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Una manovra contro le donne

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KasparHauser:
Ma voi che parlate tanto di discriminazione maschile lo sapevate che la manovra del governo è stata studiata per svantaggiare le donne?

https://www.linkiesta.it/it/article/2018/10/17/in-italia-non-nascono-piu-bambini-e-col-reddito-di-cittadinanza-andra-/39782/


Leggete la parte finale, è interessante.

Vicus:
Siamo alle comiche:

Disincentivare la ricerca del lavoro da parte delle donne significa una sola cosa: sempre meno figli

Non si fanno più figli? Ancora più lavoro femminile malpagato, "carriera" e quote rosa.
Se poi aumenta l'occupazione femminile, in un contesto in cui occupazione non ce n'è, diminuisce giocoforza quella maschile.

Frank:
A me certi discorsi fanno sempre morire dal ridere.
Mi fanno morire, perché ovunque non si fa altro che parlare della "superiorità femminile", della "crisi del maschio" (non dell' uomo, bensì del "maschio") e del fatto che le donne sono destinate a dominare la società, bla bla bla, etc etc.
Nonostante ciò, tali esseri superiori sarebbero sempre sottomessi a quegli inferiori trogloditi dei "maschi".
Embè...



Frank:
Tuttavia siamo in buona compagnia.


https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/10/i-giapponesi-non-fanno-piu-figli-e-rischiano-lestinzione-il-problema-e/38046/


--- Citazione ---10 maggio 2018
I giapponesi non fanno più figli e rischiano l’estinzione. Il problema è che lo sanno e sono rassegnati
Dal 1982 i dati delle nascite sono sempre meno confortanti. Il problema è che la vita è cara e complicata: avere figli, tra tasse e lavoro, è considerato un privilegio. Suona familiare?

È così ovvio che, ormai, i giapponesi si sono abituati. Il declino delle nascite del Paese è un problema di vecchia data, sempre più grave e sempre più discusso. Peggio del Sol Levante fa solo Singapore, ma è una magra consolazione: i cittadini sono ormai consapevoli (lo danno per acquisito) che, nel giro di qualche decina di anni, saranno pochi, vecchi e perlopiù maschi.

Secondo le analisi del ministero degli Interni giapponese, al momento ci sono solo 15,53 milioni di giovani sotto i 15 anni. Meno del 2017, in cui si arrivava a 15,7. Va così dal 1982, quando le nascite si sono fermate e hanno cambiato verso. Qualche eccezione (Tokyo, Okinawa) c’è, ma il quadro è fosco. I giapponesi si stanno estinguendo e, a quanto pare, non esiste alcuna soluzione per impedirlo.

“Il Paese non è motivato”, dicono alcuni. Altri rincarano: “Continuiamo ad avere sempre meno figli, ma crescere un figlio in Giappone è molto duro, si pensi solo ai prestiti studenteschi. Ci vogliono 20 per ripagarli e poi, al termine di tutto, sarò troppo anziana per avere figli”. Del resto “avere figli è un privilegio: ogni giapponese deve dibattersi tra le tasse sul reddito, quelle del comune, le pensioni e i pagamenti delle assicurazioni sanitarie. Se non si lavora, l’unica scelta che questo Paese ti concede è il suicidio”. Frasi familiari?

Intanto il Paese sta invecchiando, la forza lavoro si sta indebolendo, le innovazioni latitano. Il Giappone sembra cristallizzato negli anni ’90: nessuna misura viene presa, nessuna iniziativa presentata. Finirà che scompariranno, ma senza far rumore. In puro stile nipponico.
--- Termina citazione ---

Frank:
https://www.ilfoglio.it/dati-e-statistiche/2016/12/20/news/spagna-calo-demografico-pais-re-felipe-vi-fertilita-111796/


--- Citazione ---Spagna senza futuro. Per colpa della denatalità
“E’ estinzione da denatalità”. Lo dice pure lo zapaterista País. E il re invoca l’“Europa giudeo-cristiana”
di Giulio Meotti

meotti@ilfoglio.it

20 Dicembre 2016 alle 05:45

Roma. Un anno fa i geografi si lanciarono alla ricerca del “luogo più desolato d’Europa”. Scoprirono che non si trova in Lapponia, ma in Spagna, precisamente nella zona di Molina de Aragón, in Castiglia la Mancia, a due ore da Madrid, dove la depopolazione non è causata dalle condizioni climatiche, come nelle foreste nordiche, ma dalla crisi demografica. “Bene, il più settentrionale dei paesi scandinavi, che è la Lapponia, con 1,87 abitanti per chilometro quadrato ha una densità superiore alla nostra”, ha detto lo studioso spagnolo Francisco Burillo. “Questa zona è biologicamente morta”. Adesso è un nuovo rapporto dell’Istituto nazionale di statistica spagnolo a indicare fino a che punto la penisola iberica sia diventata il grande malato d’Europa: la Spagna perde 72 abitanti ogni giorno e registra il venti per cento in meno di nuovi nati rispetto a vent’anni fa. E se non ci fossero gli stranieri, la Spagna avrebbe il venti per cento di nascite in meno. Se ne è accorto anche il País, il quotidiano dello zapaterismo sui temi sociali, che ha pubblicato nel weekend un editoriale dal titolo: “Gli spagnoli si estingueranno”: “Se fossimo in grado di sollevare il naso dalle piccole cose che ci intrattengono ogni giorno, potremmo vedere che c’è un elefante in mezzo a noi e che non sono i partiti, ma la demografia che minaccia il nostro futuro. Lo storico inglese Arnold Toynbee ha detto che ‘le civiltà si suicidano, non vengono uccise’. E noi spagnoli ci stiamo impegnando”.

La Spagna si spegnerà a causa del grande freddo demografico L’economia cresce, ma entro il 2050 il perderà cinque milioni di abitanti e gli over 65 anni saranno un terzo della popolazione totale. Tutta colpa del nichilismo almodovariano: nozze gay, diritti umani alle scimmie, “pluralismo morale”, “progenitore A e B”: il peso dell’eredità socialista di Zapatero.
 
I demografi disegnano sulla mappa una Spagna senza futuro, come una grande macchia scura dove il trenta per cento della popolazione avrà oltre 65 anni. Il demografo Francisco Zamora ha calcolato che nel 2050 per avere la stessa Spagna del 2001 ogni donna dovrebbe avere 7,5 figli. In alcune regioni spagnole, il tasso di fertilità raggiunge oggi a malapena un figlio. A novembre erano uscite altre statistiche: la Spagna entro il 2050 sarà una nazione depopolata e dominata da persone anziane e da single. Il paese perderà 5,3 milioni di abitanti, l’undici per cento della popolazione attuale, entro la metà del secolo. Ed entro il 2050, gli over 65 comporranno il 34,6 per cento della popolazione, mentre un milione di spagnoli saranno vicini ai cento anni. Per quella data ci saranno 1,7 milioni di bambini sotto i dieci anni in meno di quanti ce ne siano oggi. “Senza più bambini, nel lungo periodo, non ci sarà alcuna crescita economica o prosperità, ci sarà sempre più solitudine, la democrazia diventerà una gerontocrazia e la Spagna tenderà all’irrilevanza globale”, scrive María Menéndez Zubillaga, presidente dell’Associazione delle famiglie di Madrid e portavoce del Comitato organizzatore del forum “Stop al suicidio demografico”.

 Senza il contributo delle donne straniere, la Spagna avrebbe un indice mai registrato prima nella storia: 1,27. Come si è arrivati così in basso? La situazione familiare è talmente preoccupante che l’Istituto nazionale di statistica ha di recente annunciato che “nel giro di pochi anni si arriverà ad eguagliare il numero di matrimoni con il numero dei divorzi”. La Spagna è al vertice in Europa con il numero di divorzi, anche sopra ai paesi nordici. Una gravidanza su cinque oggi in Spagna termina con un aborto. La Spagna oggi è il terzo paese europeo per numero di aborti, dopo Francia e Inghilterra, ma il primo in relazione agli abitanti.

 La sveglia arriva dal re, Felipe VI, che due giorni fa, nel ricevere il Premio Jakobovits, ha ricordato all’Europa di “rispettare i valori giudeo-cristiani” su cui è fondata. In quel caso, forse, gli almodóvariani non si sarebbero ritrovati in questo abisso di culle vuote.
--- Termina citazione ---

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