Buona sera
Rilancio la mia presenza nel forum, purtroppo dovuta ad una mole incredibile di lavoro, relativa anche ad iniziative maschili che non vedo l'ora di poter riferire in
pars construens, con questo topic-sfogo.
In giro sento e leggo spesso: "La violenza maschile non ha razza né etnia" oppure "Anche gli italiani violentano ed uccidono le donne"...
Sarà vero? Forse.
Ammettiamo che lo sia.
Secondo voi non c'è nessuna differenza fra un italiano che ammazza una donna ed uno straniero che lo fa?
Immaginate di essere un uomo che si sposa, vive la sua vita lavorando come un mulo per sua moglie, mette al mondo dei figli, lavora come un mulo per loro, giunge ai 50 avendo faticato per tutta la vita e poi… Scopre che i figli erano di qualcuno con cui la sua cara moglie l'aveva tradito. Badate non giustifico l'atto scellerato che ne può derivare, però considerate bene la questione. Un'intera vita
sprecata, a farsi il mazzo
per i figli di un altro, per la donna di un altro: un'intera vita svuotata del proprio significato, una vita intera che perde di senso, un uomo
ucciso, non fisicamente, ma dal raggiro di una donna.
Un danno assoluto perpetrato tramite la beffa. E la giurisprudenza fa forse qualcosa per difendere un uomo da una situazione del genere? No, niente di niente: qualsiasi controllo esercitato sulla madre per accertarsi la paternità è "oppressione patriarcale" è "maschilismo". Invece sfruttare un uomo peggio di un animale,
sacrificare la vita di un uomo per i "superiori" bisogni di una donna fedifraga è il matrimonio moderno. Di più: è la vita alla quale, con o senza matrimonio, gli uomini occidentali sono condannati.... Ed un uomo in questa situazione un giorno dà di matto. Non dovrebbe farlo, ma lo fa. E nessuno può negare che complice di questo suo gesto è il femminismo, che complice di questo suo gesto è la menzogna femminista che permea le nostre istituzioni. Non dico che il gesto sia legittimo: nessuno ha il diritto di uccidere o di nuocere. Però un uomo messo in quelle condizioni non ha molte alternative…
questo bisogna ammetterlo. Un crimine spregevole, sì, ma un crimine spregevole di un criminale reso tale dalla disperazione....
Mi dite cosa c'entra tutto questo con gli assassini di Pamela e Desirèe? Me lo spiegate? Perché io veramente non l'ho capito. E sono stufo di sentire paragonare gli italiani a quelli.
In entrambi i casi si tratta di criminali. Su questo non ci piove. Ma il tipo di criminale, di persona (sempre che nel secondo caso si possa parlare di persona), di moventi, di gesto, è completamente diverso. Non c'entrano nulla. Proprio zero.