Mi è capitato spesso di parlare con donne femministe, tutto sommato mi sono trovato bene, una mi ha anche fatto delle domande per una sua ricerca di sociologia.
Parlando con gli uomini femministi invece ho trovato i più fanatici, costoro possono sostenere che le donne non abbiano capito nulla di femminismo, oppure che esistano femminismi buoni e altri cattivi, o anche potrebbero tentare di aggredirti sul piano personale. C'è una differenza di atteggiamento o è solo la mia esperienza personale che riporta questo?
A me pare che gli uomini femministi, siano tipo dei vegani, cioè gente che ha trovato un modo per sentirsi "moralmente superiore" al prossimo. Ho letto la definizione di "virtue signalling", perché alcuni miei conoscenti sostenevano che i maschi femministi fossero persone di basso status che cercano strategie riproduttive. Battute a parte, ho riso di queste considerazioni, ma poi non ci ho dato molto credito.
Il confronto coi maschi femministi spesso prende la forma dove loro si piazzano su un piedistallo, e ti "educano", cioè tu stai sotto, loro sopra a dare lezioni e a parlare di oppressione della donna. Poi reagiscono in modo sproporzionato se fai notare dei doppi standard presenti nella nostra società, tutti che colpiscono gli uomini, vantaggi femminili in molti ambiti.
Le femministe poi tendono a pensare che gli uomini non possano essere come loro, femministi, quindi tendono a chiamare i loro pedoni di basso status "filofemministi", già questo mi offenderebbe se fossi tra le loro fila.
Capisco un politico, un artista o un "intellettuale", più che altro capisco che voglia andare dietro allo Zeitgeist, non mi da neanche particolarmente fastidio. Quelli che non capisco sono i maschi di basso status, non se ne fanno niente di supportare il femminismo, sono come i cani che leccano la mano del padrone che li picchia.
Potete sciogliere questo mio dubbio? Io non li ho ancora inquadrati i maschi femministi di basso status.