Autore Topic: La vexata quaestio del lavoro femminile  (Letto 7670 volte)

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Online Massimo

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La vexata quaestio del lavoro femminile
« il: Gennaio 12, 2019, 19:22:25 pm »
Premesso che io stesso sostengo da anni che paragonare lo sport femminile a quello maschile fa "morire" dal ridere - considerando l'incolmabile divario esistente tra i due sessi -, per non parlare di tutte le volte che ho fatto riferimento al vizietto tipicamente femminile di rompere i coglioni e di parassitare ogni ambito maschile, credo bisognerebbe prendere atto del fatto che noi viviamo nell'Italia (e nell'Occidente) del XXI secolo, ragion per cui è altamente autolesionistico proporre il ritorno in massa delle donne in casa.
Non farebbero altro che rompere i coglioni ulteriormente. Anzi, si troverebbero nella condizione di giudicare noi senza dover rischiare i fallimenti in proprio. In fondo era così che andava nella famiglia "patriarcale": la moglie diceva al marito: "Vai avanti e combatti pure le tue battaglie. Se tu vinci, io mi impadronirò dei tuoi successi, li farò miei e me ne vanterò di fronte ai miei familiari e alle mie amiche come se fossero miei. Se le cose invece ti andranno male, il fallimento sarà soltanto tuo!". No, non è il ritorno delle donne a casa la strada da percorrere. La strada è invece un'altra: abbandonare le donne a loro stesse, lasciarle sbagliare e non soccorrerle. Ma lo capiremo mai?

Offline Vicus

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #1 il: Gennaio 12, 2019, 19:57:39 pm »
Quanto dici ha una sua logica con le attuali leggi sul divorzio (se la moglie non lavora prende ancora di più) ma l'indipendenza economica, che venga dai tribunali o dal lavoro, è la causa principale di separazione. Una mia conoscente ha detto che non ha divorziato molti anni fa perché sarebbe finita in mezzo a una strada. E la coppia non andava così male (ora parlano di tornare insieme).
Per quel che vedo da sempre, i problemi di coppia aumentano quando la moglie lavora; in misura esponenziale se ha una "carriera" perché non rispetta il marito (come mi ha confermato un'amica) e ha la testa altrove.
Ne risentono anche i figli scaricati in asili nido o dalle tate (che costano) e le stesse donne che diventano insopportabili quando scoprono cosa significhi occuparsi di casa e lavoro insieme.

Malgrado le leggi attuali, le uniche coppie che conosco che funzionano sono quelle in cui la moglie è casalinga (anche se ovviamente, questo da solo non basta). E con almeno quattro figli, perché come diceva l'insospettabile Mercimonio quando hai una nidiata di pargoli non hai modo nemmeno di pensare a sfasciare una famiglia.
« Ultima modifica: Gennaio 12, 2019, 20:14:22 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline catoblepa

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #2 il: Gennaio 12, 2019, 20:11:07 pm »
le donne professionalmente di successo dovrebbero mettersi con uomini che guadagnano meno di loro o anche con mariti padri a tempo pieno. ma non sembra ci siano segnali di cambiamento nelle loro femminili: continuano a volere un uomo che guadagni di più o al limite quanto loro. la pubblicistica femmil-femminista non mi sembra proprio le abbia mai incoraggiate a cambiare tendenza. piuttosto le incoraggerebbero a diventare madri single, come succede in America dove il 40% dei figli nasce da donne non sposate, che perlopiu significa donne single o in relazioni non stabili o durature.

Offline Vicus

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #3 il: Gennaio 12, 2019, 20:20:25 pm »
Hai descritto con esattezza l'inevitabile risultato a cui porta il lavoro femminile.
Le donne quando hanno da spendere passano da una relazione all'altra o si fanno il toy boy come ai tempi di Giovenale, nulla è cambiato.
Non è un fatto solo materiale. Sposeranno un disoccupato il giorno in cui uomini "professionalmente di successo" impalmeranno donne coi baffi e le sopracciglia unite.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline catoblepa

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #4 il: Gennaio 12, 2019, 20:51:57 pm »
il problema sarebbe meno grave se ci fosse simmetria sessuale tra uomini e donne ma non c'é: per un maschio non è difficile essere attratto da piu o meno qualsiasi femmina relativamente giovane e non grassa, le donne invece provano attrazione solo per una ristretta percentuale di uomini, quelli con le caratteristiche fisiche e sociali migliori. la liberazione sessuale e l'emancipazione femminile portano alla formazione di harem a beneficio di pochi mentre molti altri vedono le proprie possibilità di vita relazionale o sessuale ridotte. se provi a discutere con le femministe o con altri progressisti di queste cose ti diranno che la colpa è dei ruoli di genere e con il giusto condizionamente sociale si possono rendere le relazioni inter-genere simmetriche.
personalmente io non ci credo e i dati che ho visto finora confermano i miei sospetti. è un dilemma piuttosto grosso per chi come me crede nella libertà personale (e quindi non vuole che le donne siano costrette a essere solo mogli e madri) ma allo stesso tempo è realista riguardo la natura umana. 

Offline Vicus

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #5 il: Gennaio 12, 2019, 21:40:56 pm »
personalmente io non ci credo e i dati che ho visto finora confermano i miei sospetti. è un dilemma piuttosto grosso per chi come me crede nella libertà personale (e quindi non vuole che le donne siano costrette a essere solo mogli e madri) ma allo stesso tempo è realista riguardo la natura umana.
Appunto, si può progredire - o regredire - su qualunque cosa ma cercare di forzare la natura umana secondo ideologie utopiche produce solo disastri.

Non si tratta di "costringere" le donne, ma di proporre modelli sociali sostenibili, quindi la dignità del ruolo di moglie e di madre, invece di dir loro che senza lavoro sono oppresse* e non esistono, al resto penserà la natura.

Conosco diversi uomini con impieghi modesti (operai, impiegati) che hanno mogli niente male che, visto il numero di figli, non li mandano certo in bianco.

* Occuparsi di una bella famiglia è un privilegio rispetto a lavorare per una multinazionale.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline gluca

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #6 il: Gennaio 12, 2019, 22:25:03 pm »
il problema sarebbe meno grave se ci fosse simmetria sessuale tra uomini e donne ma non c'é: per un maschio non è difficile essere attratto da piu o meno qualsiasi femmina relativamente giovane e non grassa, le donne invece provano attrazione solo per una ristretta percentuale di uomini, quelli con le caratteristiche fisiche e sociali migliori. la liberazione sessuale e l'emancipazione femminile portano alla formazione di harem a beneficio di pochi mentre molti altri vedono le proprie possibilità di vita relazionale o sessuale ridotte. se provi a discutere con le femministe o con altri progressisti di queste cose ti diranno che la colpa è dei ruoli di genere e con il giusto condizionamente sociale si possono rendere le relazioni inter-genere simmetriche.
personalmente io non ci credo e i dati che ho visto finora confermano i miei sospetti. è un dilemma piuttosto grosso per chi come me crede nella libertà personale (e quindi non vuole che le donne siano costrette a essere solo mogli e madri) ma allo stesso tempo è realista riguardo la natura umana.
Il problema è uno solo: a quarant'anni suonati, dopo averne passati 20 di vita postribolare alla ricerca di quello socialmente più affermato (che, nella migliore delle ipotesi, ovvero che siano esteticamente presentabili, se le scopa e basta, e, dopo un po', fa il reso come coi pacchi amazon e avanti un'altra), il fesso che se le accolla lo trovano uguale, e magari le ingravida pure (visto con i miei occhi, l'ultima volta anno scorso).
Se così non fosse, nel giro di pochi anni, la bolla delle zitelle esploderebbe (nessuna vuol passare la vecchiaia da sola, e pochissime non vogliono procreare, checché ne dicano).

Online Frank

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #7 il: Gennaio 13, 2019, 23:21:23 pm »
Non farebbero altro che rompere i coglioni ulteriormente. Anzi, si troverebbero nella condizione di giudicare noi senza dover rischiare i fallimenti in proprio. In fondo era così che andava nella famiglia "patriarcale": la moglie diceva al marito: "Vai avanti e combatti pure le tue battaglie. Se tu vinci, io mi impadronirò dei tuoi successi, li farò miei e me ne vanterò di fronte ai miei familiari e alle mie amiche come se fossero miei. Se le cose invece ti andranno male, il fallimento sarà soltanto tuo!". No, non è il ritorno delle donne a casa la strada da percorrere. La strada è invece un'altra: abbandonare le donne a loro stesse, lasciarle sbagliare e non soccorrerle. Ma lo capiremo mai?

Con me sfondi una porta aperta, ma il problema è farlo capire all'uomo medio, che in materia di donne ha realmente il cervello corto.
Se così non fosse, non ci toccherebbe fare i carbonari in forum come questo.
Tra l'altro, parlando a titolo personale, di una donna da mantenere non so e non saprei che farmene.
Anzi, questa storia del dover tirar su il portafogli per delle stronze ingrate, che sanno solo sputare veleno, ha veramente stancato.
Poi, d'accordo, io non sono sposato, non mi devo sposare, né devo avere figli; ma resta il fatto che la storia dell'uomo che finanzia la donna deve finire.
Costi quel che costi, perché se le cose devono cambiare per gli uomini (e sono già cambiate...), simmetricamente devono cambiare anche per le donne.
In fin dei conti sono loro che rompono quotidianamente le palle con la storia della "parità", no ?
Bene e allora che "parità" sia.

Offline gluca

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #8 il: Gennaio 14, 2019, 00:35:47 am »
la storia dell'uomo che finanzia la donna deve finire.
Se mai finirà, finirà soltanto quando gli uomini impareranno a vivere pure senza di loro, smettendola di implorarle.
https://mgtowitalia.wordpress.com/2016/11/23/la-legge-di-briffault/
“La femmina, e non il maschio, determina tutte le condizioni della famiglia animale. Se la femmina non trae alcun beneficio dall’associazione col maschio, tale associazione non avrà luogo”
(Robert Briffault, antropologo)

Offline Vicus

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #9 il: Gennaio 14, 2019, 00:39:36 am »
Le donne sono intrattabili anche per questa storia della carriera e dell'indipendenza economica.
Mantenerle funziona solo a certe condizioni (sicuramente non in relazioni casuali), non con le regole attuali.
Il problema sarà presto risolto: avremo la "parità" di una vita da schiavi, ma saremo sostituiti da uomini che spesso le mantengono sena farsi mettere i piedi in testa.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline gluca

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #10 il: Gennaio 14, 2019, 02:53:48 am »
Il problema sarà presto risolto
Sicuro che sarà risolto, ma non credo molto presto.
Da quello che vedo io, le nuove generazioni maschili mi sembrano, anche a causa delle note ristrettezze economiche, molto meno inclini ad aprire il portafoglio per farle contente, nonché molto più consapevoli delle dinamiche alla base del rapporto uomo/donna.
In poche parole, mi sembra che diano loro molta meno importanza di quanta gliene dessero le generazioni precedenti.
Sono molto più disincantati, e questo può essere soltanto un bene.
La questione maschile sarà risolta definitivamente soltanto quando gli uomini avranno imparato ad essere cinici con le donne almeno quanto le donne lo sono con loro.
Vanno, semplicemente, ripagate con la loro stessa moneta.
Vanno utilizzate, non amate. Come fanno loro.

Online Jason

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #11 il: Gennaio 14, 2019, 06:30:51 am »
Citazione
Sicuro che sarà risolto, ma non credo molto presto.
Da quello che vedo io, le nuove generazioni maschili mi sembrano, anche a causa delle note ristrettezze economiche, molto meno inclini ad aprire il portafoglio per farle contente, nonché molto più consapevoli delle dinamiche alla base del rapporto uomo/donna.

Semmai proprio per questo non verrà risolto troppo tardi. Quello che noti tu lo noto anche io, gli uomini under 40 oggi mi sembrano molto menefreghisti nei confronti delle donne , anche solo per semplici relazioni occasionali .

Il problema, come dice vicus, è che se si continua così verremo sostituiti .

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/06/istat-report-sulla-popolazione-in-calo-i-matrimoni-e-quadruplicati-i-divorzi/4607370/
tra i 25 e i 34 anni non sono ancora sposati l’81% degli uomini e il 65% delle donne

Adesso questi numeri fanno paura sul serio .

«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline gluca

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #12 il: Gennaio 14, 2019, 12:52:18 pm »
Per come la vedo io, funziona così:
La maggior parte delle donne vorrebbe procreare, ma pochissime sono disposte a farlo con un uomo di status socioeconomico inferiore a quello di un dirigente.
Questo almeno fino alla soglia dei 40.
Arrivate a quell'età lì, a molte di quelle che non hanno ancora procreato, impazzisce l'orologio biologico, e ghermiscono letteralmente il primo che passa per farsi ingravidare, purché questi non abbia un aspetto repellente e abbia un lavoro (scartano solo i disoccupati), a volte, arrivando a sfasciare famiglie, facendosi ingravidare da qualcuno già sposato (è il caso di un mio vicino di casa).
Quando, causa età ormai troppo avanzata, non riescono a procreare, o ci rinunciano, si accontentano di avere accanto uno qualsiasi che risolva loro la maggior parte dei mille problemi della vita quotidiana, e, di solito, purtroppo, lo trovano, pure alla soglia dei 50 anni.
In effetti, dal punto di vista loro, è la cosa migliore: negandosi agli uomini di status socioeconomico più basso per quasi tutta la durata dell'età fertile, creano un esercito di uomini single che, nella maggior parte dei casi, saranno disposti ad accollarsele pure in età più  avanzata, dato che, a quanto pare, l'uomo medio italiano, che è zerbino dentro, si accolla un troione di 45 anni che ha fatto la zoccola per 20 come la manna dal cielo, pur di non stare da solo, anche quando ha ampiamente oltrepassato gli anta, dunque, loro, non hanno motivo, da giovani, di non tirare i dadi e fare la loro giocata, visto che, a fronte di una probabilità decisamente bassa di accalappiare uno papabile per i loro standard, dall' altra parte, sono sicure di non rimetterci nulla o quasi, visto che, da loro, gli uomini accettano, sostanzialmente, qualsiasi cosa.
Per concludere, il problema, dal mio punto di vista, ha due concause:
1) il calo netto di disponibilità economiche, rispetto a qualche lustro fa, per la maggior parte degli uomini di rango socioeconomico medio/basso, ovvero, la maggior parte della popolazione maschile (negli anni 70 un operaio, manteneva tranquillamente una famiglia di 4 persone con il suo stipendio e basta, oggi non ne bastano due), a fronte di un aumento notevole delle pretese della controparte femminile
2) la tara genetica atavica dell'uomo medio italiano, il quale, sostanzialmente, da una donna, è disposto ad accettare qualsiasi cosa, pur di averla accanto, anche se non ne vale minimamente la pena. In soldoni, una specie di tossico, che, per avere la dose, è disposto a tutto, al quale, dunque, il ruolo di ruota di scorta, calza a pennello.
Per questo dico che la cosa si risolverà, ma non subito: bisognerà attendere che le giovani generazioni di uomini, che sono nettamente diverse, da questo punto di vista, rispetto alle precedenti, oltrepassino la soglia degli anta, ovvero, una quindicina di anni.

Offline Rivarol

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #13 il: Gennaio 14, 2019, 13:00:14 pm »
Il problema delle relazioni uomo-donna oggi è che, molte donne, vogliono da un lato l'uomo di altri tempi, una specie di superman: forte, con il pugno di ferro, leader, che sappia prendere decisioni e che non sia un debole; dall'altro, imbevute di femminismo, vogliono l'indipendenza e fare ciò che gli pare. Non credo le due cose si possano conciliare.

Per quanto concerne il menefreghismo delle giovani generazioni di uomini, potrebbe essere. Al tempo stesso però vi è una sovraesposizione pseudopornografica (o del tutto pornografica) che rende gli uomini di oggi succubi della f*** e di ogni cosa che respiri, con conseguente crescita dello zerbinismo. Tra l'altro, seccondo le statistiche, oggi i giovani trombano meno e peggio di quelli di 50/60 anni fa.

tra i 25 e i 34 anni non sono ancora sposati l’81% degli uomini e il 65% delle donne

Io più che sul matrimonio punterei sull'educazione alla monogamia, contro la promiscuità: relazioni durature, 1 a 1, stabili. Perché oggi, l'alfismo di pochi che possono permetterselo (e di molti che lo sognano ma non l'avranno mai) è un sottoprodotto dell'ideologia femminista e liberale.

Offline gluca

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Re:La vexata quaestio del lavoro femminile
« Risposta #14 il: Gennaio 14, 2019, 13:11:24 pm »
Aggiungo che, dal mio punto di vista, è evidente, a questo punto, il motivo per cui, loro, vedano come il fumo negli occhi il fenomeno della "delocalizzazione" da parte degli uomini italiani, ovvero l' allargamento del raggio di azione alle donne di altri paesi: questo impedisce loro di "tenerli in freezer" come ruote di scorta fino agli anta, dato che rischiano di non ritrovarceli.
Ed è proprio il motivo per cui, ritengo, dovremmo farlo in massa.
Il loro comportamento va boicottato: un uomo giovane ha il diritto di cercarsi una donna in età fertile e di non aspettare che loro facciano i loro comodi fino alle soglie della vecchiaia.