Da un articolo censurato di Blondet:
Incontro a Messa un
dirigente della Questura di Milano. Persona buona, timida.
Piegato dal dolore per l’omicidio dei due colleghi a Trieste. Ovviamente gli chiedo com’è stato possibile; le pistole, le fondine, se non ci vogliono armi diverse come taser e spray urticante. Lui, abbassando la voce come se stesse per dirla grossa: “La verità è che
questi soggetti andrebbero ammanettati”, sussurra. Non possono farlo, i poliziotti, a loro giudizio, senza incorrere nelle ire del procuratore.
Ma non potere porre il problema, proprio come corpo, al corpo magistratuale? Chiedere a loro: cosa possiamo fare, come essere operativi ditecelo voi. Dopotutto siamo la polizia giudiziaria, la “vostra” polizia. Il dirigente si guarda attorno, e sussurra: “
Con loro, parlare il meno possibile. E misurando le parole, eh...”. In poche frasi reticenti,
viene fuori l’incubo in cui vivono in Questura. Le 17 celle per i fermi provvisori sempre occupate di extracomunitari che urlano giorno e notte, danno in escandescenze, aggrediscono - sapendo di poterlo fare, perché loro,gli agenti , non possono torcere loro un capello senza rischiare una denuncia per maltrattamenti o tortura, e guai giudiziari senza fine e il posto dilavoro in pericolo . “
Abbiamo messe le telecamere in ogni ufficio, così se ci denunciano abbiamo le prove che…”.
Le prove che la zingarella borseggiatrice, quando accusa il poliziotto, di averla molestata o tentato di stuprarla, sta mentendo. Le prove, da esibire al giudice, che non hanno ammanettato né “torturato” il negro violento che sono riusciti a bloccare prendendosi pugni calci e morsi, eccetera.
Viene fuori, per brevi racconti, che
i magistrati hanno verso gli agenti solo rapporti di ostilità, sfiducia, incredulità di principio verso le loro versioni dei fatti. A loro viene negata ogni discrezionalità nell’azione e nel giudizio. Un rapporto di fiducia reciproca implicita, che è la base necessaria di una società, è rotto. Non stupisce che,
fra gli agenti e le guardie di custodia, il numero dei sucidi sia alto quanto quello dei loro colleghi francesi. Solo che in Francia se ne parla. Da noi no.
Le telecamere sono accese 24 su 24. Nell’insieme, capisco che nella Questura,
ad essere sotto sorveglianza visiva incessante, e sotto la legge del sospetto permanente, non sono i delinquenti ma i tutori dell’ordine. La “privacy” così gelosamente difesa come diritto inviolabile di altri, nei media e anche nei tribunali, loro, gli agenti, non ce l’hanno.
I carcerati sono loro, e sono ridotti ad essere contenti che le telecamere spiino ogni secondo della loro giornata lavorativa per scongiurare denunce arbitrarie, che finiscono comunque in cause, spese e pericolo per la carriera e lo stipendio.
Ovviamente
è un corollario del regime totalitario in cui viviamo, il totalitarismo della dissoluzione, che esalta ogni anormale e sospetta e punisce penalmente ogni normalità.
Ovvio che i delinquenti non abbiano alcun timore di finire davanti al magistrato, mentre lo temono i poliziotti, come ciascuno di noi.https://forum.termometropolitico.it/243992-il-totalitarismo-della-dissoluzione.htmlSo di dire cose note - note a noi gente normale, che come ogni persona normale hanno paura dei giudici. Ma loro, evidenetemnte, non le vedono.
Giorni fa, è cominciata una campagna delle procure per esigere dal loro governo che siano aggravate le pene per l’evasione fiscale, in modo da poter utilizzare le intercettazioni – il mezzo unico e principe, totale e invasivo, preferito dalle nostre procure – insomma rendere un reato amministrativo un crimine penale, con carcerazione facile. Il pm Greco di Milano, nell’immancabile convegno sul tema, ha detto:
“Se sei straniero e rubi una lattina vai in carcere, se sei un evasore ti devo ringraziare. Questa storia mi ha stancato
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/01/fisco-procuratore-greco-se-sei-straniero-e-rubi-una-lattina-in-carcere-se-sei-un-evasore-invece-ti-devo-ringraziare-questa-storia-mi-ha-stancato/5489695/Nessuno ha il coraggio di risponder al procuratore che nessuno straniero “finisce in carcere” non solo per una lattina, ma per aver pestato, insultato, a sputato su poliziotti e semplici passanti: massimo, arresti domiciliari. Domiciliari al massimo. Evidentemente questa classe dominante, che sta al vertice del totalitarismo della dissoluzione, non vive nella stessa nostra realtà:
Poliziotti aggrediti a Cecina, agente in ospedale con ischemia. "Il colpevole già libero"Cecina (Livorno), 5 ottobre 2019 - Due agenti di polizia sono finiti in ospedale a Cecina dopo l'aggressione da parte di un uomo di nazionalità russa. Una poliziotta ha riportato tra l'altro un'ischemia nell'aggressione, a causa dei calci ricevuti al petto […]
Lo straniero – dice Stefano Paoloni, segretario generale del Sap – è stato arrestato e, nonostante ciò, ha continuato ad insultare e sputare verso gli agenti. Processato per direttissima questa mattina, nonostante la richiesta di custodia in carcere da parte del PM,
lo straniero è stato scarcerato e gli è stato imposto l’obbligo di firma in commissariato, con orario da concordare per non essere danneggiato sul lavoro. In questo modo
si continua a legittimare la violenza contro gli uomini in divisa. Sono trascorse meno di 24 ore – conclude – e Trieste ancora non ha insegnato nulla".
https://www.lanazione.it/cronaca/poliziotti-aggrediti-1.4819886 Lecce,
danneggia la gazzella e ferisce due militari: preso pakistano
Lo straniero, che i carabinieri stavano scortando alla
Caritas dopo l'udienza che lo aveva condannato alla misura cautelare dell'obbligo di firma per un
precedente reato, ha dato in escandescenze durante il tragitto
Aggrediti con calci e pugni, i militari sono riusciti a fatica nel loro intento ed hanno nuovamente messo in moto per ripartire. Per nulla domo, il pakistano ha continuato a scalciare fino a sfondare il finestrino della portiera posteriore sinistra con l'intenzione di uscire dall'abitacolo.
Grazie al supporto di una seconda pattuglia ed all'uso dello spray urticante, i militari sono riusciti finalmente ad avere la meglio sul facinoroso, che è stato immobilizzato
O le scene quotidiane negli ospedali:
“Pronto soccorso.
Giovane ngro dà in escandescenze Per contenerlo ho contato 6 carabinieri 2 poliziotti 2 infermieri 1 volontario crocerossa ngro con funzioni di traduttore 1 medico 12 persone impegnate PS bloccato per 15 minuti buoni” (un’infermiera)
Roma,
autisti bus aggrediti: «Per le botte sono quasi cieco. Ora vogliono mandarmi via»L’autista della Tpl è stato picchiato in via di Rocca Cencia da un passeggero ubriaco, ma rintracciato. «Per i
colpi presi in testa con una bottiglia non vedo quasi più dall'occhio sinistro.
Due figlie piccole, una moglie. Un lavoro che spera di riottenere, consapevole dopo due interventi chirurgici e una serie infinita di perizie
Federico Maruca, 33 anni, preso a bottigliate da un passeggero ubriaco sulla vettura della linea «055» che stava guidando in via di Rocca Cencia, all’altezza della fermata alla borgata Finocchio.
«A causa di un colpo ricevuto a tradimento alla testa ho quasi completamente perso la vista dall’occhio sinistro…
Eccetera. Il totalitarismo della dissoluzione.