Autore Topic: La Superclasse, agghiacciante programma di Attali  (Letto 2889 volte)

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Offline Vicus

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La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« il: Febbraio 13, 2019, 03:02:35 am »
Ricordo che Attali è socialista. Questo suo articolo programmatico dà i brividi, a paragone Huxley sembra Walt Disney. Già l'apertura surclassa qualunque romanziere distopico:

"L'unica legge del mondo sarà quella del mercato, che formerà un Iper-Impero ineffabile e planetario dove anche la natura sarà dissanguata"

In questo pezzo agghiacciante, uno degli autori dei trattati europei ha raccontato e prefigurato vent’anni fa, con gelida freddezza, l’avvenire che ci stata preparando il sistema di potere di cui  lui è membro.

“Negli Stati Uniti, la classe  operaia è rapidamente dissolta dalla concorrenza della tecnologia del Nord e dei bassi salari del Sud. Il salario operaio cala da 20 anni.  In dieci anni, la proporzione di impieghi  precari è quadruplicata, e la possibilità di restare disoccupato almeno una volta nei cinque anni a venire, è triplicata. Questa precarizzazione tocca  a poco a poco la classe  media: ingegneri, commercianti, impiegati, quadri intermedi sono minacciati dall’entrata dell’informatica nei servizi e per la concorrenza dei loro omologhi nel Sud (del mondo) entrambe accelerate dalla telecomunicazione”.

In questo mondo  di precari, sorgeranno le nuove “fortune”.

“Queste fortune nuove non sono  quelle dei capitalisti tradizionali  né dei dirigenti dei grandi gruppi, ma invece dei detentori di rendite informazionali,   che dispongano, anche per un tempo breve, di un saper o di saper-fare (know-how) unico” .  Sono i “manipolatori di simboli”, le cui “fortune” sono, in fondo, parimenti precarie (il loro sapere ha  mercato “per breve tempo”).

In questo capitalismo globale di alta competizione e bassa inflazione, bisognerà disporre di capitali liquidi, non avere debiti né immobilizzi, e soprattutto  disporre di una “rendita di posizione”  tecnologica (un sapere, una competenza, un’opportunità di essere  un intermediario utile alla  valorizzazione o  circolazione dell’informazione, un’innovazione nel piazzamento di titoli, la genetica, lo spettacolo o l’arte).

Attali descrive estatico questi fortunati: “Coloro che saranno padroni di queste  rendite costituiranno ciò che chiamo una superclasse, perché non si unificano in una classe che deve i suoi privilegi alla proprietà dei mezzi di produzione. Le teorie liberali o  marxiste non si applicheranno a loro: non sono né imprenditori-creatori di posti di lavoro e di  ricchezza collettiva, né capitalisti  sfruttatori della classe  operaia.  Non possiedono né le imprese, nèi terreni, né i posti amministrativi”.

“Essi sono ricchi di un  attivo nomade, monetario o intellettuale e l’utilizzano in modo mobile essi stessi, mobilitando rapidamente del capitale e delle competenze in  combinazioni cangianti, per finalità effimere  in cui lo Stato non ha alcun ruolo.  Essi non voglio dirigere gli affari pubblici (la celebrità  politica è per loro una maledizione)”.

“Essi amano creare, gioire, spostarsi; non si preoccupano di trasmettere le  loro fortune o  potere ai figli: ciascuno per sé. Ricchi, vivono lussuosamente, spesso senza pagare ciò che consumano” . Questi nomadi dell’effimero che stanno  attaccati al telefonino negli aeroporti, sugli aerei, negli hotel del lusso-standard..

“Essi portano con loro  – dice Attali   – il meglio  e il peggio, installando una società  volatile, egoista ed edonista, nel sogno e nella violenza”. :ohmy:

Violenza? Egoismo, edonismo nomade, sogno e violenza? Evidentemente Attali  prefigura  con precisione chiaroveggente  il regime di Macron, di cui i Gilet Gialli provano la violenza, della Erasmus generation  e dei miliardari nomadi, i cui saperi e successi sono ugualmente  effimeri. Quella classe che “si fa passare per detentrice di una conoscenza superiore”, quella  middle class  globale” descritta da Preve, “ caratterizzata  dalla sua facilità di viaggiare, dall’inglese scolastico, dall’uso moderato delle droghe, da una nuova estetica androgina transessuale”, di  cui Emmanuel Macron è  la incarnazione, e addirittura la caricatura.


Attali  sta dalla parte di  questa superclasse.   Lo  dice il disprezzo con cui tratta “le elites tradizionali europee: anch’esse saranno spazzate via da questi nuovi venuti. Civiltà agricola, l’Europa è di fatto meno ben piazzata dell’America per questa vittoria della mobilità.  Farà  più fatica ad accettare che il potere economico non sia più dei proprietari di  terreni, dei muri, di officine, di diplomi. Le sue elites che cumulano queste proprietà divenute anacronistiche saranno a poco a poco declassate.  La Francia è particolarmente mal preparata a questo avvenire. E’ una nazione contadina e statica (statica perché contadina)”.

Non si legge qui la parafrasi degli insulti di cui Macron ha riempito i  i suoi concittadini? “Galli refrattari alle riforme”, “fannulloni, cinici, estremisti” ,  “une foule haineuse” (folla  odiatrice”, detto dei Gilet Gialli), gente  che non fa che lamentarsi, gente “che non sono niente”…

Attali ci ordinava: “Bisogna accettare questa mutazione, perché questa superclasse porta la creatività e il benessere di domani. […]  L’Europa  non deve avere complessi. Nella formidabile fase di  crescita che inizia, e che durerà trent’anni, l’Europa ha tutte le possibilità di essere la  prima potenza del XXI secolo. A condizione di permettere a questa superclasse europea di esprimersi liberamente e di mettere le sue competenze creative  al servizio  del lungo termine e della solidarietà”.

Non sarà come in America, assicura, dove “una superclasse trionfante  galleggerà sulle acque fangose della miseria, e la riuscita di alcuni si  pagherà al prezzo della marginalizzazione del più gran numero e  della violenza de declassati”-

Certo, gongola Attali, “per questo, bisogna immaginare più che un programma politico, una rivoluzione culturale: l’accettazione del nuovo come  una buona novella, la precarietà come valore, l’instabilità come una urgenza e il meticciato come ricchezza.  La creazione di tribù nomadi adattabili   senza  tregua, liberanti mille energie e  portatrici di solidarietà originali”.

“A questo scopo bisogna cambiare tutto – e presto – nel sistema fiscale, educativo e sociale.  Serve una fiscalità che favorisca la creazione più che il possesso di ricchezze, l’innovazione più che la routine, il lavoro ad alto valore aggiunto più che il lavoro non qualificato. E’ assurdo che ci si interessi solo al lavoro non qualificato, abbassando le tassazioni che gravano su di esso, mentre  la disoccupazione più pericolosa per il futuro delle nostre società  è quella dei giovani diplomati, membri potenziali di questa superclasse e  creatori futuri di impieghi non qualificati. Bisogna favorire in ogni modo la creazione  di prodotti, di idee, di intraprese  per cui nascano  impieghi valorizzanti e che ciascuno possa esprimere le sue potenzialità”.

Se obiettate all’idea che bisogna tassare   di più  i meno qualificati,  ossia i poveri,  Attali ha il rimedio: “In contropartita, bisogna imporre una  giustizia sociale più esigente, che assicuri ad ognuno l’eguaglianza delle opportunità  di accedere a questa superclasse. Ossia, cessare di confondere sicurezza e immobilismo, e dare a ciascuno al minimo i mezzi di mangiare, apprendere e di abitare”.

Sentite, assaporate come Attali si esalta a descrivere la sua utopia, il suo ideale di società, miscuglio inestricabile di sessantottismo totale, di rivoluzione permanente o trotzkismo psichico  radicalmente imposto non solo alla società  ma alle anime, in nome del capitalismo ultimo creativo delle competenze fugaci e  dei mercati effimeri, come le rendite. Egli desidera realizzare come utopia questo mondo orribile dove “la liquidazione delle radici forma la base del programma, per cui solo gli sradicati possono accedere alla libertà intellettuale e politica” (ci avvertiva già Christopher Lasch).

E infatti, l’Europa di Maastricht è sempre più evidentemente adattata   su misura della superclasse – e dei suoi maggiordomi del circo mediatico e politico.

Nella realtà, questa società ha fatto apparire anche in Europa uno squallido fenoemno americano: quelli dei “working poor”, dei poveri che, pur lavorando, restano poveri:  perché  le loro paghe sono al disotto del 60 per cento del reddito mediano (non medio)  delle  famiglie.  Lavoratori e  lavoratrici che non riescono ad assicurare il cibo ai figli.

 

La mancanza di lavori a tempo pieno, l’austerità, le tasse gravanti proprio sui redditi bassi, sono fra le cause.  Così come l’enorme estensione dei lavori in nero  ed illegali. I “lavoratori poveri” sono numerosi   nella stessa Germania . Milioni di bambini nei paesi europei hanno  un genitore che lavora ma vivono  in povertà.   Famiglie con un salario devono ricorrere ai pacchi delle banche alimentari, che in Usa ricorrono ai food stamps. Altri  lavorano 60 ore la settimana per poi abitare in tuguri e faticare a cavarsela. Le nuove povertà europee sono la diretta conseguenza della  “utopia”  attaliana.

I Gilet  Gialli lo hanno capito – anche perché di questa decomposizione della sociailità, di questo globalismo, sono fra levittime, e sono in gran parte “working poor” –  mentre gli intellettuali “di sinistra”  lino, e li bollano di fascisti. E’ il caso  tipico rilevato da Costanzo Preve:

Oggi ci troviamo in una situazione nuova: gli intellettuali sono nella stragrande maggioranza più stupidi delle persone comuni”.

Orbene, questo mondo  sta cominciando ad essere messo in discussione   proprio  negli Stati Uniti, ad un livello intellettuale che i nostri “intellettuali” non sospettano nemmeno. Non solo si è capito che i miliardari sono dannosi.

Miliardari, affini ai criminali per irresponsabilità sociale

The American  Interest, bimestrale colto, ha anche cominciato a constatare che i miliardari   che  “vivono in comunità chiuse, viaggiano con jet personali e flotte di autobus privati ​​e mandano i loro figli in scuole esclusive”  eludono vittoriosamente le tassazioni perché non si sentono più obbligati a contribuire, poniamo, ai servizi sociali di un moderno stato sociale. E questo loro rigetto “dall’alto” converge con un altro rifiuto “dal basso “ nelle società globalizzate: “Cartelli della droga, trafficanti di esseri umani, hacker informatici, contraffattori, trafficanti d’armi “ e  mettiamoci i nigeriani cannibali , “che  sfruttano le scappatoie, le eccezioni e le falle  delle istituzioni governative per costruire imperi”, spesso micro-sovranità  neo-tribali incistate nella società come piccole enclaves  impenetrabili.

Tutti e due i gruppi privilegiati opprimono e derubano –  dall’alto  i primi,   dal basso  i delinquenti –  “le classi medie,  – le persone che “giocano secondo le regole” andando a scuola e ottenendo tradizionali lavori della classe media la cui principale virtù è la stabilità. Questo tipo di persone, che non hanno la crudeltà di agire come insorgenti criminali o le risorse per agire come insorti plutocratici, possono solo   assistere all’erosione delle istituzioni sociali  costruite nel corso del 20 ° secolo per garantire un’alta qualità della vita per un’ampia maggioranza di cittadini. A mano a mano che le basi sociali dell’azione collettiva si sgretolano, gli individui delle classi medie potrebbe o dover accettare una progressiva perdita di sicurezza sociale e de facto degrado sociale, o aderire a una delle due cosche del rifiuto”; ovviamente come servi.



 
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #1 il: Febbraio 13, 2019, 04:54:27 am »
Io credo che vada fatta un po' di chiarezza. Non confondiamo "socialista" con "sociopatico": sono due cose diverse.
QUESTO è un socialista, anzi, uno dei padri del socialismo italiano:
« Ultima modifica: Febbraio 13, 2019, 05:08:48 am da gluca »

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #2 il: Febbraio 13, 2019, 04:57:36 am »
Quello riportato sopra uno può pure spacciarlo per il discorso della montagna, ma non è altro che un mein kampf in versione lisergica scritto da un individuo mentalmente disturbato da un evidente patologia di tipo psichiatrico, e che avrebbe urgente bisogno di un TSO.
« Ultima modifica: Febbraio 13, 2019, 05:09:58 am da gluca »

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #3 il: Febbraio 13, 2019, 16:26:24 pm »
Quello riportato sopra uno può pure spacciarlo per il discorso della montagna, ma non è altro che un mein kampf in versione lisergica scritto da un individuo mentalmente disturbato da un evidente patologia di tipo psichiatrico, e che avrebbe urgente bisogno di un TSO.

Sono d'accordo sul discorso del TSO per una situazione di delirio di onnipotenza, tuttavia non dobbiamo trascurare un altro fatto.
Il fatto è che, se questi discorsi vengono fatti da persone comuni, allora per essi si spalancano gustamente le porte dei reparti psichiatrici (i manicomi non esistono più da anni), anche se in realtà la loro pericolosità è decisamente trascurabile.

Invece questi altri folli sono veramente in grado di nuocere, perchè sono i maitre a penser, gli intellettuali, i pianificatori del progresso politicamente corretto, quelli che sono in grado di fare campagne di disinformazione e di influenzare pesantemente la politica globale; aggiungiamo i miliardi dei vari "filantropi", dei promotori delle varie "fondazioni" senza scopo di lucro (perchè hanno già lucrato a più non posso) e avremo risultati catastrofici. Costoro sono in grado di fare cose talmente gravi a danno dell'intera umanità (e le stanno facendo) che in futuro dovranno risponderne in un processo simile a quello di Norimberga.
Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.
Benjamin Franklin, Historical Review of Pennsylvania, 1759

Offline Vicus

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #4 il: Febbraio 13, 2019, 17:50:20 pm »
A me pare che a confondersi col Discorso della Montagna fosse il buon Pertini, che vivendo in un Paese democratico aveva dimenticato la natura disumana del socialismo, mentre Attali si inserisce a pieno titolo nella prassi del comunismo storico.
L'unica cosa che lo differenzia dai dittatori del '900 è una tale certezza dell'impunità, da essere molto più esplicito di loro, che non erano mai arrivati a propagandare i loro orrori.
Comunque ho l'impressione che Attali sia solo un omuncolo con seri problemi, messo lì come portavoce "spendibile": nella società dei media il linguaggio quasi cinematografico nella sua assurda crudezza fa parte dello spettacolo, per creare traumi collettivi e far muovere le coscienze nella direzione voluta.
Costoro sono in grado di fare cose talmente gravi a danno dell'intera umanità (e le stanno facendo) che in futuro dovranno risponderne in un processo simile a quello di Norimberga.
Ne sono certo anch'io. Vi accennano anche il cinema e la narrativa commerciale, che com'è noto preparano la gente agli eventi a venire.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #5 il: Febbraio 16, 2019, 00:10:19 am »
A me sembra che il buon vecchio Pertini avesse le idee chiare su molte cose..
Ce ne fossero, oggi, come lui..
Questo lo diceva nel 1949
Quando si dice avere la vista lunga...


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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #7 il: Febbraio 16, 2019, 05:20:01 am »
Pertini è stato un grande uomo politico, ma non si può considerare un emblema del socialismo (perché non Craxi allora?)
Certo, la UE serve interessi americani: ma c'è dell'altro. La fusione di capitalismo globale e comunismo (con il suo pregiato know-how repressivo) non è un accidente della storia, ma la naturale evoluzione del socialismo (cf. Augusto del Noce). D'altronde è ormai acclarato il sostegno dell'Occidente al comunismo (tramite la Massoneria)* specialmente nei momenti cruciali, come la rivoluzione bolscevica.

Pare che i due grandi sistemi, quello capitalista e quello comunista, corrano ad adottarsi l'un l'altro, puntino a fondersi in un ibrido atroce di capitalismo leninista e di democrazia controllata con mezzi polizieschi.
Si tratta di aprire la via, “nell’ombra”, a un monopolio capitalistico sovrannazionale, già gemello del monopolio di Stato sovietico sull’economia. I due “internazionalismi”, finanziario e comunista, aspirano già ad abbracciarsi, ad adottarsi, a fondersi l’uno nell’altro.

Perché esiste un livello a cui le due oligarchie, gli “internazionalisti” dell’Est e quelli dell’Ovest, i “comunisti” e gli “anticomunisti”, non solo hanno collaborato; hanno aspirato a somigliarsi, han bramato assimilare l’uno le caratteristiche dell’altro. Bisognerà raccontare questa colpevole storia d’amore tra le due élites; perché il suo naufragio, e i tentativi di riannodarla, costituiscono gran parte del nostro presente.

Solo chi abita nelle segrete stanze del potere americano, potrebbe chiarire i motivi profondi di questa “simpatia”. Chi respira l'aria dell'ultracapitalismo oligarchico sa che esso coltiva un seme di socialismo: un socialismo, particolare, nato in Inghilterra. E nel crollo dell'Urss, attraverso gli occhiali della sua ideologia elitaria, l'oligarchia del capitale vede forse non tanto il trionfo del “mercato”, quanto la possibilità di far trionfare quella forma anglosassone e moderata di socialismo: l'antico e poco noto “Fabianesimo”, le cui linfe nutrono da un secolo i plutocrati del Liberal Establishment, del Potere Finanziario Radicale.

Questo progetto di capital-leninismo - un sistema che unisca le “tecnologie di potere” più efficienti di ciascun sistema, l’efficacia economica capitalistica con la sapienza manipolativa e repressiva del Kgb - è da anni anche nei sogni dell’oligarchia dell’Occidente. Già dal ‘75 la Trilaterale s’era preoccupata della “governabilità della democrazia”: “Certi problemi di governabilità degli Stati Uniti d’oggi nascono da un eccesso di democrazia”, scriveva un suo importante studio.

* V. il noto caso di Melenchon, fondatore del Fronte di Sinistra, un partito leninista francese, che non ha avuto reticenze a dichiararsi massone.
« Ultima modifica: Febbraio 16, 2019, 05:33:49 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #8 il: Febbraio 16, 2019, 14:28:22 pm »
Pertini è stato un grande uomo politico, ma non si può considerare un emblema del socialismo (perché non Craxi allora?)
La storia dell' Italia degli ultimi 50 anni andrebbe riscritta da zero
Tangentopoli è stata la nostra "primavera colorata" (che infatti è finita come tutte le altre)
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_di_Sigonella
Poi, che il nostro sistema attuale sia la sintesi del peggio del sistema sovietico e del capitalismo liberale, lo avevo scritto pure io.
E' ovvio che si sia trattato di una scelta deliberata, ma ciò non significa che non ci fosse del buono da prendere in entrambi (che è quello che avevamo fatto noi negli anni 60, e che funzionava alla grande, per questo lo hanno raso al suolo).
Il giudizio storico sul partito socialista italiano andrebbe pesantemente rivisto (era cosa ben diversa dal PCI: lo statuto dei lavoratori, tanto per dirne una, fu opera loro, il PCI non lo votò, e già questo la dice lunga).
« Ultima modifica: Febbraio 16, 2019, 14:40:46 pm da gluca »

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« Risposta #9 il: Febbraio 16, 2019, 14:29:49 pm »
Presidenti con le palle di Craxi non ce ne sono più. Prese anche la Tunisia ai francesi mentre oggi i nostri politici regalano petrolio libico e acque territoriali sarde.
« Ultima modifica: Febbraio 16, 2019, 14:49:26 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #10 il: Febbraio 16, 2019, 14:53:18 pm »
Presidenti con le palle di Craxi non ce ne sono più. Prese anche la Tunisia ai francesi mentre oggi i nostri politici regalano petrolio libico e acque territoriali sarde.
Quello, grazie alla lega, fortunatamente, non sono riusciti a farlo

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #11 il: Febbraio 16, 2019, 15:13:19 pm »
Per un certo periodo i pescatori italiani, recatisi nelle zone di pesca abituali, si venivano accostati e poi scortati da motovedette francesi fuori dal nuovo preteso spazio marittimo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #12 il: Febbraio 16, 2019, 15:26:42 pm »
Sì ma poi la ratifica è stata bloccata (è stato un economista della lega a sollevare la questione)
Il conte Gentiloni Silveri Vendeilmare non è riuscito nel suo intento

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« Risposta #13 il: Febbraio 16, 2019, 15:38:17 pm »
che il nostro sistema attuale sia la sintesi del peggio del sistema sovietico e del capitalismo liberale, lo avevo scritto pure io.
E' ovvio che si sia trattato di una scelta deliberata, ma ciò non significa che non ci fosse del buono da prendere in entrambi (che è quello che avevamo fatto noi negli anni 60, e che funzionava alla grande, per questo lo hanno raso al suolo).
Il piano casa di Fanfani non era molto diverso da quello di Kruschev (le famose krusciovke ancora oggi onnipresenti in ogni parte del territorio russo)
Se fosse ancora vivo, oggi, Fanfani verrebbe additato dagli aedi della mano invisibile come un pericoloso bolscevico  :D
https://it.wikipedia.org/wiki/INA-Casa
https://en.wikipedia.org/wiki/Khrushchyovka

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Re:La Superclasse, agghiacciante programma di Attali
« Risposta #14 il: Febbraio 16, 2019, 16:42:42 pm »
Il giudizio storico sul partito socialista italiano andrebbe pesantemente rivisto (era cosa ben diversa dal PCI: lo statuto dei lavoratori, tanto per dirne una, fu opera loro, il PCI non lo votò, e già questo la dice lunga).
Alcuni dei politici più oculati e lungimiranti della prima repubblica, venivano proprio dai partiti di ispirazione socialista:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lite_delle_comari
https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/articolo329415.shtml
In particolare, colpisce l'incredibile lucidità dell' analisi fatta 13 anni fa, a 92 anni, da Luigi Preti...