La dipendenza energetica dall'estero dell'Italia è una di quelle questioni che l'euro impedisce di affrontare, per via della scarsità di risorse che crea e che impedisce di fare gli investimenti necessari.
Oggi la tecnologia ci sarebbe, ma richiederebbe investimenti.
L'importazione di energia e combustibili dall'estero incide non poco sulla bilancia dei pagamenti, dunque sarebbe assai conveniente investire in questo senso e si creerebbero migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Oggi cominciano a circolare automobili a idrometano, che è una miscela di metano e idrogeno, che la maggior parte delle auto a metano oggi in circolazione potrebbe usare con modifiche irrisorie.
La produzione di idrogeno è uno degli sbocchi più promettenti dell' energia eolica, che oggi si può produrre anche con parchi eolici marini al limite delle acque territoriali, senza bisogno di devastare i crinali delle montagne, senza contare la notevole quantità di energia che si potrebbe produrre, soprattutto al sud, con i campi fotovoltaici.
Basterebbe che lo stato impiantasse qualche fabbrica di pannelli nelle zone dove c'è più bisogno di creare occupazione, anziché comprarli in Cina.
Non molto distante da dove sto io poi stanno progettando un impianto che produrrà metano da autotrazione sfruttando la frazione organica dell'immondizia, e anche lì le possibilità di sviluppo sono enormi.
Il problema è solo che per fare tutto questo dovremmo scrollarci di dosso la corte dei miracoli bluorostellata e le loro quinte colonne.