Ho l'impressione che questo argomento tornerà ancora e ancora.
Pio XII guardò senza battere ciglio un comunista che gli puntava la pistola alla tempia. Se non è coraggio questo.
Nella sua allocuzione al Collegio dei Cardinali, il 2 giugno 1943, Pio XII rievocando ancora una volta le "suppliche ansiose di tutti coloro che, a causa della loro nazionalità o della loro razza, sono prostrati dalle più grandi prove e talvolta persino destinati senza colpa personale a misure di sterminio", aggiunse: "
Tutte le nostre parole inviate all'autorità competente su questo argomento, come tutte le nostre dichiarazioni pubbliche, devono essere pesate seriamente e misurate da Noi, nell'interesse stesso delle vittime per non rendere, contrariamente alle nostre intenzioni, più pesante e più insopportabile la loro situazione."
Prima della guerra, il cardinale Pacelli rischiò molto con l’aiuto che dava all’opposizione ai nazisti. Fece più di chiunque altro per salvare la vita degli Ebrei.
Molti facevano finta di non saper nulla, tra cui un diplomatico inglese che parlava di «questi ebrei che si piangono sempre addosso».
Né l’Inghilterra né gli Stati Uniti facilitavano la fuga degli Ebrei, con la sola eccezione dei Kindertransport.
Le dichiarazioni fatte da Pio XII prima e durante la Guerra sono inconfondibilmente ostili al nazismo.
A differenza di alcuni oggi, i nazisti capivano benissimo quel che diceva. Il
progetto per catturare Pio XII nel 1944 fu evitato solo per l’improbabile intervento di Karl Wolff, il generale delle Waffen–SS.
Il Papa parlava poi con un linguaggio chiarissimo dei mali del Comunismo e della persecuzione stalinista, ma non ne parlò durante la Guerra. I diplomatici dei paesi alleati presso la Sede Apostolica avevano capito che era solo con la neutralità del Vaticano che il Sommo Pontefice poteva ospitare migliaia di Ebrei nei vari Conventi in Italia e nello stesso Vaticano. Gli permetteva pure di tenere dei contatti con loro e quindi le informazioni sui prigionieri di guerra e sugli Ebrei raggiungevano gli stessi Alleati. Così ammisero gli alleati e gli Ebrei pure dopo la fine della Guerra.
Albert Einstein era riuscito a scappare dalla Germania nazista e, nel 1940 disse, «solo la Chiesa Cattolica si è opposta a Hitler e mi trovo costretto ad ammettere che quella che una volta odiavo adesso debbo lodare senza alcuna riserva». Chaim Weizmann, primo Presidente della Repubblica israeliano e Isaac Herzog, Rabbino Capo d’Israele, fecero i loro tributi altrettanto generosi. Dopo la morte di Pio XII, Golda Meir – all’epoca Ministro degli Esteri in Israele – dirà, «piangiamo questo grande servo della pace».
Del silenzio e delle omissioni degli Alleati vogliamo parlare? O della collaborazione dei Rockefeller con le "ricerche scientifiche" nei campi di sterminio? Il rabbino capo di Roma Zolli si convertì al cattolicesimo (assumendo il nome di Eugenio, in onore di Pio XII) anche per questo.Mentre gli Alleati guardavano dall'altra parte, Pio XII salvò
dalle 500.000 alle 860.000 vite umane.
Perché gli Alleati non bombardarono i lager?«Ho lavorato con cinque presidenti americani. A tutti ho fatto la stessa domanda: perché l’aviazione degli Alleati non ha bombardato le linee ferroviarie che portavano ai campi di concentramento?».
Elie Wiesel, scrittore americano, ex deportato ad Auschwitz e Buna, sopravvissuto e testimone della Shoah, non ha mai ricevuto una risposta alla sua domanda. «Mi dicevano sempre: “Dovevamo bombardare le fabbriche”». Ma non è la verità.
Un pilota americano, che ha partecipato alle operazioni nell’Est Europa, me lo ha confermato. “
Sorvolavamo spesso Auschwitz, era un punto d’incontro per le nostre operazioni nell’area”.
Non è chiaro quale fosse la posizione di Roosevelt. Quello che è certo è che Roosevelt
ricevette una richiesta ufficiale, ma non rispose mai.A quei tempi era cominciata una campagna di sensibilizzazione per salvare gli ebrei in Europa, colpiti dal nemico nazista.
Le loro proposte trovavano l’ostruzionismo da parte del Dipartimento di Stato. Ma si organizzarono: si presentarono dal presidente Roosevelt con due rapporti, uno pubblico e uno segreto, che conteneva una serie di informazioni molto gravi.
Si dimostrava che il Dipartimento di Stato aveva taciuto, con costanza, una serie di crimini perpetrati contro gli ebrei.Ma non si colpirono i campi di concentramento. C’era un ostruzionismo invincibile. Dicevano che non era possibile – ed è documentato – anche in giorni in cui erano partite, dalla base pugliese, anche operazioni di bombardamento di zone ben oltre Auschwitz.
Il motivo profondo, poi, non si sa. Non si saprà mai?