Amo a te
Secondo L. Irigaray, si dovrebbe abbandonare il “ti amo”, perché corrispondente all’infame coppia soggetto/oggetto, come “ti vedo”, per “l’amo a te”, la giusta alterità di un rapporto tra due soggettività, soggetto/soggetto.
Un vita di studi sul linguaggio e sui generi(s) per arrivare ad una conclusione del genere.
Chissà se la punta di diamante del pensiero al femminile, ha mai notato il rossore, la vergogna, che costa dire quella frase ad una donna, ad un oggetto.
Ha davvero capito la ns. qual’é la natura dell’amore?
Del resto se si pensa che anche sull’esperienza della gravidanza, tra tutte quelle possibili, la meno maschile, le cose migliori le hanno scritte gli uomini, si capisce perché la coppia soggetto-“oggetto”, se è “sconveniente” da un lato, allo stesso tempo, natura vuole, è la migliore che possa esistere.