Autore Topic: "L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità  (Letto 3182 volte)

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"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« il: Giugno 16, 2019, 04:40:37 am »
Circa 300.000 giovani lasciano l’Italia ogni anno [e altrettanti immigrati arrivano]. Uno ogni 5 minuti. Negli ultimi 12 anni sono partiti 2 milioni di italiani. Quasi una famiglia su tre ha un figlio all’estero o che pensa di andarci. Un giovane su due vorrebbe andarsene. L’Italia vorrebbe essere lasciata da quasi un terzo dei residenti.
Secondo Confindustria questo esodo ci costa 14 miliardi all’anno di perdita di capitale umano. Dovrebbe essere la notizia di apertura di tutti i media, invece silenzio e rassegnazione. Non fa comodo a nessuno parlarne perché è la sconfitta del sistema Italia e mette sotto accusa tutte le politiche economiche fatte finora. Anzi, l’emorragia dei giovani italiani è raccontata come un fenomeno positivo, in nome della mobilità, globalizzazione, conoscenza. Un tempo l’esilio era una condanna. Ora sono tutti esuli volontari.
La campagna contro il posto fisso, per l’abbattimento dei salari, quella pro emigrazione giovanile, pro mobilità e flessibilità sono due facce delle stessa medaglia: distruggere l’esistente e impoverire l’Italia, privarla del futuro. Più si impoveriscono le Nazioni, più si rendono preda degli appetiti altrui e questi Paesi, depauperati delle loro sostanze, vengono regolarmente colonizzati e svenduti al miglior offerente.
In Italia stiamo assistendo da decenni a questo gioco al massacro.
Stiamo sbagliando tutto e non ci rendiamo conto di una cosa essenziale: visto che l’accento è solo sulla mobilità e sul globalismo, se non si ritrova un po’ di sano orgoglio legato a una riscossa italiana è finita.
Il ritornello è: “l’Italia fa schifo”. Questa narrazione ci è stata imposta e abbiamo rinunciato a lottare. I giovani se ne vanno alla spicciolata, individualmente. Se ne vanno senza protestare, senza cercare di cambiare le cose in Italia. Sono impregnati di esterofilia e giustamente, perché l’Italia gli offre uno stage sottopagato anziché il contratto fisso che hanno altrove, dove le loro capacità sono apprezzate, mentre in Italia sono considerati un fastidio e le richieste di lavoro una rogna a cui non vale nemmeno la pena di rispondere.
Cosa dobbiamo fare, allora? Per Barbara Pavarotti, ex-giornalista del Tg5, la risposta è chiara: “Ricominciare a lottare in Italia per cambiare, per scalzare la mentalità che ci vuole tutti esuli”. Il suo impegno si è tradotto in un video documentario prodotto dalla Fondazione Paolo Cresci intitolato “Italia addio, non tornerò” (guardate il trailer seguendo il link:


L’Inail scrive che in Italia mancano 4 milioni di posti di lavoro nella sanità, nell'istruzione, nella Difesa, nella Pubblica Amministrazione. Gli uffici pubblici lamentano una scarsità di personale e chi è occupato deve sopperire a fatica a questa mancanza. Nel privato, poi, le imprese si dichiarano tutte overbooking. Certo, devono fare profitti con la minor spesa possibile.
Insomma, nel fenomeno dell'emigrazione giovanile italiana, la narrazione vigente è una truffa: è una diaspora, frutto (quantomeno, per essere buoni) di una strategia miope; per essere cattivi frutto di una strategia che mira a umiliare l’Italia, depauperarla e minarla alle radici sgretolando anche le famiglie e dividendole. Strategia pericolosissima perché - anche così - si cede una fetta di sovranità utilissima a chi vuole rendere l’Italia una colonia sostituendo la popolazione italiana con altre etnie (se proprio vogliamo essere cattivi). Il famoso motto "Divide et impera" vale sempre. Vogliamo reagire o essere rassegnati ad accettare tutto come abbiamo fatto finora? Sveglia, giovani: è arrivato il momento di una nuova rivoluzione! Intervento tratto dall’incontro per la presentazione del nuovo mensile "Sovranità Popolare", ripreso per voi dalle telecamere di Byoblu.

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #1 il: Giugno 16, 2019, 09:07:19 am »
Per quanto mi riguarda, niente di nuovo sotto il sole.
La storia dell'Italia "che fa schifo" è per me di vecchia data.
Gli italiani non sono diventati esterofili in questi ultimi anni, ma lo erano già molto tempo prima.
Al massimo il fenomeno si sarà acuito, anche grazie al web.
Il disprezzo di sé, del proprio popolo, del proprio Paese ha radici molto più lontane.

Peraltro, questi riferimenti ad un generico "estero", mi fan sempre sorridere.
Quale estero...?
Sì, lo so: Australia, USA, Irlanda, Inghilterra, Germania, Olanda, Spagna, etc.
Stranamente non Grecia, Serbia, Moldavia, Macedonia, Libia, Algeria, Iran, Iraq, Pakistan, Siria, etc.
Questo tanto per dire che c'è estero e... estero.

E comunque, in paesi come l'Australia e gli USA ci andrei solo come turista, ma non certamente per lavorare e viverci.

Offline Frank

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #2 il: Giugno 16, 2019, 09:25:50 am »
Per dire...

https://italianiemigrati.com/francesco-svela-lo-sfruttamento-in-laustralia-sono-peggio-degli-italiani/

Citazione
Francesco svela lo sfruttamento in l’Australia: ‘Sono peggio degli italiani’
Novembre 29, 2018 Riccardo


Come tutti ormai ben sapete noi pubblichiamo tutti i tipi di esperienze, positive o negative che siano. L’Australia è uno di quei posti dove molti italiani sono emigrati per cercare lavoro ma che riserva anche diversi lati negativi, specialmente in ambito lavorativo.

Francesco svela il sistema di sfruttamento in Australia
 
“Ciao dall’Australia, mi chiamo Francesco e ho voluto scrivervi questa mia per farvi rendere conto di come i lavoratori stranieri vengono sfruttati da queste parti. Sono qui da circa 8 mesi, arrivato con un visto di “Vacanza Lavoro” rinnovabile dopo un anno. Quando sono partito neanche immaginavo di rischiare dello sfruttamento, anzi, ero eccitato dal fatto che l’Australia è un Paese avanzato con una mentalità orientata al lavoro.

Il realtà ho trovato solo paghe misere, ricatti, e anche vere e proprie truffe.
Ho lavorato in una farm, come tantissimi altri, e non potevo neppure andare in bagno e mi toccava farla nei campi!

Una volta sono scivolato dalla scala e mi sono ferito abbastanza gravemente, il datore di lavoro all’ospedale gli ha detto che mi sono fatto male da solo! Vi faccio solo immaginare, lontano da casa migliaia di chilometri, senza nessuno e anche colpa mia sarebbe stata! Finita la prima esperienza sono andato a lavorare in un’altra farm e qui il problema erano i soldi, mi hanno pagato meno di quanto pattuito ma mi hanno costretto ad accettarli con il ricatto di non firmare il documento per il rinnovo del visto. Tutto ciò avviene quasi alla luce del sole, tutti sanno che funziona così ma nessuno dice niente. In sostanza altro che popolo evoluto…SONO MOLTO PEGGIO DEGLI ITALIANI.

Se vi posso dare un consiglio spassionato….STATEVENE A CASA! Io tra 20 giorni torno in Italia.”



https://italianiemigrati.com/farm-australiane-un-vero-e-proprio-incubo-ragni-serpenti-e-nessuna-igiene/

Citazione
AUSTRALIA
Farm australiane, un vero e proprio incubo: ‘Ragni, serpenti e nessuna igiene’

Dicembre 2, 2018 Riccardo

Abbiamo ricevuto un’altra terribile storia sulle farm australiane e sulle condizioni terribili alle quali gli italiani impiegati come raccoglitori vengono sottoposti. Carmine, dopo aver letto l’esperienza di Francesco, ha deciso di raccontare la sua versione…che è MOLTO PEGGIO.

Carmine e le farm australiane
 
Nome : Carmine
Cognome : Faravolo

Città : Napoli
Lavoro : Chef

Dopo anni vissuti tra la mia Napoli e in giro per il mondo e dopo una fredda ma frenetica e indimenticabile Londra, io e la mia compagna di viaggio Francesca, decidiamo di partire per l’Australia. Organizziamo il visto ed i biglietti e già le procedure per farlo ti facevano capire che l’Australia è un paese rigido.

Decidiamo di trascorrere Natale e Capodanno a casa con le famiglie e il 18 gennaio 2018 inizia la nostra esperienza: SYDNEY. Una bella città giovane e multietnica che permette alle persone che ci risiedono di vivere con armonia. Trovato lavoro,incominciamo ad esplorare le sue meraviglie e passati i 6 mesi e preso 1 mese di break in Asia è arrivato il momento delle famose Farm.

A detta di tutti esperienza difficile ma che vale la pena. Accendiamo il computer e si parte alla ricerca di un lavoro che ti permetta di applicare per il secondo working holiday, una volta trovato carichiamo il nostro camper van e si parte! L’idea era quella di dormire in van presso la struttura che ci avrebbe dato lavoro o in un caravan park. Prima tappa Bundaberg. Paesino in sunshine cost, famoso per i backpackers e per i suoi working hostel. Arrivati a destinazione la scena lasciava a desiderare, un ostello dall’esterno malridotto che dava L’ impressione di essere ancor peggio all’interno. Animo e coraggio ed entriamo.

Ci ritroviamo seduti con dei fogli da compilare senza discutere delle condizioni lavorative con nessuna delle 3 persone presenti in quella specie di ufficio. Quindi incominciamo a fare domande e chiedere dell’alloggio,dell’affitto,di cosa avremmo dovuto fare insomma domande che tutti avrebbero fatto. Le cattive notizie non hanno aspettato molto ad arrivare “è obbligatorio dormire nell’ostello altrimenti per voi non c’è lavoro, le stanze sono da 2, 4, 6 e 8 persone,I prezzi oscillano dai $180 a $240 a persona a settimana”.

Date le condizioni spaventose delle camere e di quelle disgustose della cucina e dei bagni con tanto amaro in bocca abbiamo proposto di pagare un minimo di affitto pur sapendo di non vivere in ostello ma nel campervan. La risposta ovviamente era scontata di nuovo “Potete vivere nel campervan, ma per lavorare dovete pagare l’ affitto per intero”. Lasciamo la struttura abbastanza irritati ed increduli, ma senza perderci d’animo ci rimettiamo alla ricerca di un lavoro. Contro ogni immaginazione, tutti gli ostelli hanno risposto allo stesso modo, dicendoci ” se volete lavoro dovete dormire qui pagando L’affitto” e le farm dicendo “ci dispiace ma lavoriamo solo con gli ostelli”.

Diciamo una vera e propria mafia. Se il rapporto qualità prezzo fosse stato onesto avrei pagato e lavorato, ma credetemi quello che vedevo davanti agli occhi sembrava assurdo. Cattivi odori, sporcizia da per tutto, letti barcollanti, insetti e ratti di cui i titolari degli ostelli erano completamente consapevoli. Per non parlare di docce e bagni, incredulo per come questi ragazzi riuscissero a vivere in questo stato.

Uno di loro ci ha detto “È sopravvivenza ragazzi”. Incrociando le dita e chiedendo lavoro in altri ostelli in zona, arriva un pulmino pieno di ragazzi completamente sporchi, facce distrutte,qualcuno che dal malore lavorativo non riesce neanche a camminare bene. Qualcuno ci esclamò “good luck guys” Tutto sembrava duro, della esperienza nessuno ne parlava più. Quasi sul punto di mollare e cambiare città mi ricordo di contattare un amico a Sydney che aveva un contatto a Bandaberg Con tanta fortuna chiamando questa persona ci dice “Ragazzi armatevi di tanta acqua,guanti e cappelli ci vediamo domani alle 5”. Trovato alloggio in un caravan park ci mettiamo a letto senza sapere cosa aspettarci dal giorno in successivo. Alle 5 del mattino eravamo lì operativi immersi nella natura.

Insetto nella farm
C’erano altri ragazzi sul posto quando si avvicina e si presenta la supervisor ci fa un piccolo training e dopo di che inizia il lavoro o meglio dire inizia la schiavitu’,mi sentivo tanto nel film del grande Roberto Benigni “La vita è bella”. Dei veri e propri schiavi trattati non da persone ma da numeri, zitti in silenzio senza far vedere cenni di cedimento altrimenti eri fuori. Dovevi finire le tue ore. Per non parlare se dovevi andare in bagno… nella natura ovviamente. Alcuni ragazzi non avevano nome per la supervisor erano chiamati amorevolmente alla maniera australiana “ hey mate”.

Abbiamo cambiato farm causa supervisor che quando non le piaceva qualcosa non faceva altro che negarti il lavoro e lasciarti a casa per giorni. Arriviamo a tawnsville, lavoro trovato su un sito di lavoro. Alloggiamo nella farm, casette di alluminio sporche di feci di animali vari. Cucina all’ aperto così i topini passano a ripulire durante la sera e la parte più bella, il bagno. Un bagno distante dalle abitazioni, nella shed quindi in comune con tutti quelli che lavoravano ma che non vivevano con noi. Anche li situazione disastrosa ed antigienica, insetti vari, ragni che lo abitavano e serpenti che erano spesso di passaggio. Ricordiamo che in Australia i serpenti non sono poi così innocui.

Serpente nella farm
Cambiamo ancora farm per mancanza di lavoro dopo 2 settimane. Stessa scena, stessa situazione con l’ aggiunta di acqua maleodorante e scura sia nel bagno,doccia e cucina. Mi viene da ridere per non piangere. Ormai siamo quasi agli sgoccioli mancano pochi giorni e tra belle persone conosciute in questa avventura e qualche dolore alle ossa per il lavoro siamo vivi e sorridenti, pronti per il nostro Australian trip nella nostra piccola casetta mobile.
A questo punto mi chiedo come mai questo governo Australiano così avanti e attento chiude gli occhi su questa atroce verità! Come è possibile che possa permettere ai suoi cittadini di trattare in questo modo altri esseri umani, come è possibile che nel 2018 ci siano ancora questi posti così malsani nonostante “ La rigidità del governo australiano”. Se infrangi una regola sono multe salatissime ed espulsioni dal Paese ma quando si parla di farm tutto tace.

Saluti

Carmine Faravolo

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #3 il: Giugno 16, 2019, 12:14:36 pm »
l'Italia spesso fa schifo perché spesso fanno schifo gli italiani: indisciplinati, insofferenti alle regole, desiderosi di infinocchiare il prossimo, contenti quando le cose vanno bene, ma ancora più contenti quando le cose vanno male al prossimo e al vicino. Non è eticamente cambiato nulla da quando Metternich diceva:"Dominare gli italiani è facile perché si odiano e si disprezzano tra di loro". Parafrasando Metternich i caporioni dell'Unione Europea e i banchieri, speculatori e finanzieri che li muovono come marionette potrebbero ben dire:"Impoverire l'Italia con le politiche economiche che vogliamo imporle è facile: gli italiani si odiano e si disprezzano tra di loro; non fanno altro che insultarsi e disprezzare il loro paese e inoltre hanno dei politici che per una poltrona e una carriera sarebbero disposti a vendere il culo della loro madre. Figuriamoci se non sono disposti a svendere il loro paese e il futuro dei loro figli". Questo è quello che in Europa pensano di noi, al di là delle dichiarazioni di apprezzamento di facciata. Mancanza di senso di appartenenza ad una comunità nazionale e mancanza di palle: questi sono i veri problemi dell'Italia e degli italiani; il resto è solo approfondimento sociologico.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #4 il: Giugno 16, 2019, 12:49:50 pm »
Ma non potrebbero fare i "raccoglitori" a casa loro? Ah già, in Italia lo fanno gli immigrati, "perché sono lavori che nessuno vuol fare". Come no.
Citazione
hanno dei politici che per una poltrona e una carriera sarebbero disposti a vendere il culo della loro madre. Figuriamoci se non sono disposti a svendere il loro paese e il futuro dei loro figli"
Per questo metà dei nostri politici ha la Legion d'Onore.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #5 il: Giugno 16, 2019, 15:05:51 pm »
Ci sono italiani capaci di glorificare anche paesi come il Messico, dove io non andrei nemmeno in vacanza...*

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/07/in-italia-ero-un-laureato-senza-futuro-qui-a-citta-del-messico-insegno-italiano-e-la-mia-vita-e-straordinaria/3628948/

Citazione
“In Italia ero un laureato senza futuro. Qui a Città del Messico insegno italiano e la mia vita è straordinaria”

Citazione
“Quando sono partito odiavo il nostro Paese”. Ma, paradossalmente, ora che si trova Oltreoceano a raccontarlo, sta iniziando a conoscerlo meglio e concordare con chi lo considera “il più bello al mondo”.


Citazione
ponkio ● 2 anni fa-
Uno degli articoli più divertenti che ho letto negli ultimi anni....... Cioè un ragazzo lascia l'Italia, che con tutti i suoi difetti è pur sempre uno dei paesi più ricchi e sviluppati del mondo, per andare a "cercare" fortuna in Messico, un paese in balia dei cartelli dove è in atto una vera e propria guerra, con numero di morti secondo solo alla Siria,e dove la povertà,la corruzione, il sottosviluppo e la criminalità spingono milioni di persone a tentare di fuggire all'estero, e per di più invita altri italiani a seguirlo nella sua follia. Fa una filippica contro l'Italia ma allo stesso tempo va a lavorare in un istituto mantenuto dallo stato italiano, e ciliegina sulla torta vuole fare il giornalista, in Messico che è considerati il paese più pericoloso al mondo dove essere giornalisti, e recentemente ne sono stati trucidati tre in un solo giorno, e quei pochi che hanno anvora il coraggio di scrivere lo fanno senza firmarsi e su blog anonimi. Chapeau! A quando l'articolo sul neolaureato di turno emigrato in Mali perché in Italia non ci sono più diritti?


Citazione
da ↪ bsant ● 2 anni fa
Vivibilissima finché te ne stai chiuso nei quartieri giusti facendo finta che la città sia tutta lì.
Appena ne esci diventa "tra le città più pericolose al mondo. Si registrano ogni giorno numerosi atti di violenza, scippi, rapimenti e assalti armati. In particolare alle donne che viaggiano sole è vivamente sconsigliato utilizzare i mezzi di trasporto pubblico la sera per via delle gang che girano incontrollate per le strade."
Fonte: la prima agenzia di viaggio online che ho trovato, e anche la seconda, e la terza...

@@

*
https://www.ilcaffegeopolitico.org/93854/messico-violento-2018-anno-record-per-omicidi

Citazione
MESSICO VIOLENTO: 2018 ANNO RECORD PER OMICIDI
Di Ivan Memmolo -  3 Settembre 2018
 
Puoi leggerlo in 3 min.
In 3 sorsi – In quanto ad omicidi il Messico è il più violento Stato latino in compagnia di Venezuela, Nicaragua e Colombia.

1. OMICIDI, IL CONTINENTE PIÙ PERICOLOSO
L’America Latina è da sempre l’area geografica più violenta e pericolosa del pianeta. Qualsiasi sia lo stato latino americano preso in esame, risulta sempre avere le statistiche più allarmanti di qualsiasi altra area al di fuori del contesto latino. Ma vediamo nel dettaglio. Venezuela: 89/90 morti ammazzati ogni 100mila abitanti, in questo caso frutto di rapine, sequestri, estorsioni, e infine la criminalità organizzata. In Venezuela la morte è dietro l’angolo e si accompagna alla povertà estrema e abbondanza di armi in ogni dove. Caracas vanta il primato mondiale di oltre 130 morti ammazzati ogni 100mila abitanti, una guerra a cielo aperto, rendendola di fatto la città più violenta al mondo.El Salvador, con oltre 60 morti ammazzati ogni 100mila abitanti seguita da Jamaica 56 morti ammazzati ogni 100mila, Honduras 43, Brasile 30, Guatemala e Messico 26 ammazzati ogni 100mila abitanti.Numeri che sono volutamente bassi perchè ufficiali e non tengono conto delle centinaia di morti non denunciate e non catalogate.

Fig.1 – Grande manifestazione popolare ad Oaxaca

2. MESSICO, VIOLENZA IN ASCESA, IL NARCOTRAFFICO SI SPINGE NELLE AREE TURISTICHE
Tra tutti spicca il Messico non tanto per il numero, quanto per la velocità di acutizzazione del problema nel solo anno 2018.I casi di omicidio in Messico nel 2017 sono stati 31.174, includendo quelli contro i politici ammazzati il che equivale a un tasso di oltre 25 vittime fatali ogni 100.000 abitanti. Il 2018 fa molto meglio.La Riviera Maya Messicana, di cui Cancun e Playa del Carmen insieme a Tulum, sono i centri balneari più famosi, hanno ottenuto una recrudescenza degli omicidi del 134% in solo 6 mesi. Incalcolabili i morti ammazzati in strada o locali, vendette, duelli in pubblico o feroci mattanze tra organizzazioni criminali e autorità. Il Messico da sempre annoverato per essere il più crudele e sanguinario, e il più machista, vede la sua statistica di omicidi salire in fretta in quelle aree che ancora si reputavano parzialmente protette dal narcotraffico e crimine organizzato. Un record di 11.241 esecuzioni legate a gruppi di criminalità organizzata in Messico sono state registrate durante i primi sei mesi del 2018.Una media di oltre 60 al giorno e un aumento del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo un nuovo rapporto dell’agenzia di vigilanza Semáforo Delictivo e Lantia Consultores, un’organizzazione senza scopo di lucro che tiene traccia delle uccisioni connesse al crimine organizzato.La violenza porta a una militarizzazione delle strade, per cui occorre abituarsi, anche in zone turistiche ad accettare la presenza di numerosi Federales.Ma il problema rimane irrisolto alla radice.Corruzione, cattiva gestione delle risorse dedicate alla sicurezza, il Plan Merida che ha portato ad una vera guerra di stato contro i cartelli, acutizzando il problema dei danni collaterali, ovvero civili morti negli scontri, o intere cittadine rase al suolo (da cui poi origina il triste problema dell’immigrazione verso gli Stati Uniti). L’omertà e lo scarso senso civico di molti operatori in Messico crea un problema insormontabile per le autorità e le pubbliche amministrazioni che in prima linea tentano di arginare, spesso con insuccesso il crescente disagio che si tramuta spesso in violenza pura e cieca. Violenza  che porta a danni sociali pesanti, come una impennata dei suicidi per vivere in zone troppo violente.

Fig.2 – Una pattuglia della polizia messicana

 3. ANDRES MANUEL LOPEZ OBRADOR E IL SUO PIANO DI SICUREZZA NAZIONALE
C’è da attendersi un cambio radicale delle dinamiche con il prossimo appena eletto presidente della Repubblica del Messico, AMLO, che ritiene che il problema violenza debba essere affrontato eliminando il Plan Merida, legalizzando marijuana e derivati dell’hashish, lavorando in sintonia con la DEA Americana e rendendo più severi anche i requisiti di migrazione in Messico da parte di altre nazionalità, ridurre la militarizzazione e la spesa eccessiva in armamenti militari per le forze dell’ ordine. Un mix la cui efficacia in un paese che non conosce le mezze misure e le mezze parole e dove in certi posti anche uno sguardo di troppo si tramuta in una morte certa, rimane ancora avvolta nel dubbio. Da quando ha vinto le elezioni, López Obrador ha fatto un’inversione di marcia su una proposta di campagna per creare una guardia nazionale composta da circa 200.000 soldati e 50.000 marines che svolgessero essenzialmente le stesse mansioni di quelli ora dispiegati nelle strade. Invece, López Obrador ha detto che la proposta non si concretizzerà nel breve periodo e che saranno fatti sforzi per nominare un nuovo Segretario della sicurezza pubblica e rimuovere i militari dalle strade. Tuttavia, la proposta della guardia nazionale del Messico, è quasi una copia carbone dei tentativi dei passati presidenti, in particolare quelli di Peña Nieto, di segnare il loro arrivo con nuove forze di sicurezza che seguono modelli antichi. Nel frattempo Lopez Obrador annuncia che inizierà il suo piano di sicurezza nazionale in Ciudad Juarez, che chiude solo il mese di luglio con 200 omicidi e oltre 715 da inizio anno.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #6 il: Giugno 16, 2019, 15:14:41 pm »
Ma non potrebbero fare i "raccoglitori" a casa loro? Ah già, in Italia lo fanno gli immigrati, "perché sono lavori che nessuno vuol fare".

Conosco una ventisettenne, per il momento tornata in Italia, che insieme al suo ragazzo ha lavorato per un certo periodo in Francia, come  donna delle pulizie, e per 1300 euro al mese. *
Beh, secondo lei è stata un'esperienza... meravigliosa.

Nel frattempo il ragazzo si trova ancora in Francia, dove svolge lavori manuali, anche se non so di preciso quali.

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* Parliamo della Francia, dove una pizza margherita può costare anche 16 euro.
Contenti loro...

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #7 il: Giugno 16, 2019, 21:18:16 pm »
Citazione
    “In Italia ero un laureato senza futuro. Qui a Città del Messico insegno italiano e la mia vita è straordinaria”
Qui non faccio fatica a a credergli, ha trovato un lavoro e ha uno stile di vita migliore che in Italia. E' quanto evidenziato dal video di Byoblu, occorre rivedere le politiche del lavoro o l'Italia diverrà un deserto di vecchi, migranti e raccomandati incapaci.
Citazione
“Quando sono partito odiavo il nostro Paese”. Ma, paradossalmente, ora che si trova Oltreoceano a raccontarlo, sta iniziando a conoscerlo meglio e concordare con chi lo considera “il più bello al mondo”.
Anche qui il video spiega che l'amor di patria è più facile quando si è lontani dai suoi problemi: quando a ogni colloquio di lavoro ti ridono in faccia, se non peggio, cominci a sviluppare sentimenti poco patrottici.
Conosco una ventisettenne, per il momento tornata in Italia, che insieme al suo ragazzo ha lavorato per un certo periodo in Francia, come  donna delle pulizie, e per 1300 euro al mese. *
Beh, secondo lei è stata un'esperienza... meravigliosa.

Nel frattempo il ragazzo si trova ancora in Francia, dove svolge lavori manuali, anche se non so di preciso quali.

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* Parliamo della Francia, dove una pizza margherita può costare anche 16 euro.
Contenti loro...
Se è per questo anche una nizzarda può costare 16€ perché è considerato un piatto unico, ma a differenza della Svizzera, la vita specialmente in provincia non è più cara che in Italia. Detto questo, andare in Francia per fare la donna delle pulizie è assurdo con tutte le africane e ucraine che lo fanno da noi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #8 il: Giugno 16, 2019, 23:28:45 pm »
Al minuto 6:35 parla di Ida Magli:

Codice: [Seleziona]
https://youtu.be/Gfoztx52feo?t=394
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #9 il: Giugno 17, 2019, 00:29:20 am »
Il punto non è se il giovanotto in questione abbia trovato un lavoro e uno stile di vita migliore che in Italia.
Il punto è che tanti (tantissimi) italiani hanno il vizio di non raccontarla tutta e consequenzialmente di non evidenziare ciò che non funziona in quei paesi, che non sono affatto dei paradisi terrestri come i suddetti vorrebbero far credere.
Ma, del resto, se così non fosse, staremmo parlando degli abitanti di un'altra nazione, anziché degli italiani.

http://comisoergosum.altervista.org/citta-messico-facce/

Citazione
Città del Messico, a due facce
“Questa immagine non è stata modificata. È tempo di farlo.” È lo slogan che campeggia sulle foto di una Città del Messico a due facce, fotografata dall’alto da Oscar Ruíz. Le immagini mostrano come alcune parti della capitale messicana (precisamente nei quartieri di Cuajimalpa e Alvaro Obregón del distretto occidentale di Santa Fe) si siano sviluppate  proprio a fianco di zone impoverite e mal messe della città, creando un contrasto economico, sociale e in questo caso anche visivo tra gli abitanti di una e dell’altra parte.

Nelle foto scattate per la campagna Erase the difference commissionata dall’agenzia pubblicitaria Publicis si nota l’enorme disparità delle due zone residenziali contigue. Quello che salta subito all’occhio è la differenza lampante data dai colori delle case, quelle popolari e vecchie ingrigite, quelle ricche dalle tinte vive. Ancora, i particolari fanno la differenza del benessere delle due parti: giardini curati, strade asfaltate, antenne paraboliche, macchine di grossa cilindrata e dalla carrozzeria lucente parcheggiate ordinatamente nei garage da una parte; stradine strette e poco curate, verde disordinato, terrazze fatiscenti dall’altra.
Anche la parte architettonica e strutturale ha contribuito alla divisione fra ricchi e poveri. Nelle foto si possono individuare infatti delle barriere che separano materialmente le due zone, mentre altri palazzi sono stati costruiti in maniera tale da avere un’ottima visuale sul davanti e nessuna possibilità di vedere cosa c’è dietro, grazie a dei pannelli isolanti installati sul retro delle case “per bene”.

Il Messico è una delle nazioni con la maggiore disparità fra ricchi e poveri. Esiste un coefficiente secondo il quale è possibile stilare una classifica dei paesi dove c’è più o meno disparità di reddito della popolazione; si chiama coefficiente Gini  e prende il nome dallo statistico italiano che lo calcolò nel 1912. Al netto di conti e formule matematiche, il coefficiente va da 0 a 1, dove lo 0 corrisponde a una maggiore equità economica e l’1 al concentramento della ricchezza nelle mani di pochi. Il Messico è stimato avere lo 0,546 e si colloca al 109° posto su 124 paesi presi in considerazione (la Danimarca è prima con 0,247, noi 52simi con il Regno Unito a 0,360, gli Stati Uniti 74esimi con lo 0,408).
Si stima che il coefficiente Gini medio di tutte le nazioni del mondo sia di 0.31 e aumenti ininterrottamente dalla metà degli anni ’80 dello 0,3% ogni anno

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #10 il: Giugno 17, 2019, 00:34:03 am »
Vicus

Citazione
... Detto questo, andare in Francia per fare la donna delle pulizie è assurdo con tutte le africane e ucraine che lo fanno da noi.

Eh, appunto... è assurdo.
Tra l'altro si tratta di una giovanotta, che al pari del suo ragazzo, non sa nemmeno parlare il francese.



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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #11 il: Luglio 01, 2019, 11:36:32 am »
Circa 300.000 giovani lasciano l’Italia ogni anno [e altrettanti immigrati arrivano]. Uno ogni 5 minuti. Negli ultimi 12 anni sono partiti 2 milioni di italiani. Quasi una famiglia su tre ha un figlio all’estero o che pensa di andarci. Un giovane su due vorrebbe andarsene. L’Italia vorrebbe essere lasciata da quasi un terzo dei residenti.
Secondo Confindustria questo esodo ci costa 14 miliardi all’anno di perdita di capitale umano. Dovrebbe essere la notizia di apertura di tutti i media, invece silenzio e rassegnazione. Non fa comodo a nessuno parlarne perché è la sconfitta del sistema Italia e mette sotto accusa tutte le politiche economiche fatte finora. Anzi, l’emorragia dei giovani italiani è raccontata come un fenomeno positivo, in nome della mobilità, globalizzazione, conoscenza. Un tempo l’esilio era una condanna. Ora sono tutti esuli volontari.
La campagna contro il posto fisso, per l’abbattimento dei salari, quella pro emigrazione giovanile, pro mobilità e flessibilità sono due facce delle stessa medaglia: distruggere l’esistente e impoverire l’Italia, privarla del futuro. Più si impoveriscono le Nazioni, più si rendono preda degli appetiti altrui e questi Paesi, depauperati delle loro sostanze, vengono regolarmente colonizzati e svenduti al miglior offerente.
In Italia stiamo assistendo da decenni a questo gioco al massacro.
Stiamo sbagliando tutto e non ci rendiamo conto di una cosa essenziale: visto che l’accento è solo sulla mobilità e sul globalismo, se non si ritrova un po’ di sano orgoglio legato a una riscossa italiana è finita.
Il ritornello è: “l’Italia fa schifo”. Questa narrazione ci è stata imposta e abbiamo rinunciato a lottare. I giovani se ne vanno alla spicciolata, individualmente. Se ne vanno senza protestare, senza cercare di cambiare le cose in Italia. Sono impregnati di esterofilia e giustamente, perché l’Italia gli offre uno stage sottopagato anziché il contratto fisso che hanno altrove, dove le loro capacità sono apprezzate, mentre in Italia sono considerati un fastidio e le richieste di lavoro una rogna a cui non vale nemmeno la pena di rispondere.
Cosa dobbiamo fare, allora? Per Barbara Pavarotti, ex-giornalista del Tg5, la risposta è chiara: “Ricominciare a lottare in Italia per cambiare, per scalzare la mentalità che ci vuole tutti esuli”. Il suo impegno si è tradotto in un video documentario prodotto dalla Fondazione Paolo Cresci intitolato “Italia addio, non tornerò” (guardate il trailer seguendo il link:


L’Inail scrive che in Italia mancano 4 milioni di posti di lavoro nella sanità, nell'istruzione, nella Difesa, nella Pubblica Amministrazione. Gli uffici pubblici lamentano una scarsità di personale e chi è occupato deve sopperire a fatica a questa mancanza. Nel privato, poi, le imprese si dichiarano tutte overbooking. Certo, devono fare profitti con la minor spesa possibile.
Insomma, nel fenomeno dell'emigrazione giovanile italiana, la narrazione vigente è una truffa: è una diaspora, frutto (quantomeno, per essere buoni) di una strategia miope; per essere cattivi frutto di una strategia che mira a umiliare l’Italia, depauperarla e minarla alle radici sgretolando anche le famiglie e dividendole. Strategia pericolosissima perché - anche così - si cede una fetta di sovranità utilissima a chi vuole rendere l’Italia una colonia sostituendo la popolazione italiana con altre etnie (se proprio vogliamo essere cattivi). Il famoso motto "Divide et impera" vale sempre. Vogliamo reagire o essere rassegnati ad accettare tutto come abbiamo fatto finora? Sveglia, giovani: è arrivato il momento di una nuova rivoluzione! Intervento tratto dall’incontro per la presentazione del nuovo mensile "Sovranità Popolare", ripreso per voi dalle telecamere di Byoblu.


Argomento interessante.
Una riduzione della popolazione italiana non sarebbe neanche male, a patto pero' che non si prendano milioni di stranieri, come accade oggi. Perche' in questo caso i tratta di un vero e proprio rimpiazzo etnico.
Pero' questa tendenza non e' solo italiana. Basta farsi un giro in altri Paese europei (Spagna, Grecia e quelli dell'Est) per assistere allo stesso fenomeno: i locali sono costretti ad emigrare e gli stranieri messi al posto dei locali e pagati da fame.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #12 il: Luglio 01, 2019, 11:52:50 am »
L'emigrazione e' un'arma, cosi' come lo e' l'immigrazione.
I governi di molti Paesi se ne sbattono di trattenere le persone, anzi, fanno di tutto per cacciarle.
Questa narrazione e' alimentata ad arte: emigrare fa moda, fa figo. Meglio fare il cameriere a Londra o lavorare in un call center in Ungheria, che fare le stesse cose in Italia.
Questo fenomeno e' alimentato pero' anche da un altro fatto che conosco molto bene da vicino: la globalizzazione delle multinazionali.
Voi non avete idea di quante multinazionali aprono veri e propri falansteri 4.0 nei Paese dell'Est. Impiegano centinaia di persone (la gran parte stranieri), gli italiani sono numerosissimi. Le paghe sono un pelo sopra la media locale, ma molto piu' basse rispetto all'Europa occidentale. La situazione e' paradossale, perche' i locali emigrano e la societa' si riempie di stranieri.
Ovviamente l'italiano li' lavora, prende lo stipendio e tra affitto, spese, divertimenti, spende quasi tutto. E chi ci guadagna? Facile capirlo.




Offline Vicus

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #13 il: Luglio 01, 2019, 13:01:28 pm »
Una riduzione della popolazione italiana non sarebbe neanche male, a patto pero' che non si prendano milioni di stranieri
C'è anche da considerare la competizione con Paesi di dimensione continentale, la cui forza demografica è immensa. Un paese di pochi vecchi (in Italia sono già il 33%) verrebbe spazzato via in pochi anni anche senza immigrazione.
E non si può fare il paragone con Svizzera e Corea, la cui situazione nello scacchiere globale è competamente diversa. L'Italia rischia di diventare un Paese musulmano, e/o una colonia dell'"asse Berlino-Parigi" (che puntano a questo da decenni, teleguidando la nostra classe dirigente insignita di Legion d'Onore).
Pero' questa tendenza non e' solo italiana.
No, non è solo italiana. E' europea (ma non asiatica o americana).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"L'Italia fa schifo": il ritornello per perdere sovranità
« Risposta #14 il: Luglio 01, 2019, 18:50:21 pm »
So di un giovanotto che è andato a lavorare in... Albania come cameriere, per la cifra di... 250 euro al mese:doh: