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Non c'è futuro per bianchi

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Salar de Uyuni:
''Assurdo.
Eppure con tutto che sono maggioranza, non hanno proclamato uno stato di apartheid. Mentre i boeri che erano minoranza, invece lo hanno fatto. ''

Ah no?
Chissà perchè però con le leggi di ''empowerment'' dei neri,possono venire assunti solo neri,e chissà perchè la polizia chiude un occhio sui massacri che i neri perpetrano contro i boeri...
Ma sai,non ti ricorda quella cosa chiamata...discriminazione positiva...no eh?


"Sud Africa' è sinonimo di 'paradosso'. Inizialmente, questo paese era stato, erroneamente, visto come un luogo dove ci doveva essere una grande tensione razziale. Dopo la scalata al potere dell'ANC nel 1994, si pretese che il Sud Africa fosse entrato in un periodo post-razzista, e molti stranieri hanno addirittura affermato che il Sud Africa era divenuto un esempio di collaborazione multiculturale e multirazziale.
Invece, ogni ottimismo si rivelò ben presto sbagliato. Sembrerebbe invece che il Sud Africa, dopo il suo ingresso nei tempi post-apartheid, sia divenuto il teatro di un confronto razziale al quale prima non si pensava neppure - e non certo perché i sudafricani, negli ultimi dieci anni, siano divenuti più 'razzialmente consapevoli'.
Poche settimane fa, un gruppo di giornalisti negri hanno impedito a giornalisti bianchi, non esclusi alcuni stranieri, di assistere a una riunione dell'Unione di Giornalisti Negri. I giornalisti bianchi 'liberali' hanno espresso la loro sorpresa e la loro ripulsa verso questa iniziativa, che invece è stata appoggiata dai propagandisti giornalistici negri e da politici ugualmente negri.
Dal 1994 il Sud Africa è stato polarizzato dalla volontà di raggiungere 'quote razziali'. Questo, come conseguenza delle politiche governative pilotate dall'ideologia della 'trasformazione' - che si è manifestata come una forma radicale di 'azione correttiva' contro i bianchi (il che significa una 'discriminazione positiva' -"affirmative action"). Nell'economia, nell'istruzione, nello sport, valgono le 'percentuali razziali'. Siccome i negri fanno l'80% della popolazione, l'80% dei medici, degli ingegneri, dei dirigenti amministrativi e dei giocatori di rugby devono essere negri (vedi articolo " Sud Africa, imposto il primo c.t. nero " n.d.r.) - nonostante il fatto che meno dell'1% degli studenti negri riesca a superare gli esami di matematica alla fine della loro carriera scolastica e che la maggioranza di loro preferisca il calcio al rugby.
Un recente incidente che ha attratto l'attenzione di tutto il paese è stato la diffusione di un video satirico fatto da un gruppo di studenti dell'università del Vrystaat. Questo video, che è stato descritto dai media come dilettantesco e volgare, mostrava la partecipazione di quattro addette negre alle pulizie a una specie di rituale iniziatico/magico nelle cucine universitarie di Reitz (Vrystaat) - a Reitz sta una sede dell'università.
Le immagini di donne che, nel rituale in questione, devono ingerire ogni sorta di pattume e anche prendere parte a una corsa a ostacoli e a una partita di rugby, sono state segnalate dalla stampa locale ed estera come come un fatto razzista: fino a che la CNN non diffuse anch'essa una parte del video.
Per circa due settimane il video del Vrystaat fu la 'notizia' più importante nel paese e fece del 'razzismo' il problema principale nel medesimo. Nel video non si mostravano incidenti personali o fatti di sangue, ma questo non servì a diminuire l'isteria di massa inscenata dai media. Quando si ricordi che negli ultimi 10 anni circa 30.000 bianchi sudafricani sono stati assassinati da negri e che circa 70.000 donne bianche sono state violentate da negri, un video studentesco potrebbe anche non sembrare una cosa tanto importante.
Ma nei tempi odierni, nei quali i bianchi vengono indicati come colpevoli e i negri sono stati resi feroci, il video è arrivato come il cacio sui maccheroni. Ci ha fatto vedere perfettamente che il sogno di un Sud Africa 'non razziale' non è altro che un fantasma. L'apartheid aveva tenuto le razze separate, invece la 'trasformazione', ha scatenato per la prima volta l'odio razziale nel paese - in particolare, quello dei negri verso i bianchi. Non mancano certuni, fra i negri, che assicurano che in Sud Africa ci vuole un dittatore come Robert Mugabe che mandi via tutti i i bianchi senza curarsi delle conseguenze.
E' probabile che questa sia la prima volta che il fatto 'razza' sia divenuto il problema fondamentale del Sud Africa, dal punto di vista politico, sociale, culturale. Quanto più certi 'scienziati', politici e giornalisti negano la realtà del fatto biologico razziale, tanto più esso diviene un fattore politico e un marchio di identità. La 'trasformazione' genera ogni sorta di situazioni assurde, per cui, per esempio, gli ingegneri bianchi non possono più lavorare nella fornitura nazionale dell'elettricità, con la conseguenza di interruzioni croniche nella fornitura del servizio elettrico. Ma l'ossessione razziale dell'élite negra e di certi 'intellettuali' bianchi di sinistra, sta spingendo il paese verso il baratro.
E' possibile che un giorno arrivi a esserci uno sterminio generalizzato della popolazione bianca del paese o una fuga in massa della medesima, come è successo in Zimbabwe - staremo a vedere. C'è anche la possibilità che in Sud Africa si sviluppi una guerra civile o qualcosa di peggio. Se un semplice video può polarizzare la nazione, quali potranno essere le conseguenze della fanatizzazione tnica, soprattutto dei negri, portata avanti dai media? "

Stealth:

--- Citazione da: Salar de Uyuni - Maggio 26, 2010, 20:48:47 pm ---'Ma sai,non ti ricorda quella cosa chiamata...discriminazione positiva...no eh?
--- Termina citazione ---

Esattamente. ;)

Salar de Uyuni:
Ecco alcuni esempi di luminosa civiltà del nuovo governo sudafricano:

''Dopo le ripetute dichiarazioni del ministro della Salute sudafricano Manto Tshabalala-Msimang, che consiglia da anni una dieta vegetale come panacea per il rallentamento della malattia, il nuovo studio smentisce seccamente e in forma ufficiale la presa di posizione da parte delle autorità governative sudafricane, convinte dell'efficacia delle cure tradizionali nella lotta contro l'Aids.

Manto Tsahabalala-Msimang




Eppure nè la ricerca ufficiale, nè il vespaio di polemiche sollevato dalla recente destituzione del viceministro della salute Nozizwe Madlala-Msimang (molto attiva nelle campagne anti-Aids) sono bastati a far cambiare idea al presidente Thabo Mbeki: "Continuiamo a considerare Tshabalala-Msimang un'eroina. E' lei la promotrice del sistema sanitario pubblico sudafricano, uno dei pochi a voler garantire la salute a tutti, e non solo ai ricchi".

Alla base della necessità del mondo accademico sudafricano di ribadire l'esigenza di cure farmacologiche mirate contro l'Aids, ci sarebbe quindi la gravissima situazione del Paese che, secondo le stime ufficiali, ospita quasi cinque milioni di sieropositivi, in gran parte donne in età fertile e bambini. In alcune regioni la percentuale dei malati raggiungerebbe il 60 per cento della popolazione.

In particolare Tshabalala-Msimang, laureata in medicina in un paese dell' Est Europa durante gli anni dell'apartheid, si è esposta in più occasioni alle critiche della comunità scientifica internazionale per aver negato con forza la connessione tra Hiv e Aids, rifiutando quindi l'uso dei farmaci antiretrovirali essenziali per rallentare la progressione del virus.

Nell'agosto del 2006, alla sedicesima conferenza internazionale di Toronto, la donna aveva sostenuto di fronte a 24 mila delegati provenienti da tutto il mondo la necessità di "una soluzione africana per un problema africano", rivelando che una dieta a base di barbabietole, aglio, limone, patate africane e olio extravergine sarebbe stata in grado di contrastare efficacemente l'epidemia. Oltre ai rimedi vegetali la Tshabalala-Msimang avrebbe inoltre consigliato ginnastica e uno stile di vita controllato, lontano dall'abuso di alcool e sesso.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, il governo sudafricano sospetterebbe infatti una vera e propria cospirazione da parte delle autorità internazionali, accusate di voler arrestare la "rinascita" dello Stato, ambizioso obiettivo ribadito da Mbeki fin dalla sua elezione a presidente. Giocherebbero inoltre un ruolo determinante veri e propri meccanismi di rimozione della malattia, e la volontà condivisa all'interno della collettività di affrontarla con strumenti made in Africa. E capita che i medici tradizionali riconosciuti dal governo non si limitino ai consigli sull'alimentazione, e suggeriscano ai malati pratiche come la deflorazione di una vergine per liberarsi dall'"infiammazione"; perchè è proprio così che viene considerata la malattia.

http://it.peacereporter.net/articolo...cura+fai+da+te

*

L' uomo del ghetto doveva diventare il prossimo presidente del Sudafrica. Era scritto nella sua storia: veterano della lotta contro l' apartheid; anni di carcere in compagnia di Nelson Mandela; una carica importante nel Paese finalmente liberato dal dominio razzista dei bianchi, vice e delfino designato del presidente Thabo Mbeki dal 1999 al 2005. Invece Jacob Zuma ha perso tutto. E nel peggiore dei modi: alla sbarra per stupro.

L' importante personaggio sudafricano ha 63 anni, tre mogli e un numero considerevole di figli. Lei, la giovane che lo ha denunciato, di anni ne ha 31 e una storia difficile alle spalle. Violentata tre volte in passato (il Sudafrica detiene il triste primato di stupri, oltre 55 mila denunciati ogni anno, quattro volte quelli degli Stati Uniti, molti di più quelli «dimenticati»), è sieropositiva e, dato non secondario, è la figlia di un «compagno» di prigione di Zuma.

Ha asserito di essere pronto a sposare la giovane («Ho già preparato le vacche per la dote»), di volerle «pagare gli studi all' estero», forma di risarcimento in stile Zulu, la sua etnia.

Zuma - che fino a poco tempo fa era anche il leader del Consiglio nazionale per la lotta all' Aids - ha dato prova di una superficialità e un pressappochismo a dir poco criminali. L' uomo conosceva bene la ragazza. Sapeva delle sue condizioni di salute. Ciononostante ha fatto sesso con lei (se consenziente o meno lo deciderà il tribunale) privo di una qualsiasi protezione. «Non avevo con me profilattici e comunque il rischio era minimo», ha detto Zuma all' esterrefatto pubblico ministero. E poi, ha aggiunto, per «ridurre la possibilità di essere infettato mi sono fatto una doccia, dopo».

Salar de Uyuni:
L'unico posto dove davvero 1 donna su tre è stuprata,è il Sudafrica postapartheid,ma le femministe si guardano bene dal denunciarlo...tutto va ben,madama la marchesa,dopotutto sono femministe,a loro delle donne che gliene frega?

icarus.10:

--- Citazione da: Salar de Uyuni - Maggio 26, 2010, 21:11:16 pm ---L'unico posto dove davvero 1 donna su tre è stuprata,è il Sudafrica postapartheid,ma le femministe si guardano bene dal denunciarlo...tutto va ben,madama la marchesa,dopotutto sono femministe,a loro delle donne che gliene frega?

--- Termina citazione ---

Ah sì??? chi te lo ha data questa "statistica"??? Il Ku Klux Klan?? le femministe bianche e bionde Boere?

Non si tratta di "discriminazione positiva" o di "razzismo all' incontrario"( io mi oppongo all' ipocrisia del politically correct), ma è naturale, logico, anche se non giuistificato, che qualche frangia si possa scatenare contro coloro in passato erano loro carnefici e segregazionisti. E' la logica del risentimento e della vendetta.

Però i dati da te citati e snocciolati a riguardo della violenza contro i boeri, non hanno base scientifica e assomigliano molto a quelli presentati dalle associazioni femministe. Credibilità: zero.

Salar, il tuo è complottismo spicciolo e reazionario. Stai trasformando gli aggrediti e i perseguitati in aggressori e persecutori.

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