Autore Topic: Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?  (Letto 2641 volte)

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Offline vnd

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Fra Dolcino è ricordato, eretico tra gli eretici, anche perché Dante lo cita nella Divina Commedia.
Una certa deriva illuminista/massonica usò il mito dolciniano per screditare ulteriormente la Chiesa Cattolica.
Certi comunisti lo definirono impropriamente il padre del Comunismo.
Sulle pendici del Monte Rubello fu eretto un obelisco che alcuni fascisti distrussero e che invasati di altra natura  sostituirono negli anni settanta con una stele inaugurata, niente po' po' di meno che da Dario Fo.
Umberto Eco racconta Fra Dolcino ne "Il nome della Rosa"

Dolcino era un po' come un francescano. Predicava la moderazione e la povertà come cammino cristiano. Solo che a differenza di Francesco, come un vero Robin Hood, rubava ai preti ricchi per sfamare i poveri. Lui e i suoi seguaci in primis.

Contro i Dolciniani venne indetta una crociata e Bernardo Gui li processò e condannò al rogo.


Margherita Boninsegna era la sua compagna. Forse persino moglie. La storia ufficiale vuole che fosse ststa uccisa e bruciata prima di Dolcino a Biella, dove una targa la ricorda nei pressi del Ponte della Maddalena (Salita di Riva).
In preda ad un recente femminismo che ha scoperto che il revisionismo storico può diventare strumento di propaganda, alcuni hanno preso a chiamarla "Maestra".
Probabilmente sono le stesse femministe che ci frantumano gli zebedei con le loro supposizioni: fu Maria Curie a insegnare a Eric, fu Mileva Maric e non Albert Einstein a scoprire la relatività, fu Paolina Bonaparte ad ispirare Napoleone, ecc. ecc...
Definire qualcuno "Maestro" eleva ad un rango superiore.
Soprattutto in ambito massonico. Il che mi dice molto su chi può aver avuto certe idee...

L'articolo che posto riporta lo studio di Roberto Gremmo (del quale non starò tanto a parlarvi).
Tuttavia fa accenno ad un particolare che non conoscevo, ossia della testimonianza del fratello della Boninsegna che affermo, in sede processuale, che essa era stata scarcerata e che al tempo era viva e vegeta.
Sarebbe curioso scoprire che la Boninsegna, che un certo femminismo di nicchia vorrebbe Maestra, fosse invece una semplice Giuda che, per aver salva la pelle, non esitò a tradire l'amato. Con tutto il rispetto per Giuda che, se non altro, fu strumento di un disegno più grande di lui e che lo portò alla disperazione e probabilmente al suicidio.
In questo caso, invece, la Boninsegna avrebbe recitato banalmente la parte che tutte le assassine recitano nelle aule dei tribunali quando riversano tutta la responsabilità delle loro colpe all'ingenuo che le ha aiutate a commetterle (Gigliola Guerrinoni, Erick De Nardo, ecc...).

Per chi fosse interessato, ecco il link:
http://www.newsbiella.it/2017/06/18/leggi-notizia/argomenti/costume-e-societa/articolo/il-biellese-magico-e-misterioso-la-donna-di-fra-dolcino-e-il-ponte-della-morte-fra-biella-e-t.html

Vnd [nick collettivo].

Offline Vicus

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #1 il: Settembre 01, 2018, 12:06:59 pm »
Da No Global di Blondet:

La frangia antropologica qui descritta, se non è mai emersa davvero nella luce della Storia dell'Occidente (perché, come vedremo, semplicemente non è in grado di farlo) ha premuto, presenza costante per secoli, nell'area crepuscolare che s'addensa ai margini della storia. Sempre eguale a sé.
Capelloni, drogati, che «consumano poco» denota vite informi (incapaci di darsi una «forma»), subpersonalità incompiute o malferme, inerti e insieme irrequiete. Non stupirà apprendere, come c'informa un'altra indagine su questo ambiente, che molti dei giovani frequentatori dei Centri Sociali sono (in Lombardia!) senza lavoro o lavoratori senza qualifica nella «Piccola fabbrica», vittime predestinate del «precariato e del lavoro nero». Più che disoccupati, dei non-occupabili.
Le oscure sette millenariste che nel Medio Evo esplosero e misero a sacco intere regioni d'Europa reclutavano immancabilmente dagli «irregolari» di questo genere: marginali per incapacità a reggersi all'interno della società, a rispondere alle esigenze minime del vivere comune. Lo dicono i nomi stessi dei gruppi attratti dalla predicazione catara: piphler (da plebs), texerantes (tessitori, lavoro basso e malpagato), patarini (straccivendoli); o quelli dei seguaci delle sette «rivoluzionarie» del XVII secolo, quelli che per esempio si radunarono attorno a Cromwell: lollardi (ciondolanti), ranters (chiacchieroni), diggers (sterratori).
I loro capi erano personalità altrettanto borderline. Fra' Dolcino, figlio illegittimo di un prete, nel 1300 stava per prendere i voti, ma dovette fuggire perché sorpreso a rubare i soldi del suo maestro. Sappiamo che, riconosciuto capo della setta dei «fratelli apostolici», predicò l'abolizione delle leggi civili e l'instaurazione di una società spontanea, fondata sul puro amore. Per questo motivo, propugnò la collettivizzazione delle terre, e anche delle donne (nell'amore tutto andava messo in comune). Nel 1304, raccolti attorno a sé
cinquemila marginali, fissati, vaneggianti, maniaci, fondò tra le valli alpine una comune dove mettere in pratica i suoi princìpi. La comune, incapace di produrre alcunché, campò per tre anni depredando le campagne circostanti, dunque di mero parassitismo banditesco: un Centro Sociale ante litteram.
Nei Centri Sociali la parola d'ordine è la «lotta per il diritto alla festa». «È bellissimo occupare chiese», dice il testo auto-descrittivo. Anche qui risuona un impulso immemoriale. i seguaci di fra' Dolcino, quindi gli nabattisti, i catarelli, saccheggiavano sistematicamente le chiese; i predicatori taboriti esortavano a «non fare più nulla, e distruggere monasteri e chiese». I simboli odiati della fonte di ogni legge morale e della spiritualità, inaccessibile a questo tipo umano, andavano piegati ai «bisogni».
Il soggetto che seguì fra' Dolcino o si fece anabattista e partecipò a barilotti e saccheggi, è lo stesso che oggi si arruola nell'insurrezione permanente della nuova anarchia «antagonista»: entrambi si caratterizzano per l'incapacità di unificare gli «io» plurimi e temporanei che li abitano (come Carlo Giuliani, al tempo stesso «bravo ragazzo» e punk-bestia, «studente universitario» e tifoso della Roma). Questi «io plurimi» sono nutriti dalle forze profonde dell'inconscio in tempesta ormonale, da impulsi primari, da micro-ossessioni o fissazioni deboli, e rendono il soggetto incipiente che li porta in sé irrequieto, vagante, incapace di costanza e coerenza, dunque «ribelle» e al tempo stesso invincibilmente gregario.
« Ultima modifica: Settembre 06, 2018, 09:59:18 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #2 il: Settembre 01, 2018, 15:31:23 pm »
Interessante e in parte vero, anche se a Blondet manca la conoscenza diretta di certi meccanismi interni a certi ambienti sociali e si capisce leggendo il suo passaggio.

Vnd, in che canto della Commedia Dante nomina Fra Dolcino, che non ricordo? È ambientata nell'anno 1300, si capisce dai riferimenti interni. L'azione dell'eretico è di qualche anno più avanti nel tempo.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Online Massimo

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #3 il: Settembre 02, 2018, 10:18:04 am »
Una cosa va detta sul conto di Margherita Boninsegna: non credo che nella sua conversione alle tesi di Fra Dolcino e alla sua conseguente scelta di seguirlo abbandonando la sua casa e la famiglia c'entrasse molto la religione. E nemmeno l'indignazione per la corruzione allora diffusa (come peraltro anche adesso) nel clero e nella Chiesa. Io credo che fosse la noia per una vita senza stimoli e prospettive a fare di lei una seguace di Fra Dolcino. Il Trentino all'inizio del Trecento era una terra povera e priva di una vivace vita culturale. Poi lei era di Arco e non di Trento che allora era un borgo insignificante (non la cittadina turistica ridente di oggi). Appartenendo alla piccola nobiltà ed essendo femmina risentì in misura particolare la noia che non riguardava invece i ceti popolari impegnati in una durissima lotta per la sopravvivenza.
Fra Dolcino che le capitò proprio nel bel mezzo del suo disagio esistenziale ed adolescenziale, rappresentò per lei l'avventura e l'evasione da una vita piatta, prevedibile e priva di significato. E' la stessa sindrome che coglie tante donne di oggi che hanno una vita stabile e poi si vanno ad infatuare del drogato, dell'immigrato, del delinquente: Fra Dolcino fu lo strumento giusto e tempestivo per realizzare il suo sogno di fuga dalla monotonia. Fu accontentata: di avventure ne ebbe a iosa con Fra Dolcino, in una fuga perenne e braccati di continuo dai loro numerosi nemici, fino alla tragica fine. E' a se stessa che ha pensato, quando ha fatto la sua scelta e non a Fra Dolcino e neppure alle sue idee. E' l'indole femminile a darci la chiave del comportamento di Margherita, non l'oratoria dell'eretico e nemmeno la sua personalità affascinante e fuori dal comune ( che pure ha avuto un ruolo, anche scatenante, nell'attivazione del suo processo decisionale). Alla base della sua decisione vi è stata l'insoddisfazione per la vita vissuta fino a quel momento e il desiderio di cambiarla radicalmente. E quale cambiamento più radicale ed elettrizzante poteva essere di una vita a fianco di un eretico, per giunta intelligente, giovane e dall'oratoria persuasiva e travolgente? Per quanto riguarda l'ipotesi di tradimento, non credo sia attendibile. Non credo che Margherita abbia tradito. Non le sarebbe servito a salvarle la vita. Oramai era condannata e lo sapeva. A cosa sarebbe poi tornata, se fosse rimasta in vita? Ad una vita che oramai detestava? Meglio finirla una volta per tutte rimanendo fedele a delle idee che oramai aveva fatto sue e magari anche passare alla Storia come la donna di Fra Dolcino, piuttosto che ritornare a fare una vita oramai per lei priva di senso. Non dimentichiamo che molte donne sono state disposte a salire sul rogo pur di non rinnegare la loro nuova fede. Anche una donna, persino una donna è disposta a morire quando per lei non c'è più una via di uscita. O perlomeno una via di uscita che per lei abbia un valore o un senso.

Offline vnd

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #4 il: Settembre 04, 2018, 13:45:35 pm »

Vnd, in che canto della Commedia Dante nomina Fra Dolcino, che non ricordo? È ambientata nell'anno 1300, si capisce dai riferimenti interni. L'azione dell'eretico è di qualche anno più avanti nel tempo.

INFERNO, 28°, 55-60

Trovi anche solo su Wikipedia una spiegazione soddisfacente.

Ciao

vnd
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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #5 il: Settembre 04, 2018, 19:47:04 pm »
ben tornato!
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline Vicus

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #6 il: Settembre 08, 2018, 06:19:03 am »
Interessante e in parte vero, anche se a Blondet manca la conoscenza diretta di certi meccanismi interni a certi ambienti sociali e si capisce leggendo il suo passaggio.
Non capisce il fenomeno No Global per mancanza di conoscenza diretta, o lo comprende meglio proprio in quanto osservatore esterno?
Ho visionato varie interviste ai protagonisti, e accanto a motivazioni legittime si coglie una certa superficialità di analisi e totale assenza di capacità di progetto, tratti tipici del Quinto Stato (di cui ho citato un articolo qui), ben diversi da quelli del proletariato d'antan.
« Ultima modifica: Settembre 10, 2018, 07:35:24 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:Fra Dolcino e Margherita - E se quest'ultima avesse tradito? Maestra? Ma de che?
« Risposta #7 il: Settembre 10, 2018, 07:05:07 am »
Sì fa confusione tra piani.
I centri sociali esistevano da un quarto di secolo prima del popolo di Seattle. In Italia parte del movimento no global non poteva che fondersi e confondersi coi lavativi che frequentano certi ambienti (perché le persone intelligenti dopo la seconda canna pensano "ma questo vuol dire fare antagonismo?" e se ne vanno).
Ho avuto in adolescenza il mito del Leonka, ma l'ho abbandonato presto. Nel centro sociale si vive per le canne. Anche i no global "puri" le fumavano, ma non era il fine ultimo.
Il femminismo è l'oppio delle donne.