Secondo me la questione pratica del problema è
MOLTO più complessa di quanto si pensi.
Perché? Perché nel condannare qualcosa che riteniamo da eliminare, bisogna vedere quanto ci sia bisogno di regolarla con leggi e capire
se evitare un certo tipo di violenza possa diventare esso stesso una fonte di altre violenze.Come ho già detto in un'altra discussione, lo stupro, la violenza carnale, in realtà non esiste: Non esiste nella pratica poiché dipende da un sentire soggettivo dell'individuo (in questo caso la donna) che può considerare stupro qualsiasi rapporto rivalutandolo in qualsiasi momento (ovvero: può cambiare idea in un secondo momento e quello che era un normale rapporto sessuale diventa stupro).
Insomma: Un qualsiasi rapporto sessuale è stupro in base a come lo considera una donna. Nella pratica molto spesso non vi è una reale demarcazione fra stupro e coito normale. Per questo motivo, già in altre discussioni si era arrivati alla conclusione che
ogni coito può essere stupro.Quindi la questione è spinosa: perché voi capite che se diamo alla donna la possibilità di denunciare un qualsiasi rapporto sessuale come stupro,
considerando che la linea di demarcazione fra reato e lecito dipende SOLO da come la donna ha interpretato quel rapporto, allora si crea un enorme buco logico.
Ed ecco che, per tutelare qualche caso sporadico di "rapporto più o meno forzato" (ovvero quello che si intende per stupro) si creano una miriade di altre ingiustizie e violenze ai danni dell'uomo:
Falsi stupri, strumentalizzazione, linciaggio gratuito degli stupratori. E allora!!?? Volevamo tutelare alcuni individui da un certo tipo di violenza e siamo andati a pasticciare talmente tanto che abbiamo creato una fonte inesauribile e incontrollabile di violenza? SìE poi vanno considerate altre cose: Lo stupratore è un individuo "al limite", ovvero un individuo che si vede costretto allo stupro dalla sua stessa natura, seguendo meccanismi istintivi. Quanti sono effettivamente "stupratori"? Veramente pochi.
Per natura poi, gli altri maschi e le altre femmine sono portate naturalmente ad emarginare, evitandoli, questi individui "al limite". Non si sentirà mai qualcuno lodare uno stupratore, né -possiamo esserne sicuri- capiterà mai che gli uomini violenti contro le donne diventino una maggioranza, semplicemente perché le donne di per sé fanno già una "selezione" evitando e denigrando quelli violenti contro loro stesse.
La conclusione? Io penso che il reato di stupro non esista affatto, perché non è un reato ben definito. Esistono rapporti compiuti in modo più o meno consenziente, ma questo non è da vedere necessariamente come un male supremo. In fondo questo fa parte della natura dell'uomo e delle donne, proprio come per le donne è normale tendere a "utilizzare" il marito solo come "bancomat".
E' una tendenza naturale piena di sfumature che nessuno si dovrebbe permettere di regolare con leggi che vedono in bianco e nero. E' stupro o non lo è: no, la natura non è così.
E, infine, mi sembra chiaro che non abbia senso istituire un reato di stupro (ammettendo che esso esista) poiché creerebbe 1000 ingiustizie ogni giustizia, e si rivelerebbe -come vediamo ai giorni nostri-
il miglior strumento per creare violenza in nome di un'altra -spesso solo presunta- violenza.Lo stupro? ammesso che si possa definire un rapporto che sia stupro e uno che non lo sia, è un evento sporadico che non conviene condannare perché si rivela il male minore.
Spero di non essere bannato per le mie idee così rivoluzionarie.