Ecco alcuni esempi di luminosa civiltà del nuovo governo sudafricano:
''Dopo le ripetute dichiarazioni del ministro della Salute sudafricano Manto Tshabalala-Msimang, che consiglia da anni una dieta vegetale come panacea per il rallentamento della malattia, il nuovo studio smentisce seccamente e in forma ufficiale la presa di posizione da parte delle autorità governative sudafricane, convinte dell'efficacia delle cure tradizionali nella lotta contro l'Aids.
Manto Tsahabalala-Msimang
Eppure nè la ricerca ufficiale, nè il vespaio di polemiche sollevato dalla recente destituzione del viceministro della salute Nozizwe Madlala-Msimang (molto attiva nelle campagne anti-Aids) sono bastati a far cambiare idea al presidente Thabo Mbeki: "Continuiamo a considerare Tshabalala-Msimang un'eroina. E' lei la promotrice del sistema sanitario pubblico sudafricano, uno dei pochi a voler garantire la salute a tutti, e non solo ai ricchi".
Alla base della necessità del mondo accademico sudafricano di ribadire l'esigenza di cure farmacologiche mirate contro l'Aids, ci sarebbe quindi la gravissima situazione del Paese che, secondo le stime ufficiali, ospita quasi cinque milioni di sieropositivi, in gran parte donne in età fertile e bambini. In alcune regioni la percentuale dei malati raggiungerebbe il 60 per cento della popolazione.
In particolare Tshabalala-Msimang, laureata in medicina in un paese dell' Est Europa durante gli anni dell'apartheid, si è esposta in più occasioni alle critiche della comunità scientifica internazionale per aver negato con forza la connessione tra Hiv e Aids, rifiutando quindi l'uso dei farmaci antiretrovirali essenziali per rallentare la progressione del virus.
Nell'agosto del 2006, alla sedicesima conferenza internazionale di Toronto,
la donna aveva sostenuto di fronte a 24 mila delegati provenienti da tutto il mondo la necessità di "una soluzione africana per un problema africano", rivelando che una dieta a base di barbabietole, aglio, limone, patate africane e olio extravergine sarebbe stata in grado di contrastare efficacemente l'epidemia. Oltre ai rimedi vegetali la Tshabalala-Msimang avrebbe inoltre consigliato ginnastica e uno stile di vita controllato, lontano dall'abuso di alcool e sesso.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, il governo sudafricano sospetterebbe infatti una vera e propria cospirazione da parte delle autorità internazionali, accusate di voler arrestare la "rinascita" dello Stato, ambizioso obiettivo ribadito da Mbeki fin dalla sua elezione a presidente. Giocherebbero inoltre un ruolo determinante veri e propri meccanismi di rimozione della malattia, e la volontà condivisa all'interno della collettività di affrontarla con strumenti made in Africa. E capita che i medici tradizionali riconosciuti dal governo non si limitino ai consigli sull'alimentazione, e suggeriscano ai malati pratiche come la deflorazione di una vergine per liberarsi dall'"infiammazione"; perchè è proprio così che viene considerata la malattia.
http://it.peacereporter.net/articolo...cura+fai+da+te*
L' uomo del ghetto doveva diventare il prossimo presidente del Sudafrica. Era scritto nella sua storia: veterano della lotta contro l' apartheid; anni di carcere in compagnia di Nelson Mandela; una carica importante nel Paese finalmente liberato dal dominio razzista dei bianchi, vice e delfino designato del presidente Thabo Mbeki dal 1999 al 2005. Invece Jacob Zuma ha perso tutto. E nel peggiore dei modi: alla sbarra per stupro.
L' importante personaggio sudafricano ha 63 anni, tre mogli e un numero considerevole di figli. Lei, la giovane che lo ha denunciato, di anni ne ha 31 e una storia difficile alle spalle. Violentata tre volte in passato (il Sudafrica detiene il triste primato di stupri, oltre 55 mila denunciati ogni anno, quattro volte quelli degli Stati Uniti, molti di più quelli «dimenticati»), è sieropositiva e, dato non secondario, è la figlia di un «compagno» di prigione di Zuma.
Ha asserito di essere pronto a sposare la giovane («Ho già preparato le vacche per la dote»), di volerle «pagare gli studi all' estero», forma di risarcimento in stile Zulu, la sua etnia.
Zuma - che fino a poco tempo fa era anche il leader del Consiglio nazionale per la lotta all' Aids - ha dato prova di una superficialità e un pressappochismo a dir poco criminali. L' uomo conosceva bene la ragazza. Sapeva delle sue condizioni di salute. Ciononostante ha fatto sesso con lei (se consenziente o meno lo deciderà il tribunale) privo di una qualsiasi protezione. «Non avevo con me profilattici e comunque il rischio era minimo», ha detto Zuma all' esterrefatto pubblico ministero. E poi, ha aggiunto, per «ridurre la possibilità di essere infettato mi sono fatto una doccia, dopo».