(non ho fatto confusione: il titolo riguarda una ricerca ma nell'articolo ve ne sono presenti due)
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http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_23/donne-tecnologia-marchetti_7e712402-666b-11df-b272-00144f02aabe.shtmlMILANO - Donne poco tecnologiche? Una ricerca inglese sostiene il contrario, anche se con un punto di vista che potrebbe suscitare qualche perplessità. La London School of Economics e la Nottingham Trent University hanno analizzato l’influenza di internet sulle relazioni a lungo termine, studiando i comportamenti di 920 coppie con un’età media di 49 anni e sposate all’incirca da 20. Risultato: il 14% delle mogli ha ammesso di spiare regolarmente le mail dei mariti e il 13% di leggere gli sms sul telefonino, mentre una percentuale minore (10%) ha rivelato di controllare la cronologia dei siti visitati per vedere se l’uomo frequenta pagine sospette. Queste "cyber mata-hari" studiano da autodidatte pur di migliorare le loro conoscenze informatiche e poter così affinare le tecniche di sorveglianza sui compagni. Questi, nella stessa ricerca, risultano assai meno propensi allo "spionaggio": solo l’8% di loro dice di leggere le mail delle mogli, mentre il 6-7% controlla regolarmente i messaggini sul telefonino e la cronologia web. «Uno dei dati più sorprendenti emersi da questa ricerca è la maggior intraprendenza delle mogli quando si tratta di controllare i comportamenti dei mariti - spiegano Ellen Helsper della London School of Economics e Monica Whitty della Nottingham Trent University al Sunday Times - e questo contrasta nettamente con la credenza generale che vuole il gentil sesso meno tecnologicamente qualificato rispetto agli uomini. In realtà, le donne sono perfettamente in grado di superare tali barriere quando sentono che la loro relazione è in pericolo».
ORIENTAMENTO - Un'altra ricerca sfata invece il mito delle donne totalmente inaffidabili quando si tratta di dare indicazioni stradali. Uno studio della St. Joseph’s University di Philadelphia, pubblicato sul Journal of Pragmatics, ha analizzato il comportamento di 60 persone (30 uomini e 30 donne) di fronte a una richiesta di informazioni fatta a una stazione di rifornimento circa la direzione da seguire per raggiungere una data destinazione (una meta turistica nelle vicinanze). Sebbene la maggior parte degli intervistati volesse rendersi utile, anche se era evidente che molti non avevano la più pallida idea della strada da prendere, alla fine sono risultate le donne le migliori nel dare le indicazioni più appropriate per arrivare nel posto convenuto e più corrette circa la distanza da percorrere. «Gli uomini tendevano a rispondere più in fretta - ha spiegato al Mail on Sunday la professoressa Jennifer Ewald, che ha condotto l’esperimento - e a dare stime di chilometraggio sensibilmente maggiori rispetto a quelle fornite dalle donne, ma anche con più errori, mentre le donne si prendevano il tempo necessario per dare le risposte corrette».