere di provare a trovarne uno e riconoscere che la debolezza odierna della famiglia è la conseguenza dell'omissione da parte della società nel sostenere il ruolo del padre, il ruolo che più necessita del supporto della società.
La debolezza biologica del ruolo del padre non è un motivo per gettare i padri fuori dalla famiglia ma un motivo per rinforzare il loro ruolo all'interno di essa.
"

Il loro vuoto è la causa del loro male. Questo vuoto si chiama "uomo"... figura sempre più evanescente in questi ultimi tempi.
« Ultima modifica: Ottobre 09, 2009, 20:53:05 pm da TMan075 »
"Un giorno senza sangue è come un giorno senza sole"
John "the duke" Wayne

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #10 il: Ottobre 09, 2009, 21:55:56 pm »
Ti sei messo d'impegno, grazie.


Citazione
Come può essere maschile un principio che si fonda sull’immutabilità, sull’uguaglianza, che privilegia la materia, la democrazia, e la concezione quantitativa a quella qualitativa? 

Infatti...

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #11 il: Ottobre 10, 2009, 11:28:54 am »
Ti sei messo d'impegno, grazie.

Infatti...

E questo fissa anche, rispondendo sia a te che a Guit, la relazione causale nella storia del rapporto tra i sessi.
Il problema infatti non è se sia stato prima un uomo o una donna a rompere il patto, il solito uovo o la solita gallina, è la concezione occidentale, la "sua", ma anche nostra, idea del mondo a causare la rottura.

Ed il fatto che quanto detto risulti incomprensibile (comprendere che A=A sia vero quanto un dogma religioso, riesce a pochissimi), sta proprio a dimostrare quanto le idee si radichino nella mente (2.300 anni di cultura non sono proprio un attimo...), ad anzi, sta a dimostrare che noi in fondo, non facciamo altro che agire secondo un'idea e dunque, e in tutta inconsapevolezza, realizzarla.

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #12 il: Ottobre 10, 2009, 11:43:49 am »

Che dire...
Seriamente parlando la donna ha un ruolo importante quando non si degenera nella sua emotività ed egoismo/egocentrismo.
Essa ha bisogno di una cosa che sta distruggendo: la figura del padre.
Il padre secondo il nostro esimo Freud rappresenta l'autorità, l'ordine, la guida.
Cosa che manca ad oggi in quanto l'uomo (e di conseguenza il padre) hanno cessato di avere importanza.
Ma la donna senza la guida maschile svanisce nella sua tempesta ormonale, nella sua indecisione...
Uno studio fatto da un reppublicano americano rende bene l'idea: "
Dovremmo smettere di provare a trovarne uno e riconoscere che la debolezza odierna della famiglia è la conseguenza dell'omissione da parte della società nel sostenere il ruolo del padre, il ruolo che più necessita del supporto della società.
La debolezza biologica del ruolo del padre non è un motivo per gettare i padri fuori dalla famiglia ma un motivo per rinforzare il loro ruolo all'interno di essa.
"

Il loro vuoto è la causa del loro male. Questo vuoto si chiama "uomo"... figura sempre più evanescente in questi ultimi tempi.

Oro colato...
una donna eterosessuale ha bisogno di un uomo, e viceversa

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #13 il: Ottobre 10, 2009, 12:12:54 pm »
A=A e perché no, anche B=A!


Vogliamo valorizzare tutte le diversità e rivendicare pari dignità e pari diritti” – dichiara la portavoce Fabianna Tozzi .
http://uguali.wordpress.com

Sì, valorizzano la diversità ... annullandola.
Beata imbecillità.

C.V.D.

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Re: Le Donne e il vuoto di Padre.
« Risposta #14 il: Ottobre 10, 2009, 19:14:42 pm »

di chiè questa bella frase?

f


Dovremmo smettere di provare a trovarne uno e riconoscere che la debolezza odierna della famiglia è la conseguenza dell'omissione da parte della società nel sostenere il ruolo del padre, il ruolo che più necessita del supporto della società.
La debolezza biologica del ruolo del padre non è un motivo per gettare i padri fuori dalla famiglia ma un motivo per rinforzare il loro ruolo all'interno di essa.
"