Autore Topic: Stasi: "omofobia in gruppuscoli dell'estremismo politico o religioso"  (Letto 1127 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21338
  • Sesso: Maschio
Continua l'atteggiamento ambiguo e la cattiva informazione di Stasi nei riguardi dell'ideologia LGBT. Leggiamo nell'articolo di oggi:

Manifestazioni di omofobia di carattere culturale e sociale, nel nostro paese, ci sono, ben inteso, ma rappresentano sacche minimali e molto rare, confinate in alcuni gruppuscoli di estremismo politico o religioso.

Oltre ad accettare il termine omofobia, che equivale a una patente per le rivendicazioni antimaschili del mondo LGBT, il nostro non chiarisce quali siano questi inesistenti "gruppuscoli" e cosa facciano, ma associa la suddetta omofobia all'estremismo politico e alla religione, delegittimando fior di battaglie democratiche. A meno che qualcuno non abbia visto ronde di frati in camicia nera per le strade, a manganellare poveri omosessuali che (una volta tanto) si fanno i fatti loro.

Per qualche ragione mentre evoca forse inesistenti "gruppuscoli" omette di citare i gravi e numerosi episodi di sapore squadrista e antidemocratico (anche da parte di rappresentanti delle istituzioni) contro chi manifesta o affigge cartelloni a favore della famiglia e della vita; della censura di innocui manifesti da parte di sindaci; delle aggressioni verbali e fisiche a Sentinelle silenziose; dei vilipendi ai gaypride e delle accorate proteste che si levano a ogni manifestazione pacifica (e spesso privata, a porte chiuse) di segno opposto.

Leggiamo più avanti:

Il mondo omosessuale ha raggiunto in occidente, Italia compresa, la pienezza del rispetto della propria dignità e dei propri diritti.

Questa benevola frase è congegnata in modo da far passare in sordina (anzi tra gli scontati consensi di chi non fa uso dei propri neuroni) il concetto che l'omosessualità sia uno stile di vita equiparabile agli altri e meritevole di riconoscimento giuridico.
"Come, vuoi criminalizzare i poveri gay?" Dirà la parte dormiente del pubblico. No ragazzi, avete sbagliato: la normalizzazione dello stile di vita omosessuale si fa necessariamente a scapito dell'identità e dei diritti maschili che saranno progressivamente messi fuori legge. Già un certo vocabolario (e non mi riferisco a battute bulliste) non lo possiamo più usare.
Qualcuno spieghi quale posto avranno in un tale arcobaleno di "diritti" i ruoli maschili e la figura del pater familias di romanistica memoria. Sono certo che molti già storcono il naso, considerando simili istituzioni sorpassate (ma durevoli): segno che la propaganda funziona a meraviglia.

Mi domando come possano avanzare i diritti maschili se si scende a compromessi o si rimane neutrali di fronte a un’ideologia sinergica col femminismo che si propone deliberatamente di obliterare, sul piano simbolico come legale e sociale tutto quel che c’è rimasto di maschile. Sui forum gay (per chi ha lo stoicismo di consultarli) pullulano termini come maschilismo, machismo e maschilità tossica.
Si agita lo spettro dell'omofobia, di immaginarie ronde di manganellatori degli omosessuali, ma praticamente nessuno accenna alla dilagante violenza e alle crescenti provocazioni verso manifestanti pacifici. Addirittura, mentre i pride sfilano indisturbati, si vietano manifesti e riunioni private!

C’è ancora un’enorme immaturità e superficialità riguardo a queste tematiche, considerate marginali se non roba da bacchettoni.
Pochi si domandano perché questa cultura attacca l’uomo e la maschilità, perché non può esistere un femminismo moderato e “sostenibile” e perché il mondo LGBT non può promuovere valori e diritti maschili, che sono in antitesi con la sua ideologia.
Il vuoto politico che Stasi paventa (mi astengo da battute), sottintendendo una prossima calata di fascisti da Marte, si crea con l'ambiguità, con strategie opache e idee rimpiazzate col loro contrario ogni cinque minuti, secondo le convenienze del momento e in pieno stile orwelliano.
In questo confuso rumore di fondo, in cui non si delinea alcuna presa di posizione di Stasi di fronte all'ideologia LGBT (totalitaria ma anche fonte del diritto, nociva ma indispensabile) spicca il crescente risalto che il nostro dà a Elisabetta Frezza che, almeno, di idee chiare ne ha.
Il lettore ecumenico (ma forse un tantino in malafede per contiguità ideologica o di interessi) ci vedrà una mano tesa ad una compagna di strada.
Il sottoscritto invece, vista la netta differenza di idee e di coerenza nell'esporle, ipotizza un più banale tentativo di farne una donna-immagine, uno sponsor del suo sito e di se stesso che gli assicuri una parte non trascurabile di potenziale elettorato. Magari nella speranza che tale sostegno diventi esplicito e volontario, con qualche speculare citazione da parte di Elisabetta o qualche conferenza a due. Di questi tempi non si sa mai, ma finora la Frezza ha dimostrato di non lasciarsi comprare e di non cadere in questo genere di stratagemmi.
« Ultima modifica: Luglio 10, 2019, 01:05:32 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21338
  • Sesso: Maschio
Re:Stasi: "omofobia in gruppuscoli dell'estremismo politico o religioso"
« Risposta #1 il: Luglio 08, 2019, 19:26:20 pm »
Risponde Stasi:

agli omosessuali va riconosciuto il pieno diritto di intessere relazioni legalmente riconosciute, con tutti i diritti e le responsabilità che ne discendono.

Questi "diritti" si chiamano adozione, inevitabile se si paragona la relazione omosessuale a quella normale. Stasi non può non saperlo.

Io voglio un presente dove il padre separato e oppresso si batta per il riconoscimento dei diritti e della dignità degli omosessuali, e gli omosessuali si battano per il riconoscimento dei diritti e della dignità dei padri separati.

Perché non allora un presente "dove il padre separato si batta per i diritti e la dignità delle femministe, e le femministe per i diritti dei separati"?

Il mio sogno, anzi la mia utopia, è [...]tavoli di dialogo tra uomini e donne, etero e non, in ogni città.

L'abbiamo aperto un "tavolo" qui, tempo fa. Qualcuno si ricorda com'è andata a finire: come tutte le altre utopie.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.