Al doppiopesismo antimaschile siamo oramai purtroppo abituati, ma i me(r)dia nazionali riescono ahinoi sempre a meravigliarci: leggo oggi su "Il Corriere della Sega" che la casalinga di Cisterna è stata uccisa dal marito perché lui non accettava la separazione (chiesta da lei) e neppure che lei volesse tenere la figlia da lei (e quindi lui avrebbe dovuto smammare subito da casa SUA). Ora, un omicidio (non femminicidio) è sempre un gesto estremo e condannabile ma è possibile che la condanna sia GIÀ da impartire ed attribuire alla condizione PSICOLOGICA del RIFIUTO di subire una scelta ALTRUI che ti condiziona la vita o addirittura te la rovina senza neppure avere il legittimo diritto ad incazzarsi? Eppure a questo punto siamo arrivati e i mezzi di informazione, anzi di propaganda sono arrivati con la loro prona sudditanza all'ideologia femminista. Di recente un mio amico mi ha chiesto:" Se mia moglie con la quale ho trascorso tutta una vita di punto in bianco mi dicesse che me ne devo andare da casa mia perché a lei è venuta la voglia di starci con un altro insieme ai miei figli, mi spieghi perché cacchio devo accettarlo?" Non gliel'ho spiegato. Voi glielo spieghereste? E avreste voglia di spiegarglielo?