Un’impostura intellettuale
Luce Irigaray, per aver affermato che E=mc2 è un’equazione “sessuata”, di polarità maschile, perché “essa privilegia la velocità della luce (che è la massima velocità) sopra le altre che ci sono vitalmente necessarie”, venne aspramente criticata di postmodernismo antiscientifico[1] .
Non è mia intenzione negare la tesi della Irigaray, sul fatto che l’equazione sia sessuata, e ritengo che coloro che le hanno mosso la critica, non avendo una cultura sulla differenza sessuale, non avevano di fatto la competenza per farlo, ciò nonostante le conclusioni della Irigaray sono davvero un’impostura intellettuale, ma per un'altra ragione.
Alla stessa maniera in cui lei identifica la cultura dell’unicum come portato del maschile, e l’unicum non può essere maschile (i cattolici non possono contraddire per ovvie ragioni, infatti adesso, morto Dio, perché come unicum non poteva salvarsi, ora si ritrovano ad adorare la Vergine…), la formula è sì sessuata, ma di sesso femminile.
La Irigaray infatti omette di considerare che la velocità non compare come entità variabile, viva, ma come costante, una velocità congelata, dunque morta.
Infatti, sarebbe sufficiente modificare opportunamente le unità di misura del S.I. delle grandezze fisiche coinvolte, per avere una formula pulita, immacolata, in cui il termine “maschile” scompaia definitivamente.
M=E (Materia=Energia)
Più maschile di così...
1 - Alan Sokal & Jean Bricmont - Intellectual Impostures.