Riporto qui sotto il pezzo di oggi di Gramellini sul corsera:
L’amore acido
A Sara non sta bene che lui l’abbia lasciata dopo nemmeno un mese. Lo implora, lo minaccia, lo perseguita con messaggi minatori. Quando arriva a tagliargli le gomme dell’auto, lui la denuncia ai carabinieri e, per competenza, alle Iene. L’Italia gode di un efficiente sistema giudiziario televisivo: le Iene indagano, Forum giudica e dei latitanti si occupa Chi l’ha visto? L’inviata del programma di Italia Uno si mette sulle tracce di Sara e cerca di farla ragionare. Lei promette, ma poi bofonchia: «Non mi ha mai chiesto scusa». Così martedì sera lo pedina con l’auto. Lui se ne accorge e chiama i rinforzi, la madre e il fratello, perché lo aspettino sotto casa a Legnano. Ma non fa in tempo a scendere dalla macchina che Sara gli rovescia un bicchiere di acido in faccia. Lei finisce in carcere. Lui in ospedale, con un occhio a rischio.
Se una storia come questa fa notizia, significa che è ancora poco frequente. Rovescia lo schema tradizionale, dove il maschio veste i panni del carnefice. Io però temo che il virus dell’orgoglio ferito - per cui uno pensa di trovare pace solo se si vendica di chi lo ha fatto soffrire – possa colpire indistintamente uomini e donne, perché è il frutto di un modello patriarcale basato sul possesso. Il cambiamento, suggeriva già Jung, richiederebbe l’adesione a un modello matriarcale basato sull’accettazione. Non significa farsi guidare dalle donne, ma dal femminile presente in ciascuna persona, uomo o donna che sia.
Due cosette sulle cose in grassetto.
Una storia così fa notizia non perchè è rara (si vuole sottolinare che le donne sono tanto buone) ma perchè è una cosa grave, anche se la vittima in fondo è solo un uomo.
Io capisco che la sua tesi sul femmilie buono e il maschile cattivo troverà consensi su tutta la popolazione, tuttavia non è affatto vero che il modello matriarcale sia così esente da difetti e sopratutto non è esente dall'idea del possesso.