Il secondo articolo che merita una demitizzazione è il seguente:
https://www.donnamoderna.com/news/societa/chi-sono-gli-incel-cosa-significa-elliott-rodgerL'articolo comincia subito con una
criminalizzazione: il termine Incel viene accostato a crimini commessi da un (uno!) Incel, meno significativamente rispetto a quanto avviene in altri articoli, e tuttavia l'accostamento è volontario e colpevole. Il fatto che un autoproclamantesi Incel abbia voluto uccidere delle donne bionde per "punizione" non significa che fosse un Incel - non a pieno titolo, dal momento che, come vedremo, gli incel sono soggetti fondamentalmente
sani mentre l'omicida in questione, se non malato, aveva esacerbato il proprio malessere proponendo una risoluzione dello stesso
diametralmente opposta a quella Incel, la quale consiste nel ragionare su come si possa trasformare la propria situazione di celibato involontario per trovare una ragazza od una moglie. Ancora più sciocco ed assurdo sarebbe voler vedere dietro al gesto una "logica" che
determina il gesto violento e chiamare questa logica "movimento Incel". Il movimento Incel non è una "logica della violenza" e, semmai ve ne fosse una, essa sarebbe insita negli stessi soggetti violenti.
Segue la canonica
patologizzazione del movimento Incel.
La parola "incel", in realtà, ha un'origine decisamente meno drammatica: è stata coniata infatti nel 1993, quando Alana, che ha scelto di non divulgare il suo cognome, oggi 43enne e allora studentessa della Carleton University di Ottawa, l'ha usata per la prima volta per creare un sito chiamato "Alana's Involuntary Celibacy Project". Il primitivo blog aveva lo scopo di raccogliere le esperienze personali di Alana, che sempre riscontrato difficoltà a intessere relazioni interpersonali, e di tutte quelle persone affette da quella che potremmo definire timidezza patologica al punto da essere soli, ma senza desiderarlo. Essere involontarimente celibe è ben diverso da essere single, e in molti casi presuppone la convinzione di essere rifiutati dagli "altri" per via del proprio aspetto fisico o di alcune connotazioni caratteriali.
Attribuire al termine "incel" un significato patologico, come se fosse un disturbo mentale, è indubbiamente un modo meschino per trarsi d'impaccio. Non conosco il caso di Alana, guardacaso una donna (che per come vanno le cose oggi ed ancor più negli anni '90, non poteva essere incel come lo sono gli incel di oggi), quindi non posso dire se si tratti di un caso di
timidezza patologica, come asserisce l'autrice.
Tuttavia il termine "incel", così com'è usato nel contesto della manosfera od androsfera, non indica affatto una timidezza patologica.
Parlando di
timidezza patologica ci riferiamo ad una condizione mentale
borderline:
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/timidezza/ .
Stando al sito
Ipsico, che è una fonte attendibile, la timidezza patologica è un grado eccessivo di timidezza, la quale entro una certa soglia rientra nella normalità. Cito:
Quel che pare caratterizzare le persone timide, seppur in gradi molto differenti, è la sensazione di essere sottoposte all’osservazione e al giudizio degli altri, giudizio che temono essere negativo. Questo può alimentare bassa autostima e scarsa fiducia in se stessi, che aumentano a loro volta il timore di non essere accettati.
L'incel non accetta che a definire il proprio valore siano le donne o lo stato di cose attuale in materia di vita sessuale,
quindi non ha una bassa autostima:
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/bassa-autostima/ .
L'incel non è un vocel, non rinuncia affatto ad accoppiarsi, e pertanto non soffre nemmeno di insicurezza:
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/insicurezza/ .
La timidezza patologica confina inoltre con patologie vere e proprie, che sono
la fobia sociale (
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/fobia-sociale-ansia-sociale/) ed il
disturbo evitante di personalità (
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/disturbo-evitante-di-personalita/).
Inutile dire che l'attribuzione di questi disturbi agli incel è una cosa ridicola. Soffrire di questi due disturbi
non c'entra un bel niente con il fatto di essere costretti al celibato dal rifiuto femminile, cosa che non dipende certo da un autoisolamento o da un'incapacità di sopportare le situazioni sociali. A meno che non si voglia considerare del tutto
impossibile che una donna rifiuti un maschio "brutto e sfigato". --->
Provare per credere.
Di seguito l'articolo assume tratti addirittura ingiuriosi nei riguardi dell'ideologia incel.
Secondo gli amici e i colleghi di corso, Minassian era un solitario e, poco prima di mettersi alla guida di quel furgone, aveva scritto su Facebook uno stato inneggiante a quella che ora viene chiamata "ideologia incel" e che ha il suo vate protettore nel 22enne Elliott Rodger.
Elliot Rodger sarebbe, secondo l'autrice, nientemeno che il "vate protettore" della "ideologia incel", come se gli incel fossero un gruppo di uomini che si riuniscono per idolatrare i criminali e farne l'apologia. Cosa
totalmente falsa.
La sua era un vendetta mirata: le vittime predestinate, infatti, dovevano essere tutte le "hot blonde girls" (le belle ragazze bionde) che, a suo dire, non avevano fatto altro che rifiutarlo per tutta la vita al punto che, alla sua età, era ancora vergine.
"A suo dire". Qui l'autrice intende dire che Rodger non era senz'altro stato rifiutato da "tutte" le hot blonde girls del mondo ed in particolare non da quelle alle quali sparò. Tuttavia
sottintende che Rodger non fosse stato affatto oggetto di rifiuto da parte di alcuna donna, e che tutto sommato quello che "sembrava" un rifiuto era in realtà
una mancanza di Rodger stesso, il quale evidentemente era "responsabile" dei mancati rapporti sessuali perché "non ci metteva sufficiente impegno". Fermo restando che davvero al rifiuto femminile concorre una
mancanza del maschio, non certo derivante da un disturbo o da una cattiva condotta, ma dalle pure e semplici condizioni genetiche, economiche e sociali, non è certo
lui a rifiutarsi da solo. Se l'articolo fosse stato scritto da un uomo avremmo potuto parlare di
delirio di onnipotenza: il rifiuto femminile sarebbe "a suo dire" perché
è impossibile che una donna si rifiuti di fare sesso e soprattutto l'uomo ha l'assoluto potere di portarsi a letto una donna. Che dire. Assurdo. Se il messaggio è questo:
provare per credere (o meglio, per capire che si tratta di una balla).
"A suo dire". Vabbè.
Guardacaso poi l'autrice accusa Rodger proprio di questo, di delirio di onnipotenza, quello di cui Rodger indubbiamente
non soffriva e che invece caratterizza il 90% delle persone che credono nella "bellezza interiore", nel "saperci fare", etc., e cioè delle persone che credono a ciò che l'autrice velatamente propina.
Nei video, Rodger è in macchina mentre spiega, alternando risate isteriche a deliri di onnipotenza, perché la causa di tutta la sua infelicità sono le donne, colpevoli a suo dire di preferire ragazzi stupidi ma popolari, a lui, che si definisce senza ironia "un gentleman supremo".
L'errore di Rodger è proprio questo: colpevolizzare le donne per le loro preferenze sessuali. Per questo motivo non è un incel. Le donne andrebbero responsabilizzate (e colpevolizzate se serve) per
ben altri motivi, dei quali si discute ampiamente su questo forum da anni. Tuttavia l'autrice non manca di ripetere: "a suo dire". Sicuramente le donne, relativamente alle loro preferenze, sono colpevoli
soltanto "a suo dire". Tuttavia
non soltanto "a suo dire" hanno tali preferenze.
Giocata così com'è, sull'equivoco volontario e fraudolento, per un po' di tempo non riuscirò ad ascoltare l'espressione "a suo dire" senza sentirmi a disagio.
L'autrice non manca di sparare a zero su Jordan Peterson, la cui citazione è l'unico discorso dotato di senso in tutto l'articolo. Vale la pena riportarla:
"(a proposito di Minassian) era arrabbiato con Dio perché le donne lo rifiutavano. La cura per questo male è la monogamia forzata. A dirla tutta, questa è la ragione per cui la monogamia è nata".
Segue il commento dell'autrice, che è sostanzialmente un delirio da smontare punto per punto:
1.È facile intuire perché queste sono idee pericolose, 2.oltreché prive di alcun fondamento scientifico. 3.Di fatto, deresponsabilizzano del tutto i comportamenti e le decisioni degli uomini e 4.categorizzano le donne come involucri, corpi privi di autonomia decisionale, 5.al punto da poter essere "ridistribuiti" per il mantenimento della stabilità sociale.
1.Le tesi di uno psicologo non sono "idee pericolose". 2.Si basano su una mole di studi, sperimentali, analitici e sociologici, immensa. 3.Evidenziano come l'uomo sia responsabile e capace di riorganizzare la società in modo funzionale. 4.Evidenziano come le preferenze femminili siano determinanti per la vita umana. 5.Spiegano come l'energia libidica sia una forza che, rettamente organizzata, può aiutare a produrre stabilità sociale e prevenire la violenza.
Insomma, l'autrice, con la tipica presunzione femminile di fronte alla scienza, non manca di palesare la superficialità delle sue letture, la sua ignoranza, e la sua incapacità di comprendere tre righe di testo.
Se queste sono le giornaliste…
Persi tutti gli appigli per sostenere le sue tesi insostenibili, all'autrice non resta, come al solito, che evocare lo spauracchio della misoginia.
Ecco perché molti analisti del fenomeno hanno sottolineato come, in realtà, al cuore del fenomeno incel non ci sia una richiesta di aiuto ma piuttosto una mal nascosta, e spesso violenta, forma di misoginia. Ad alcuni di loro non interessa migliorare la propria condizione, lavorando su se stessi e sul proprio rapporto con gli altri, né impegnarsi per abbattere tutte quelle barriere che nella nostra società rendono la vita sentimentale delle persone più difficile, soprattutto quando queste non si allineano a determinati standard. Non credono sia utile allargare gli ideali di bellezza e desiderabilità e neanche, più prosaicamente, che sia necessaria una maggiore tutela dei lavoratori del sesso.
Lo scopo del movimento incel è proprio il seguente: "migliorare la propria condizione, lavorando su se stessi e sul proprio rapporto con gli altri, e impegnarsi per abbattere tutte quelle barriere che nella nostra società rendono la vita sentimentale delle persone più difficile, soprattutto quando queste non si allineano a determinati standard".
Una volta svolto il lavoro su se stessi e sul proprio rapporto con gli altri, requisito imprescindibile per chi voglia definirsi a pieno titolo incel o hicel, non resta che abbattere tutte quelle barriere che nella nostra società rendono la vita sentimentale degli incel più difficile.
Ora qualcuno mi spieghi come ciò sia possibile se non discutendo i propri problemi con altre persone che ne hanno di analoghi e cercando delle soluzioni efficaci e democratiche: silicet, come ciò sia possibile senza il movimento incel. Me lo spieghi l'autrice, se leggerà questo commento, perché io personalmente un'altra via non la vedo.
"Non credono sia utile allargare gli ideali di bellezza e desiderabilità" no, questo non solo non è utile, ma è semplicemente impossibile. Le preferenze sessuali fanno parte del nostro corredo genetico e non sono "allargabili": d'altro canto se le donne fossero davvero disposte, come le femministe ci dicono essere nell'intenzione di ogni donna, a preferire maschi beta, il fenomeno incel non esisterebbe. Invece esiste. Quello che non esiste è il fenomeno incel declinato al femminile: le donne trovano
sempre qualcuno più bello di loro con cui accoppiarsi. Sempre.
Poi c'è questa frase: "e neanche, più prosaicamente, che sia necessaria una maggiore tutela dei lavoratori del sesso". Che vuol dire? Qualcuno me la spiega? E' totalmente fuori contesto.
Infine l'autrice non manca di dire che, in fondo in fondo, gli incel non esistono perché:
Questo tipo di uomini non può essere definito "solitario", perché non è interessato realmente alla compagnia di qualcuno, ma è frustato perché vorrebbe possedere, come fossero oggetti, tutte le ragazze più belle che gli capita di incontrare.
Cioè lo stravolgimento totale del concetto di incel.
Il presupposto sbagliato è sempre lo stesso: gli incel sarebbero frustrati perché avrebbero mire di possesso e di dominio sulle donne e quindi le donne scapperebbero da loro. Inutile dire che non è così. Gli incel sono frustrati perché vengono rifiutati. Tutto qui. Se trovassero delle donne disposte a fare sesso con loro, a godere della loro compagnia, non sarebbero incel. Il fatto è che le donne
non li vogliono e se ne sbattono di loro. Altro che oggetti: qui i
soggetti sono proprio le donne. Sono loro che rifiutano le avances.
Se davvero, come sottintende l'autrice, il rifiuto non sarebbe determinato dal fatto di non corrispondere alle preferenze LMS, allora ci spieghi un po' cosa un incel debba fare per essere attraente agli occhi di una donna, a parte essere gentile ed a modo. Curiosamente nessuno lo spiega, perché l'unica spiegazione valida è la preferenza femminile per gli LMS e cioè la spiegazione che sono gli incel stessi a dare.
D'altro canto l'autrice non può darci spiegazioni, perché sa benissimo che le ragioni son quelle. Infatti più su scriveva:
Dietro a un celibato "forzato", invece, possono esserci ben altre motivazioni: lo stato di salute, la provenienza etnica o la collocazione geografica, la capacità economica, infine la scelta personale.
Sullo stato di salute sorvoliamo.
Provenienza etnica: cioè essere bianco (e non un bianco chad o tommy).
La collocazione geografica: cioè vivere in occidente.
La capacità economica: cioè essere povero.
La scelta personale (che trattandosi di celibato
forzato non può essere del celibe): cioè la preferenza femminile per gli altri maschi.
Più chiaro di così.