Autore Topic: "La sfida più grande? Le differenze di genere"  (Letto 2557 volte)

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Online Frank

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"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« il: Settembre 21, 2018, 21:30:38 pm »
Sono fatte con lo stampino, non ce n'è una che non ripeta come un mantra le solite puttanate.
Definirle insopportabili e inascoltabili è poco.


https://www.repubblica.it/scienze/2018/09/21/news/silvia_marchesan_tra_i_10_ricercatori_emergenti_secondo_nature-207016395/

Citazione
Marchesan, un'italiana tra gli scienziati emergenti nel mondo: "La sfida più grande? Le differenze di genere
E' stata selezionata da Nature, con altri 10: c'è anche Giorgio Vacchiano, 38 anni, ricercatore torinese di Scienze Forestali all’Università Statale di Milano. "Io mamma, chiedo al mio Paese di abbattere burocrazia e parificare i ruoli e gli stipendi delle donne"

di GIACOMO TALIGNANI

"VORREI che questo riconoscimento fosse per tutte le donne che fanno ricerca, anche quelle che stanno vivendo momenti di difficoltà. Tenete duro, siamo sulla strada del cambiamento: speriamo che l'Italia capisca l'importanza di parificare gli stipendi degli scienziati, di aiutare le donne che fanno scienza e hanno una famiglia, di snellire la burocrazia che intasa la voglia di sperimentare". Silvia Marchesan originaria di Codroipo, 39 anni, è professoressa associata di Chimica organica al dipartimento di Chimica farmaceutica di Trieste dove gestisce il laboratorio dell'ateneo. Dopo un dottorato a Edimburgo ha studiato a Londra, in Finlandia e Australia e nel 2017 ha vinto la medaglia Vittorio Erspamer.
 
Silvia Marchesan, racconta al telefono a Repubblica tutta la sua gioia e il suo stupore per il riconoscimento ottenuto da Nature che l'ha inserita come sesta fra gli 11 (su 500 selezionati) scienziati emergenti al mondo. Ma non nasconde nemmeno le sue perplessità per un Paese, il nostro, dove "c'è ancora molto da fare, soprattutto per le donne".

Che effetto le ha fatto essere riconosciuta come una delle scienziate che ha "il mondo ai suoi piedi (dal titolo di Nature, ndr)"?
"Non me lo aspettavo davvero, sono rimasta stupita: soprattutto perché io di base sono una chimica e non sempre otteniamo questi riconoscimenti. Credo che abbiano voluto premiare l'interdisciplinarietà a cui lavoro e lo sviluppo di materiali sostenibili e accessibili a tutti".
 
In cosa consiste la sua ricerca nel laboratorio dell'Università di Trieste?
"Lavoriamo sulle molecole e le super strutture. Lo spiego così: immaginate i mattoncini di lego come molecole che, se composte, possono dare vita a una super struttura, diciamo una cattedrale. La cattedrale potrebbe essere ad esempio un materiale antibatterico a basso costo, o un altro da usare in campo ospedaliero o nelle costruzioni. Ma questi mattoncini bioattivi, scomposti o composti, possono avere proprietà differenti. Noi lavoriamo per esempio sulla possibilità di fermare i loro principi bioattivi una volta scomposti, ma di ottenerli quando creano la cattedrale. E' un modo on-demand per avere materiali sostenibili".
 
L'Italia le ha garantito le risorse sufficienti per il suo lavoro?
"Finiti i dottorati all'estero avrei potuto facilmente lavorare lì. Ma sono tornata per questioni personali, dato che ho un figlio di 4 anni. Qui ho trovato un laboratorio dove poter sperimentare: il problema, oltre alla risorse, è che siamo affogati dalla burocrazia. In Italia non puoi comprare uno strumento scientifico da 120 euro senza passare da lungaggini e una infinità di carte. Serve più flessibilità e abbattere gli iter burocratici per fare davvero buoni studi".
 
Come è essere mamma e scienziata?
"Difficile, non lo nascondo. Ma ho un figlio comprensivo: a 4 anni ha già capito che la mamma deve stare spesso al pc o andare all'estero ai congressi e ha tanti appuntamenti (il prossimo, ricorda, è al Trieste Next, ndr). Io volevo che mio figlio crescesse qui, anche per questo sono tornata: per la famiglia e per condividere le mie competenze con giovani scienziati italiani. Ho riportato in Italia ciò che ho imparato. Qui però ci sono ancora troppe poche strutture per conciliare maternità e lavoro, non a caso molte colleghe hanno un solo figlio".
 
Si spieghi meglio. Si riferisce ai nidi nei luoghi di lavoro?
"Alcuni istituti li hanno, ma sono pochi. Io dico che all'estero ci sono donne che sono direttrici di laboratorio, che gestiscono fondi da milioni di euro e hanno tre figli. Da noi la maggior parte delle colleghe hanno un solo figlio se va bene. Se vuoi allargare la famiglia sai a quali difficoltà vai incontro. E' una questione di Paese e culturale: bisogna fare di più".
 
Come ad esempio stipendi parificati per donne e uomini nel campo scientifico?
"Sì, assolutamente sì. Sono molto orgogliosa di aver ricevuto questo riconoscimento come donna e ricercatrice. A livelli alti, di professori associati e ordinari, la differenza di genere è marcatissima. Spesso anche all'estero. Davvero, io non ho un grande ego: ma non nascondo che quando è uscita la notizia di Nature molti siti magari hanno messo solo la foto del collega Vacchiano, a cui faccio i complimenti. Però mi sono chiesta il perché: forse per cultura c'è ancora una grande divisione. A volte vado a congressi e su capi laboratorio sono l'unica donna su una ventina di persone. L'Italia ha i cervelli, ha le potenzialità: lanci il messaggio a tutti di come si possono abbattere queste differenze e sarà un bene per chiunque".


Offline Vicus

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #1 il: Settembre 21, 2018, 23:54:28 pm »
Sono fatte con lo stampino, non ce n'è una che non ripeta come un mantra le solite puttanate.
Definirle insopportabili e inascoltabili è poco.


https://www.repubblica.it/scienze/2018/09/21/news/silvia_marchesan_tra_i_10_ricercatori_emergenti_secondo_nature-207016395/
Sentita una, sentite tutte (non solo su questi argomenti). Agli uomini dovrebbero versare un'indennità per dover ascoltare scemenze dalle donne (non solo nelle relazioni: sul posto di lavoro, in TV, negli uffici pubblici).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #2 il: Settembre 22, 2018, 01:38:39 am »
Sentita una, sentite tutte (non solo su questi argomenti). Agli uomini dovrebbero versare un'indennità per dover ascoltare scemenze dalle donne (non solo nelle relazioni: sul posto di lavoro, in TV, negli uffici pubblici).

Tutto giusto, però non sono propriamente donne. Sono femministe.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #3 il: Settembre 22, 2018, 02:25:04 am »
Tutto giusto, però non sono propriamente donne. Sono femministe.
Mi riferivo al 90% delle donne che ho conosciuto, nessuna delle quali femminista.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #4 il: Settembre 22, 2018, 02:46:11 am »
Mi riferivo al 90% delle donne che ho conosciuto, nessuna delle quali femminista.

Sembravano "non femministe". Ma erano femministe. Indottrinate, imbevute di ideologia femminista. Quindi femministe. Come Gasparrini che è una femminista.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Folletto

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #5 il: Settembre 22, 2018, 07:02:33 am »
Anche qui si parla spesso di stipendi parificati... Ma in pratica è impossibile, contando che nonostante i posti di lavoro siano simili , esperienza, mansioni, ore, e performance sono diversi. Non è semplicemente fattibile pagare una donna scienziato che pretende di voler fare la “Super mamma” pretendendo orario flessibile,  lo stesso salario di un uomo che si ammazza nei laboratori mattina e sera con gli straordinari. Un buon marito, dei figli decenti, o una carriera, che ne scelga solo due. :rolleyes:
Fide, sed cui vide.

Offline Sardus_Pater

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #6 il: Settembre 22, 2018, 11:20:55 am »
Però quando il padre vuole dividere con la sua metà l'onere di occuparsi dei figli scatta la separazione. Disonestà è un sostantivo femminile.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Online Frank

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #7 il: Settembre 22, 2018, 12:06:50 pm »
Sembravano "non femministe". Ma erano femministe. Indottrinate, imbevute di ideologia femminista. Quindi femministe. Come Gasparrini che è una femminista.

Angelo, resta il fatto che la stragrande maggioranza delle femmine odierne ragiona in un certo modo; perciò, pur non essendo le suddette delle femministe militanti la mentalità è quella lì.
Se poi si va a parare sulle laureate e le universitarie la percentuale di femministe non militanti si avvicina al 100%.

Offline Vicus

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #8 il: Settembre 22, 2018, 13:51:14 pm »
Angelo, resta il fatto che la stragrande maggioranza delle femmine odierne ragiona in un certo modo; perciò, pur non essendo le suddette delle femministe militanti la mentalità è quella lì.
Se poi si va a parare sulle laureate e le universitarie la percentuale di femministe non militanti si avvicina al 100%.
:ok:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #9 il: Settembre 22, 2018, 13:58:48 pm »
Angelo, resta il fatto che la stragrande maggioranza delle femmine odierne ragiona in un certo modo; perciò, pur non essendo le suddette delle femministe militanti la mentalità è quella lì.
Se poi si va a parare sulle laureate e le universitarie la percentuale di femministe non militanti si avvicina al 100%.

Questo succede quando non c'è un adeguato contraddittorio .
Per esperienza (ho avuto a che fare con discussioni online ) posso dire con certezza che di fronte a chi contesta le loro tesi vittimistiche come quell'articolo che hai messo, queste femmine si sciolgono come neve al sole estivo . Da un pò di tempo sto maturando l'idea che il problema non è che pensano così , il problema è che non c'è un contraddittorio valido .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Vicus

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #10 il: Settembre 22, 2018, 14:40:35 pm »
Per retrogrado che possa sembrare questo parere, il lavoro femminile di massa è una iattura sociale, non si possono tirar su dei figli e lavorare al contempo, checché ne dicano film e tv, né il padre può diventare un mammo in nome della carriera della consorte.
Anche con tutto il contorto e costoso apparato di oggi (due genitori che lavorano, ma pagano con le tasse assurdi surrogati quali asili nido e congedi paterni), le famiglie più felici, con i figli più equilibrati sono quelli dove la madre non fa la "mantenuta"* ma si occupa di casa e figli.

* Anche una donna che lavora può esserlo: part time, precariato, stipendi insufficienti se non simbolici e in più famiglie che vanno a remengo. :)
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"La sfida più grande? Le differenze di genere"
« Risposta #11 il: Settembre 22, 2018, 20:36:39 pm »
Questo succede quando non c'è un adeguato contraddittorio .
Per esperienza (ho avuto a che fare con discussioni online ) posso dire con certezza che di fronte a chi contesta le loro tesi vittimistiche come quell'articolo che hai messo, queste femmine si sciolgono come neve al sole estivo . Da un pò di tempo sto maturando l'idea che il problema non è che pensano così , il problema è che non c'è un contraddittorio valido .

Jason, è ovvio che serve il contraddittorio.
Non a caso ho scritto più volte che gli uomini sono il cavallo di Troia delle donne, proprio perché non hanno mai nulla di serio e intelligente da obiettare, quando le suddette la fanno fuori dal pitale.
Gi uomini, di norma, o stanno zitti o ridono o dicono un mucchio di scemenze, oppure lisciano il pelo all'inesistente gentil sesso.
Tutto il resto è consequenziale, compresi i problemi che il succitato silenzio maschile, causa a quella ristretta minoranza di uomini pensanti.