Un neonato morto è stato trovato in fondo ad una scarpata nel beneventano. Il piccolo si trovava in macchina con la madre che si era allontanata con lui con l'intento di buttarlo via come un rottame. Le ricostruzioni dell'accaduto sono agghiaccianti: la donna si sarebbe fermata sul ciglio di una scarpata, avrebbe poi preso il neonato e lo avrebbe lanciato nel vuoto del fossato. Non soddisfatta del gesto, sarebbe poi scesa, avrebbe raggiunto il corpo del piccolo e per completare l'opera e assicurarsi che fosse morto lo avrebbe poi colpito ripetutamente con un bastone. Adesso questa merda umana si trova in ospedale dove è piantonata dalle forze dell'ordine. Certamente esistono ancora parecchi punti da chiarire, ma la dinamica dei fatti sembra essere questa e coincide con gli elementi finora raccolti. Da parte della madre è indiscutibile la volontà di uccidere, ma non in modo indolore. In un modo anzi da sottolineare tutto l'odio e profondo disprezzo del quale una madre snaturata è capace. Invece di abbandonarlo come un cane, lasciando che sia la sorte a decidere per lui, come si fa in genere appunto per i cani, quella troia lo ha gettato in una scarpata per sottolineare e dimostare che il piccino per lei era solo spazzatura da buttare via. Un essere vivente da cancellare, non degno di sopravvivere, al punto da prendersi la briga di scendere per completare l'opera a furia di bastonate. Ma per femministume e zerbinume vario questo non è un crimine. E' "una tragedia umana".