Autore Topic: La fratellanza globale basata sul nulla porta alla legge del più forte  (Letto 790 volte)

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Offline Vicus

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Agostino Nobile ci ha inviato una riflessione molto interessante – e inquietante – sul futuro del nostro continente, o almeno di quella parte di esso dove le insensate politiche immigrazioniste stanno creando le basi per conflitti e tensioni dai contorni fino ad ora sconosciuti. Buona lettura.

                                Come integrare i musulmani residenti in Europa?

I ricercatori del Pew Research nel futuro europeo prevedono tre possibili scenari. Se l’immigrazione illegale si dovesse fermare oggi, la popolazione musulmana in Europa nel 2050 sarà il 7,4%. Nel secondo caso, se l’immigrazione dovesse scendere ai livelli del 2013/14 si attesterebbe sull’11,2%. Se invece il flusso migratorio dovesse continuare con i ritmi del 2017/18, nel 2050 il numero complessivo dei musulmani raggiungerà il 14%, circa 75milioni.                                   

Lasciando i sondaggi e le previsioni agli specialisti, noi cerchiamo di riflettere facendo alcune valutazioni.

La Storia insegna che i popoli migranti che non hanno intenzioni di integrarsi nella cultura ospitante, generalmente tendono a isolarsi. Se poi la massa di immigrati è permeata di cultura islamica, che impone la conquista del mondo con tutti mezzi promettendo il paradiso al pio musulmano, l’immigrazione prende connotati che devono essere valutati in termini espansionistici. Tanto più che, come abbiamo più volte scritto, i flussi migratori sono sostenuti politicamente dall’ONU e dai ricchi paesi musulmani che sovvenzionano, per non dire corrompono, non poche università, politici, storici, giornalisti e intellettuali occidentali.

In Europa sono nati i primi partiti musulmani. In Olanda abbiamo il partito Denk; in Francia troviamo il Rassemblement des musulmans de France e l’Union des organisations islamiques de France; Partiti islamici radicati li abbiamo in Finlandia e in Bosnia-Erzegovina. In Germania, i turchi tedeschi, ideologicamente vicini a Erdogan, hanno fondato due partiti: l’Alleanza dei tedeschi democratici (Add) e l’Alleanza per l’innovazione e la giustizia (Big). In Svezia, le “no go zones” create dai musulmani sono tali che il capo della polizia ha affermato che la società svedese si trova al punto di non ritorno. In tutta Europa le “no go zones” sono oltre 900. Il nome più comune a Bruxelles è Mohammed; in Gran Bretagna il nome Mohammed è secondo soltanto a Jack. In Francia, Mohammed ha surclassato ben cinque volte il nome François. In Olanda e in Spagna se chiamo il nome Mohammed per strada è molto probabile che qualcuno che riconosce il proprio nome si giri.

Quelli che pensano di saperla lunga dicono che il multiculturalismo è irreversibile, che affermare il contrario è anacronistico, perché non ci si può opporre alle naturali migrazioni che si ripetono nella storia. Ma questa teoria non regge per almeno tre motivi. Come sappiamo l’immigrazione irregolare di centinaia di migliaia di musulmani non è spontanea, ma coatta. Nei paesi musulmani i numeri si muovono nella direzione opposta. I cristiani in medio oriente all’inizio del secolo scorso erano circa il 20% della popolazione, oggi sono il 5%. Se in occidente si parla di multiculuralismo, nel resto del pianeta non ci pensano nemmeno. Per essere più precisi, in Cina e in India, come nel mondo musulmano, le cose stanno peggiorando, le persecuzioni sono in aumento e le barriere culturali più alte che mai.

La migrazione dei musulmani è capillare, ed è difficile non vederci una regia. Negli ultimi anni il numero degli immigrati è cresciuto in maniera esponenziale in tutto l’occidente, dai paesi scandinavi fino all’Australia, nell’America anglofona e in quella Latina, nelle grandi e piccole isole dell’Atlantico e del Pacifico. A questo si aggiunge la politica interreligiosa stabilita dal CV II che, oltre ad annacquare il messaggio evangelico, si è rivelata un devastante boomerang. Le promesse dei rappresentanti religiosi che s’incontrano ad Assisi, o ultimamente ad Abu Dhabi, fanno parte della diplomazia mondialista-massonica che cerca di accelerare il de profundis del cristianesimo. La fratellanza globale basata sul nulla aprirà le porte alla legge del più forte, e 50milioni di musulmani, ma ne bastano anche meno, avranno gioco facile in un’Europa priva di valori.

Se la maggior parte di cristiani non conosce la dottrina cattolica, i musulmani non hanno idea di cosa sia esattamente l’islam, o credono in un islam particolarmente edulcorato, quasi cristianizzato. Un musulmano di idee espansioniste aprendo il Corano trova quello che cerca. Se invece è uno che vuole la tranquillità e un futuro per i propri figli, leggendolo potrebbe restare basito. In questo caso l’imam, pur sapendo che il Corano dev’essere accolto letteralmente, gli dirà che bisogna interpretarlo, oppure che la traduzione è sbagliata e che si può leggere solo nella lingua originale. E dato che l’arabo viene parlato solo nella penisola araba e nel nord Africa, il musulmano si affida al sentito dire. Tant’è che gli imam, o chi per loro, consapevoli dell’ignoranza dilagante sulla dottrina coranica, hanno escogitato una efficacissima arte della persuasione. Il falso e il vero sono talmente intrecciati che, se non si è sgamati e bene informati, i musulmani e i cristiani vengono bolliti come polli.

Durante la II Guerra Mondiale, tra il 1941 e il 1944, in seguito all’attacco giapponese a Pearl Harbor, il Governo americano internò oltre 200mila americani di origine giapponese. La misura adottata dal presidente Roosevelt può essere criticata – ed è stata criticata – ma in circostanze di guerra dichiarata, il buon senso ci dice che i diritti contemplati nella giustizia democratica ordinaria, quella del tempo di pace, e il buonismo passa in secondo piano. Ricordo questo antefatto per ovvi motivi, con la differenza che l’Europa dovrà affrontare un numero di musulmani molto più elevato dei giapponesi americani. Talmente elevato che l’islam potrebbe imporsi democraticamente, col voto. Non vorrei sembrare troppo pessimista, ma i fatti attuali non lasciano alternative, e per evitare questa poco rassicurante prospettiva è necessario agire, prima che sia troppo tardi, con i migliori mezzi che possiede il cristiano.

Cosa fare?

I musulmani violenti non vanno messi in prigione, dove fanno proseliti ed escono più incattiviti di prima, ma rispediti nei loro paesi d’origine. Costruire nuove moschee con l’idea di controllarle è una pietosa mancanza di realismo. Non nascondiamoci dietro a un dito, diciamola tutta. Non sono gli imam integralisti che fomentano i fedeli, è il Corano. Un testo che rappresenta la costituzione di Allah non ha rivali e può rimettere tutto in discussione in qualsiasi momento. Gli ex paesi laici come l’Iran e la Turchia di Erdogan sono tra gli ultimi esempi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.