La donna taccia sulle donneLa donna vuole rendersi indipendente: e tanto per incominciare vuole illuminare gli uomini sull'essere della « donna in se » ;
questo è uno dei più odiosi progressi dell'abbrutimento generale dell'Europa.
Imperocchè quali brutte cose porteranno alla luce codesti esperimenti goffi della scienza della donna,
che vuol metter a nudo se stessa ! La donna ha tanti motivi d'esser pudica: nella donna c'è tanta pedanteria, tanta superficialità, tanta sovrabbondanza di cose apprese alla scuola, di cose piccinamente presuntuose, sfrenate ed immodeste - si studino solamente i rapporti della donna coi bambini! tante cose che sinora non conobbero con altro ritegno che quello ispirato dalla paura dell'uomo.
Guai se l'eterno noioso nella donna - che ne è ben provvista --
dovesse farsi largo; se la donna dovesse incominciar a disimparare radicalmente la sua giudiziosità e le sue arti, che sono quelle della grazia, del diletto, del dissipare le cure, del render la vita più facile, d'insegnare a prenderla con leggerezza: se infine dovesse disimparare la sua fine capacità di destare passioni aggradevoli !
Si ode già adesso un clamore di voci femminine che, per sant'Aristofane ! mette paura, s'odono delle minacce d'una precisione medica sul conto di ciò che la donna in primo ed in ultimo luogo esige dall'uomo. Non è forse indizio d'un pessimo gusto se la donna in tal modo s'accinge a diventar scientifica? Sinora la Dio mercé lo spiegare era affare degli uomini; dote degli uomini -- e restava in tal modo « tra di loro ». Del resto, considerando tutto ciò che le donne scrivono sul conto della « donna », é lecito dubitare che la donna voglia proprio spiegarsi sul proprio conto, - o che possa volerlo. O se piuttosto con ciò la donna non vada in cerca d'un nuovo adornamento - mi pare che l'adornarsi faccia parte integrante dell' « eterno femminino ».
In tal caso essa vuol ispirar paura di se stessa: - e con ciò
forse conquistare il potere. Ma non vuole la verità: che importa mai della verità alla donna! Nessuna cosa da quando mondo è mondo, alla donna è stata più estranea, più antipatica: più avversa della verità;
la sua grande arte consiste nella menzogna ciò che maggiormente la preoccupa è l'apparenza, è la bellezza. Confessiamolo noi uomini: noi amiamo precisamente codesta arte, codesto istinto nella donna, noi che siamo pesanti, e per nostra ricreazione ci accompagniamo volentieri a degli esseri, sotto le cui dita, sotto i cui sguardi, tra le cui tenere follie la nostra serietà, la nostra gravità la nostra profondità assumono l'aspetto d'una grande sciocchezza.
Infine, domando io: c'è stata mai una donna che abbia concesso profondità ad una testa femminina, giustizia ad un cuore di donna?
E non è forse vero, che, in tesi generale, chi ha dimostrato più disistima per la donna, sono state sempre le donne stesse? - Non certo noi uomini, - Noi uomini desideriamo che la donna non continui a compromettersi mediante i lumi del progresso; allo stesso modo che si deve alla previdenza ed al compatimento dell'uomo, se la Chiesa decretò:
mulier taceat in ecclesia! Si fu a tutto vantaggio della donna che Napoleone fece intendere alla troppo loquace madama De Staël: «
mulier taceat in politicis!» - ed io ritengo che sia un vero amico delle donne, colui che oggi consiglia loro:
mulier taceat de muliere.
Al di là del bene e del male - F. Nietzsche 1886