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Nascita del femminismo?

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Vicus:
Le immagini valgono mille parole, ecco "l'evoluzione" della donna (si notino i tre grafici in basso):

Red-:

--- Citazione da: Roberto1970- - Maggio 21, 2019, 15:31:57 pm ---Essendo nuovo qui, da quando mi sono reiscritto, ammettendo si di non avere partecipato ancora attivamente alle discussioni...
Mi chiedevo quanto qui su questo forum si sappia a riguardo della nascita del femminismo?

....


--- Termina citazione ---
Molto in breve, secondo me:
Non esiste una singola nascita del femminismo, ma tante nascite ( e morti) diffuse qua e là nella storia a seconda di luoghi ed epoche.
Immaginiamo una tribù africana. Un villaggio. Procurarsi il cibo non è semplice, bisogna cacciare. Si tratta di persone di media intelligenza, capiscono che bisogna razionalizzare le risorse fisiche e le abilità.
Così i maschi vanno a caccia, le donne cucinano e badano ai figli. Si ottiene cibo e si va avanti. I maschi in caccia rischiano e muoiono, le donne no, ma i maschi ottengono i pezzi di carne migliori. Poi la tribù progredisce. Si allevano animali. Le abilità sono meno importanti. Così le donne iniziano a chiedere anche loro dei pezzi di carne migliori.
-Questo è il femminismo della prima ondata, quello prima del 1970.


Successivamente, le donne della tribù si esaltano. Iniziano a dire che gli uomini per millenni le hanno private dei pezzi di carne migliori. Nessuno pensa più a quegli uomini che morivano durente la caccia o che restavano feriti o menomati. Non si pensa più che la donna era cmq protetta dal suo stesso ruolo. Si pensa solo che per millenni non hanno avuto le carni migliori.
Ed allora inizia a chiedere qualunque cosa ed anche di più, "motivate" da tale pretesto. si travalica così ogni buon senso, si va anche sul surreale.
-questo è il femminismo della seconda ondata, quello che viene dopo il 1970.

Si dice ormai da più parti che tale esaltazione delle donne sia stata e sia guidata e manipolata da precise strategie di "ingegneria sociale", che avrebbero a che fare in primis con l'ideologia malthusiana, legata cioè a questioni di ecologia, controllo nascite e corollario.
E questa è, per me, l'ipotesi assolutamente più probabile, tutto valutato e considerato.

Frank:

--- Citazione da: Vicus - Maggio 25, 2019, 11:44:06 am ---Frank il progresso, come anche il regresso, non è una pianta, che vien su da sola, è fatto dagli uomini. E il mito del progresso è stato alla base dei più grandi regressi dell'umanità, vedi Stalin per cui il comunismo era "l'inevitabile evoluzione" della società che portò invece alla catastrofe.Su questo non ci piove, ma aspirina ed elettricità a parte sono esistite società molto migliori della nostra. Davvero vogliamo paragonare l'Atene di Pericle, o l'antica Roma, alla Londra o Berlino contemporanee? Perché studiamo Platone e Aristotele anziché Andy Warhol? O preferiamo Caravaggio a Lucio Fontana?

--- Termina citazione ---

Vicus, rispondi a me: tu ci vivresti nella società di mille anni fa ?
Senza acqua corrente, luce, riscaldamento, etc ?
Ci vivresti in una società dove il fatto di nascere maschi equivaleva ad esser spediti quasi sicuramente in guerra ?
Ci vivresti in una società dove si moriva per un nonnulla ?

Tu idealizzi troppo il passato, che non era affatto così meraviglioso.
Tu, al pari di altri quemmisti, descrivi solo il lato oscuro di questa epoca, guardandoti bene dal fare altrettanto con quelle passate, che erano peggiori in tutti i sensi.

@@

PS:
https://www.ilmessaggero.it/roma/cultura/museo_nazionale_romano_sovrintendenza_ortopedia-209348.html


--- Citazione ---Alla nascita, la speranza di vita era di appena 27 anni. Ad affliggere diffusamente il vivere quotidiano erano soprattutto fratture gravi, malattie della bocca tra ascessi e carie, ma anche deformazioni delle ossa dovute ad un carico di lavoro pesante. E poi c’erano i «casi». Come la donna della necropoli Collatina che soffriva di una grave «spondilite anchilosante», cioè di un blocco totale della colonna vertebrale, trovata sepolta nella sua fossa in posizione fetale. Oppure il caso rarissimo, unico nel mondo romano, del ragazzo di sedici anni trovato nella necropoli di Fidene, affetto da gigantismo, svelando una statura stimata di oltre due metri. E ancora, l’altro caso insolito di un individuo affetto da nanismo, così come la donna che soffriva di gotta e quella signora che ha sorpreso gli studiosi per la sua perfetta protesi dentaria in oro. Suggestioni da un «quadro clinico» della popolazione che viveva nella Roma imperiale, tra malattie, condizioni sociali, alimentazione e cure, che ha svelato l’inedito studio di resti scheletrici rinvenuti negli ultimi anni. Reperti che saranno presentati per la prima volta nella grande mostra sulla storia della medicina dal titolo «Scritto nelle ossa. Vivere, ammalarsi e curarsi a Roma in età imperiale», organizzata dal Servizio di antropologia della Soprintendenza ai beni archeologici di Roma sotto la cura di Paola Catalano. Il progetto, in programma dal 10 dicembre al Museo nazionale romano della Via Ostiense a Porta San Paolo, è stato illustrato in anteprima ieri nel convegno «Anatomie e Corpi» presso l’Unità di Storia della Medicina e Bioetica dell’università La Sapienza. L’esposizione, frutto di una collaborazione tra La Sapienza, la Società Italiana di Ortopedia, l’università di Pisa e Tor Vergata, raccoglie i campioni scheletrici umani inediti riportati alla luce da sei sepolcreti di epoca imperiale scavati nel territorio di Roma: «I siti sono stati selezionati in base alla consistenza numerica, e alle peculiarità dei contesti, che hanno consentito di formulare ipotesi attendibili sulle diverse economie di sussistenza della popolazione», racconta la Catalano.

L’IDENTIKIT BIOLOGICO

I reperti arrivano dalla Prenestina Polense (non lontano da Gabii), la necropoli Collatina (tra via della Serenissima e via Basiliana), Casal Bertone, Osteria del Curato, dal sepolcreto di Via Padre Semeria, e di Castel Malnome (a Ponte Galeria). «Esporremo i reperti più interessanti, selezionati per evidenziare le malattie che affiggevano la popolazione di Roma - continua la Catalano - e saranno affiancati dai relativi strumenti terapeutici dell’epoca». E scatta l’identikit antropologico: l’aspettativa di vita media era di 27 anni (raro superare i 49 anni, discreta la morte infantile sotto i 6 anni, più alte le morti di uomini); la statura media era di 167 centimetri per i maschi e 156 per le femmine. «Le analisi degli isotopi del carbonio e dell’azoto contenuti nella frazione organica dell’osso ci consentono di risalire al tipo di dieta seguita - dice la Catalano - ossia vegetariana, mista o con ingente consumo di carne». «Fondamentali nella ricostruzione delle condizioni di vita quotidiana nella Roma imperiale sono le patologie orali- avverte la Catalano - la carie è stata rilevata nel 70% degli individui, gli ascessi nel 30%». E stupisce oggi il ritrovamento di una protesi dentaria in oro in una sepoltura a cremazione femminile della grande necropoli Collatina.

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 18:21
--- Termina citazione ---

Vicus:
Frank seguendo il tuo ragionamento, il "progresso" porta necessariamente al femminismo e han ragione le femministe a dire il futuro è donna.
Prima dell'età moderna, in guerra normalmente i contadini non andavano, per ovvi motivi.

Frank:
Vicus, non hai risposto.


--- Citazione ---Frank seguendo il tuo ragionamento, il "progresso" porta necessariamente al femminismo
--- Termina citazione ---

Non lo dico io, lo dicono i fatti.
E come in altre vicende della storia, deve essere contrastato.
Di certo il femminismo non poteva e non può nascere in una società primitiva, proprio perché in tale contesto non esiste il terreno fertile che può permetterlo.

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