Comunque faccio veramente fatica a giustificare o capire il motivo dell'odio e del rancore che provano verso gli uomini (e parlo anche delle donne comuni), del loro continuo atteggiarsi ad esseri superiori, a criticare e denigrare continuamente gli uomini.
Io mi riferisco prevalentemente alle donne comuni, anche perché di femministe dichiarate ne conosco personalmente solo una.
Trattasi di una quasi trentenne, bisessuale.
Per il resto non ce n'è una che dica di esserlo, mentre nei fatti lo sono.
Basta ascoltare attentamente i loro discorsi, dai quali, tra l'altro, si evince chiaramente che sono un po' tutte convinte di essere superiori agli uomini, considerati dalle medesime una massa di poveri coglioni ritardati.
E mi riferisco anche a banalità, tipo ad una cena tra giovani maschi e femmine, con quest'ultime sempre pronte a fare le maestrine anche sulle scelte culinarie dei primi.
(Il contrario non accade mai.)
Oppure all'uomo 50-60enne che alla sua età si fa ancora
portare per mano dalla moglie, quando va a fare la spesa al supermercato, oppure deve acquistare dei pantaloni o delle camicie in qualche negozio d'abbigliamento.
Son scene a dir poco deprimenti.
Infatti, come ho già avuto modo di scrivere in passato, quella che deve cambiare radicalmente è la mentalità maschile, che soventemente è ancora ferma agli anni Settanta-Ottanta.
Quella che deve scomparire è anzitutto la c.d. "cavalleria maschile", che tanti danni ha fatto agli uomini e in gran parte seguita a fare pure oggi.
Uomini che devono imparare a rapportarsi in modo serio e non compiacente e "buffonesco" verso le donne, come accade ancora oggi.
Anche i corteggiamenti vecchio stampo devono finire, come deve finire la storia secondo la quale devono essere (quasi) sempre gli uomini a tirar su il portafoglio quando si relazionano con l'inesistente
gentil sesso.Se tante cose son cambiate per gli uomini è altrettanto vero che lo stesso deve accadere per le donne, poiché a maggiori diritti devono corrispondere maggiori doveri.