Autore Topic: La famiglia è in crisi, ma non quella dell'oligarchia  (Letto 9422 volte)

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Offline maveryx

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Re:La famiglia è in crisi, ma non quella dell'oligarchia
« Risposta #45 il: Settembre 10, 2018, 10:40:29 am »
Non bisogna dimenticare che viviamo in un certo tipo di sistema economico che chiaramente influenza il sistema sociale e di conseguenza la vita, i valori ed i comportamenti delle persone.
Il concetto che bisogna consumare di più affinché il sistema funzioni meglio e si possa diventare sempre più ricchi è, ad esempio, riflettendoci bene, del tutti assurdo.
Come è possibile che per diventare più ricchi si debba "consumare" (cioè usare e distruggere) di più.
In realtà più consumi, più, ovviamente, diventerai schiavo e lavorerai di più per produrre quello che consumi.
Tutti i prodotti e le comodità che abbiamo sono il prodotto del lavoro di altri, ed in teoria più ci limiteremmo  e meno lavoreremmo, solo che il sistema si incepperebbe visto che vive aumentando sempre a dismisura le nostre esigenze, inventando nuovi bisogni per alimentare le nostre richieste.
Bisognerebbe anche ricordare che il sistema capitalistico produce solo ed esclusivamente non per chi ha bisogno ma per chi è in grado di acquistare, cioè chi è in grado di offrire qualcosa in cambio. Le immense popolazioni africane, per dire, bisognose di tutto, potrebbero essere un mercato enorme e rappresentare un esercito di potenziali consumatori, che però non avendo nulla da offrire, non sono nemmeno prese in considerazione.
Essendo fondamentalmente un sistema, il cui meccanismo di funzionamento prevede sempre maggiore lavoro attraverso maggiore schiavismo e minore libertà in un circuito di sfruttamento senza fine di uomini e risorse, esso ha la necessità primaria di "formare" un certo "tipo" di persone che siano funzionali ad esso.
"Fuggi a vele spiegate, uomo felice, da ogni genere di cultura." Epicuro

Offline Sardus_Pater

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Re:La famiglia è in crisi, ma non quella dell'oligarchia
« Risposta #46 il: Settembre 10, 2018, 12:05:08 pm »

* Non parliamo poi degli albanesi, che non si vergognano di niente, nemmeno del loro (recente) passato di merda.
Anzi, i suddetti sono iper-nazionalisti, al contrario degli italiani, che sono ultra-esterofili.

L'albanese più conosciuto al mondo nacque a Chicago nel '49 e si chiamava John Belushi.
Altre persone importanti la cui famiglia aveva del tutto o in parte (lontane) origini albanesi son nate in Italia: Antonio Gramsci (da parte di padre) e Benito Jacovitti (che da bambino parlava arbeishë).
Per trovare qualcuno vissuto in quella zona che abbia fatto la storia bisogna tornare a Pirro e alla sua celebre vittoria :lol: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Sardus_Pater

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Re:La famiglia è in crisi, ma non quella dell'oligarchia
« Risposta #47 il: Settembre 10, 2018, 12:13:07 pm »
Non bisogna dimenticare che viviamo in un certo tipo di sistema economico che chiaramente influenza il sistema sociale e di conseguenza la vita, i valori ed i comportamenti delle persone.
Il concetto che bisogna consumare di più affinché il sistema funzioni meglio e si possa diventare sempre più ricchi è, ad esempio, riflettendoci bene, del tutti assurdo.
Come è possibile che per diventare più ricchi si debba "consumare" (cioè usare e distruggere) di più.
In realtà più consumi, più, ovviamente, diventerai schiavo e lavorerai di più per produrre quello che consumi.
Tutti i prodotti e le comodità che abbiamo sono il prodotto del lavoro di altri, ed in teoria più ci limiteremmo  e meno lavoreremmo, solo che il sistema si incepperebbe visto che vive aumentando sempre a dismisura le nostre esigenze, inventando nuovi bisogni per alimentare le nostre richieste.
Bisognerebbe anche ricordare che il sistema capitalistico produce solo ed esclusivamente non per chi ha bisogno ma per chi è in grado di acquistare, cioè chi è in grado di offrire qualcosa in cambio. Le immense popolazioni africane, per dire, bisognose di tutto, potrebbero essere un mercato enorme e rappresentare un esercito di potenziali consumatori, che però non avendo nulla da offrire, non sono nemmeno prese in considerazione.
Essendo fondamentalmente un sistema, il cui meccanismo di funzionamento prevede sempre maggiore lavoro attraverso maggiore schiavismo e minore libertà in un circuito di sfruttamento senza fine di uomini e risorse, esso ha la necessità primaria di "formare" un certo "tipo" di persone che siano funzionali ad esso.

Concordo con te, tranne quando parli degli Africani. Infatti è il nuovo bacino per i prodotti cinesi. Sono gli Europei (a partire dai tronfi francesi) che vedono ancora l'Africa come territorio di rapina (e mal gliene incoglierà). Solo l'Italia ha provato a seguire la politica del do ut des e non del capio tutum.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline gluca

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Re:La famiglia è in crisi, ma non quella dell'oligarchia
« Risposta #48 il: Settembre 10, 2018, 12:52:35 pm »
Non bisogna dimenticare che viviamo in un certo tipo di sistema economico che chiaramente influenza il sistema sociale e di conseguenza la vita, i valori ed i comportamenti delle persone.
Il concetto che bisogna consumare di più affinché il sistema funzioni meglio e si possa diventare sempre più ricchi è, ad esempio, riflettendoci bene, del tutti assurdo.
Come è possibile che per diventare più ricchi si debba "consumare" (cioè usare e distruggere) di più.
In realtà più consumi, più, ovviamente, diventerai schiavo e lavorerai di più per produrre quello che consumi.
Tutti i prodotti e le comodità che abbiamo sono il prodotto del lavoro di altri, ed in teoria più ci limiteremmo  e meno lavoreremmo, solo che il sistema si incepperebbe visto che vive aumentando sempre a dismisura le nostre esigenze, inventando nuovi bisogni per alimentare le nostre richieste.
Bisognerebbe anche ricordare che il sistema capitalistico produce solo ed esclusivamente non per chi ha bisogno ma per chi è in grado di acquistare, cioè chi è in grado di offrire qualcosa in cambio. Le immense popolazioni africane, per dire, bisognose di tutto, potrebbero essere un mercato enorme e rappresentare un esercito di potenziali consumatori, che però non avendo nulla da offrire, non sono nemmeno prese in considerazione.
Essendo fondamentalmente un sistema, il cui meccanismo di funzionamento prevede sempre maggiore lavoro attraverso maggiore schiavismo e minore libertà in un circuito di sfruttamento senza fine di uomini e risorse, esso ha la necessità primaria di "formare" un certo "tipo" di persone che siano funzionali ad esso.
Il sistema si è inceppato perché concepito in un modo non più adatto ai tempi.
La produttività del lavoro, grazie ad una serie di innovazioni tecnologiche, negli ultimi 40 anni è aumentata a dismisura, dunque, semplicemente, non ce n'è più abbastanza per darne a tutti per 40h alla settimana.
Si sono inventati di tutto, dall' obsolescenza programmata ai consumi drogati dal credito facile, ma ormai il nodo è venuto al pettine.
Per far ripartire il tutto, basterebbe semplicemente, dato un salario adeguato, erogarlo in cambio di 30h di lavoro/settimana anziché 40.
Qualsiasi altra cosa ci si possa inventare è, semplicemente, un pannicello caldo.
La dimostrazione:
La Germania, per avere la piena occupazione, ha dovuto esportare disoccupazione negli altri paesi europei, sfruttando il vantaggio competitivo che le deriva dall' euro.