Autore Topic: Aphorismen  (Letto 122157 volte)

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Re: Aphorismen
« Risposta #225 il: Maggio 12, 2011, 16:11:56 pm »
Lapsus freudiano

Modulo del comune di Palermo: Il dichiarante può avere due sessi, il punibile solo uno.

Freud li chiamava lapsus.
Sono un oblò con vista sul profondo.

Rino

Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

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Re: Aphorismen
« Risposta #226 il: Maggio 24, 2011, 11:23:41 am »
Sull'uccisione della femmina
La femmina è destinata alla sparizione, è ormai inscritto nello stesso DNA della specie umana.
Se questo può consolare, la stessa sorte, per ragioni simbiotiche legate alla natura sessuale, tocca al maschio.

Animus
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Re: Aphorismen
« Risposta #227 il: Maggio 26, 2011, 12:25:44 pm »
Sul femminile


Y yo que hasta ayer sólo fui un holgazán
y hoy soy guardián de sus sueños de amor
la quiero a morir


E io che fino a ieri ero soltanto un vagabondo
e oggi sono guardiano dei suoi sogni d’amore,
la desidero da morire

puede destrozar todo aquello que ve
porque ella de un soplo lo vuelve a crear
como si nada, como si nada
la quiero a morir


Può distruggere tutto ciò che vede
perché lei con un soffio lo torna a creare
come se fosse niente , come se fosse niente
La desidero da morire

ella para las horas de cada reloj
y me ayuda a pintar transparente el dolor
con su sonrisa


Lei ferma le ore di qualsiasi orologio
e mi aiuta a dipingere trasparente il dolore (idiom. mi cancella il dolore)
col suo sorriso

y levanta una torre desde el cielo hasta aquí
y me cose unas alas y me ayuda a subir
a toda prisa, a toda prisa
la quiero a morir


E alza una torre dal cielo fino a qui
e mi mette le ali e mi aiuta a salire
di corsa, di corsa
La desidero da morire

Conoces bien cada guerra
cada herida, cada ser
Conoces bien cada guerra
de la vida y del amor también


Conosce bene ogni guerra,
ogni ferita, ogni essere
Conosce bene ogni guerra
della vita e anche dell’amore

La quiero, la quiero, la quiero, la quiero
Me dibuja un paisaje y me lo hace vivir
en un bosque de lápiz se apodera de mí
La quiero a morir


La voglio, la voglio, la voglio, la voglio
Mi disegna un paesaggio e me lo fa vivere
in un bosco a matita (idiom.) si impossessa di me
La desidero da morire


Y me atrapa en un lazo que no aprieta jamás
como un hilo de seda que no puedo soltar
lo quiero soltar, lo quiero soltar
La quiero a morir


E mi intrappola con una corda non stringe
come un filo di seta dal quale non posso liberarmi
voglio liberarmi, voglio liberarmi
La desidero da morire

Conoces bien cada guerra
cada herida, cada ser
Conoce bien cada guerra
de la vida y del amor también


Conosce bene ogni guerra,
ogni ferita, ogni essere
Conosce bene ogni guerra
della vita e anche dell’amore

....
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Re: Aphorismen
« Risposta #228 il: Giugno 08, 2011, 11:33:33 am »
Falsi miti
La famosa "pace del focolare" non esiste se non per bocca di una certa eloquenza mediocre, politica, borghese o edificante.
Tolstoj, dal canto suo, la descrive come un "inferno".
E io gli faccio il più ampio credito!
Dato che le creature dei due sessi, prese a una a una, sono generalmente dei birbanti, o dei nevrotici, perché dovrebbero diventare angeli una volta accoppiati?

Denis de Rougemont - L'amore e l'Occidente
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Re: Aphorismen
« Risposta #229 il: Giugno 08, 2011, 16:27:11 pm »
"Tana" libera tutti
Quand'ero bambino, negli anni '70 ci facevano giocare a "tana" libera tutti.
Nient'altro che la versione infantile, popolare e subliminale della conclusione faustiana: "L'eterno femminino ci trae in alto".

Animus


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Re: Aphorismen
« Risposta #230 il: Giugno 11, 2011, 20:13:00 pm »
La donna taccia sulle donne

La donna vuole rendersi indipendente: e tanto per incominciare vuole illuminare gli uomini sull'essere della « donna in se » ; questo è uno dei più odiosi progressi dell'abbrutimento generale dell'Europa.
Imperocchè quali brutte cose porteranno alla luce
codesti esperimenti goffi della scienza della donna, che vuol metter a nudo se stessa ! La donna ha tanti motivi d'esser pudica: nella donna c'è tanta pedanteria, tanta superficialità, tanta sovrabbondanza di cose apprese alla scuola, di cose piccinamente presuntuose, sfrenate ed immodeste - si studino solamente i rapporti della donna coi bambini! tante cose che sinora non conobbero con altro ritegno che quello ispirato dalla paura dell'uomo.
Guai se l'eterno noioso nella donna - che ne è ben provvista -- dovesse farsi largo; se la donna dovesse incominciar a disimparare radicalmente la sua giudiziosità e le sue arti, che sono quelle della grazia, del diletto, del dissipare le cure, del render la vita più facile, d'insegnare a prenderla con leggerezza: se infine dovesse disimparare la sua fine capacità di destare passioni aggradevoli !
Si ode già adesso un clamore di voci femminine che, per sant'Aristofane ! mette paura, s'odono delle minacce d'una precisione medica sul conto di ciò che la donna in primo ed in ultimo luogo esige dall'uomo. Non è forse indizio d'un pessimo gusto se la donna in tal modo s'accinge a diventar scientifica? Sinora la Dio mercé lo spiegare era affare degli uomini; dote degli uomini -- e restava in tal modo « tra di loro ». Del resto, considerando tutto ciò che le donne scrivono sul conto della « donna », é lecito dubitare che la donna voglia proprio spiegarsi sul proprio conto, - o che possa volerlo. O se piuttosto con ciò la donna non vada in cerca d'un nuovo adornamento - mi pare che l'adornarsi faccia parte integrante dell' « eterno femminino ». In tal caso essa vuol ispirar paura di se stessa: - e con ciò forse conquistare il potere. Ma non vuole la verità: che importa mai della verità alla donna! Nessuna cosa da quando mondo è mondo, alla donna è stata più estranea, più antipatica: più avversa della verità; la sua grande arte consiste nella menzogna ciò che maggiormente la preoccupa è l'apparenza, è la bellezza. Confessiamolo noi uomini: noi amiamo precisamente codesta arte, codesto istinto nella donna, noi che siamo pesanti, e per nostra ricreazione ci accompagniamo volentieri a degli esseri, sotto le cui dita, sotto i cui sguardi, tra le cui tenere follie la nostra serietà, la nostra gravità la nostra profondità assumono l'aspetto d'una grande sciocchezza.

Infine, domando io: c'è stata mai una donna che abbia concesso profondità ad una testa femminina, giustizia ad un cuore di donna?
E non è forse vero, che, in tesi generale, chi ha dimostrato più disistima per la donna, sono state sempre le donne stesse? - Non certo noi uomini, - Noi uomini desideriamo che la donna non continui a compromettersi mediante i lumi del progresso; allo stesso modo che si deve alla previdenza ed al compatimento dell'uomo, se la Chiesa decretò: mulier taceat in ecclesia! Si fu a tutto vantaggio della donna che Napoleone fece intendere alla troppo loquace madama De Staël: « mulier taceat in politicis!» - ed io ritengo che sia un vero amico delle donne, colui che oggi consiglia loro: mulier taceat de muliere.

Al di là del bene e del male - F. Nietzsche 1886

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« Risposta #231 il: Giugno 13, 2011, 13:15:50 pm »
Sulla "cultura dello stupro"

Dal momento che il concetto di stupro non esiste in natura, cioè è lo stupro ad essere un'invenzione culturale, "cultura dello stupro" è una contraddizione in termini.

Il problema è che le femmine nostrane non hanno più l'estro[1], e dunque ciò che gli uomini devono affrontare è se le femmine umane sono sessualmente sempre disponibili, oppure e più realisticamente ... non lo sono più ... da millenni.

Animus



La marcia delle zoccole (London): http://www.corriere.it/gallery/esteri/06-2011/slutwalk/1/marcia-zoccole-continua_8156855a-958f-11e0-822f-1a3a3d1370d0.shtml#1


1 - da leggere con http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg20760/?topicseen#msg20760
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« Risposta #232 il: Giugno 16, 2011, 16:23:37 pm »
Donne e lavoro
L'inconveniente delle donne che possono procacciarci un reddito autonomo è che poi per gli uomini risulta più difficile comprarsele.

Infatti se da una parte si parla giustamente di emancipazione, dall'altra si tace l'evidenza che è la donna stessa a fissare il rapporto con l'altro sesso in un rapporto mercenario[1]: "Dappertutto, carne contro denaro" (E. Cioran)

Insomma, significa semplicemente che il prezzo che gli uomini devono pagare per il corpo delle donne, che è un bene materiale ed anzi all'origine dell'economia... aumenta.

Animus


1- Si pensi solo al vedere l'uomo come un "buon partito", una concetto espresso da TUTTE le nonne, e ancora nella testa di tutte le donne, indicativo di come l'altra metà della terra venga valutata..
A tal proposito, Nietzsche scriveva:
"Quelle ragazze che vogliono procurarsi col solo loro fascino giovanile una sistemazione per tutta la vita e la cui furberia viene ancora piú aizzata da madri smaliziate, vogliono esattamente la stessa cosa delle etère, solo che sono piú intelligenti e piú disoneste di queste ultime."
« Ultima modifica: Giugno 19, 2011, 12:58:12 pm da Animus »
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« Risposta #233 il: Giugno 17, 2011, 12:18:51 pm »
Ecce dom'na
La morale dei deboli - una delle colonne del cristianesimo, se non addirittura il suo pilastro portante - se è davvero dei deboli,  come ha fatto a vincere sui forti, sulla Vir romana ad es., e dove risiede la sua forza dato che ha vinto?

Se la morale dei deboli vince su quella dei forti significa che la sua forza deve stare da un altra parte ... per forza!
Mi si vuol far credere che la morale dei deboli e dei codardi (per usare proprio le parole di Nietzsche), si impone su quella dei forti e dei coraggiosi, così … senza motivo, perché ad un certo punto uno si è svegliato ed ha iniziato a dire: amatevi , voletevi bene, siate fratelli, non fare al prossimo tuo....

Sembra plausibile supporre, invece, che “la morale del debole” sia la morale di qualcuno, che ha i suoi punti di forza da un'altra parte...

Ecce dom'na!

Ben altra cosa, ed antitetica infatti, era la morale del Padre…il cui declino si deve proprio al sorgere di quell’altra, quella del Figlio.

Per concludere, quali sono le chances del maschile all’interno di un sistema morale fondato sui valori femminili?

A parte il "dolore salvifico"[1], ossia il travaglio...NESSUNA.

Animus

1 - http://www.giullarididio.it/main/images/stories/articoli_pdf/SALVIFICI_DOLORIS.pdf
« Ultima modifica: Giugno 17, 2011, 12:57:43 pm da Animus »
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« Risposta #234 il: Giugno 19, 2011, 13:04:13 pm »
Bontà materna
Certe madri hanno bisogno di figli felici, onorati; altre di figli infelici: altrimenti la loro bontà di madri non può manifestarsi.

F. Nietzsche
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« Risposta #235 il: Giugno 19, 2011, 14:02:09 pm »
Parlar male delle donne
Mentre sul versante maschile esiste un alquanto scarna letteratura "misogina", alla quale si contrappone il mare della venerazione ed esaltazione dell'ideale femminile, sul versante femminile, pur esistendo sistematico e florido il filone della denigrazione maschile, settore che non conosce il termine "misandria", ancora si attende una letteratura di donne che si spendano nel vedere nel maschile una qualsivoglia virtù.
 
Per questo si può e si deve scrivere male delle donne.

Perché per quanto gli uomini si sforzino di fare ciò che dall'altra parte viene spontaneo, non potranno far altro che rimanere comunque, e sempre, .... a credito.

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« Risposta #236 il: Giugno 20, 2011, 17:22:22 pm »
Stessa dinamica, medesimo sentimento
Lo schiavo cova un odio profondo verso il suo padrone, ma non avendo la forza per affrontare il suo nemico di fronte, è costretto a trattenere dentro di sè il risentimento ed usare vie traverse per sopraffarlo.

Lo stesso dicasi della donna verso l'uomo.

Ecco perchè, sia nel cristianesimo, sia nel socialismo, schiavi o proletari, insieme alle donne, combattono ognuno il proprio nemico uniti nella stessa dinamica ... e dal medesimo sentimento.

Animus
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« Risposta #237 il: Giugno 21, 2011, 12:16:58 pm »
Fatalità occidentale
A forza di andare verso l' "angelo" (per non usare qui una parola più forte)[1] ... l'animale "uomo" impara alla fine[2] a vergognarsi di tutti i suoi istinti.

F. Nietzsche - Genealogia della morale


1- Precisazione dell'autore stesso.
Con tutta probabilità il termine più forte, che Nietzsche omette, è Eunuco: "Degli eunuchi è il regno dei cieli".

2 - Puo' essere inteso in senso apocalittico.
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« Risposta #238 il: Giugno 22, 2011, 17:40:56 pm »
Ancora sul timore della donna[1][2]

- L’uomo tema la donna quando essa odia: perché l’uomo in fondo al suo animo è soltanto cattivo, mentre la donna è malvagia.

F. Nietzsche - Così parlò Zarathustra

1 - insieme a http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg28379/?topicseen#msg28379
2 - http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_22/mamma-uccide-figlia-sacramento-california-cuocendola-microonde_5fdb402c-9cc0-11e0-ad47-baea6e4ae360.shtml
« Ultima modifica: Giugno 23, 2011, 14:12:00 pm da Animus »
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« Risposta #239 il: Giugno 23, 2011, 14:13:15 pm »
Volevo far notare un particolare, ossia come il filosofo tedesco tracci un'affinità elettiva tra "il prete" (per lui il perfetto uomo immeschinito della cristianità) e le donne, uniti nella superiore capacità di odiare ... e dall'impotenza.


- Nello stato di odio le donne sono piú pericolose degli uomini; innanzitutto perché esse, una volta che il loro sentimento ostile sia suscitato, non sono trattenute da nessun riguardo di equità e lasciano invece crescere indisturbato il loro odio fino alle ultime conseguenze; poi perché sono esercitate a trovare punti deboli (che ogni uomo, ogni partito ha) e a colpire in essi: nella qual cosa il loro intelletto, affilato come un pugnale, rende loro eccellenti servigi (mentre gli uomini alla vista delle ferite si trattengono e divengono spesso magnanimi e concilianti).

- I sacerdoti, come è noto, sono i nemici piú malvagi – e perché mai?
Perché sono i piú impotenti.
È a causa dell’impotenza che l’odio cresce in loro fino ad assumere proporzioni mostruose e sinistre, le piú intellettuali e venefiche.
I massimi odiatori nella storia del mondo sono sempre stati i preti, e sono stati pure gli odiatori piú geniali – in confronto alla genialità della vendetta sacerdotale, ogni altra genialità può a stento essere presa in considerazione.

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