Cari amici e cari nemici
comunico la variazione del mio stato civile: il mio matrimonio è stato annullato dal tribunale ecclesiastico di Venezia.
Intendiamoci, non è una vittoria, ma la certificazione di una sconfitta.
E tuttavia lo ritengo un passaggio importante: in una società dove le leggi ecclesiali contano meno di uno starnuto, dove quando dici che hai chiesto l'annullamento ti guardano strano, dove conta solo chi è condannato a pagare e quanto, questa sentenza per me e credo come simbolo, è importante.
OK. Adesso sono nella situazione migliore possibile: Posso sposarmi in chiesa e il parroco non può comunicare i dati del mio matrimonio allo stato perchè per lo stato sono ancora sposato!
Questo è il meglio che un italiano oggi possa aspettarsi: lo stato che dovrebbe tutelare il matrimonio, in realtà oggi ne è il peggiore nemico.
La fatica maggiore che faccio è spiegare ai (quasi)cattolici che la separazione e il divorzio sono prassi del tutto contrarie alla dottrina cattolica, l'annullamento no, per cui i separati/divorziati sono in una condizione peggiore dell'annullato.
È un ragionamento semplice. Perchè è così difficile da capire?