Oramai è un mantra. Da pronunciare SEMPRE quando un uomo non le asseconda: "Mi critichi perchè sono una donna!". "Mi hai dato una risposta negativa perchè sono una donna!". "Mi hai licenziata perchè sono una donna!". "Non mi hai assunta perchè sono una donna!".
Ne mancava una: "Mi hai tolto un punto nella partita di tennis perchè sono una donna!". Ci ha pensato Serena Williams a colmare la lacuna nella competizione con la rivale . Commettendo qualche scorrettezza, si è vista togliere un punto come misura disciplinare e si è subito opposta ad un evento che A LEI, campionessa e donna, non doveva capitare. E cos'altro poteva fare, se non tirare fuori il solito repertorio ed armamentario del vittimismo ideologico femminista? Pensato e fatto. Rivolgendosi all'arbitro, lo ha apostrofato con la perla di saggezza menzionata sopra. Le è solo sfuggito un particolare: in quel momento non stava gareggiando contro un uomo, contro un alieno, contro un rettiliano, un marziano o un venusiano o un avatar; stava gareggiando contro una donna, la sua rivale giapponese. Togliendo un punto a lei, l'arbitro uomo non stava favorendo uno del suo stesso genere ma bensì un'altra donna e quindi non aveva senso nel contesto l'accusa di sessismo. Ma questo per la Williams è un particolare irrilevante. Per lei qualunque contrarietà è inaccettabile. Proprio in quanto donna.