"Perché il movimento maschile non decolla?" Si chiede retoricamente Davide Stasi di Stalker Sarai Tu dopo aver insultato gli incel, per lui indegni di farne parte e potenziali criminali, e i separati, tacciati di idioti per aver acclamato le timide riforme di Salvini (su questo governo femminista Stasi pare invece tacere).
"In questi tre anni ho provato a dialogare con tutti", aggiunge rassegnato. Il suo dialogo è consistito nell'insultare chi era in disaccordo con lui con coloriti e poco liguri epiteti come "Ciccio", "stai come i pazzi", "bambini" e compagnia cantando.
L'unità di cui parla Stasi è evidentemente quella sotto di lui: "In questi tre anni ho provato a dialogare con tutti, a tirarli gradualmente verso un centro unico tutto da inventare."
Mai nessun riferimento o link a spazi maschili diversi dal suo (usati però a lungo come vetrina del suo blog), mai nessuna adesione a iniziative che non fossero le sue. Paradossalmente ha linkato molto di più siti femministi, che ne hanno tratto indubbio beneficio.
Tralascio in questo post le ragioni complesse, e non necessariamente ignobili o dannose, per cui i movimenti maschili non agiscono all'unisono. Ma abbozzo una spiegazione sul motivo per cui, alla resa dei conti, Stasi non convince nessuno: continua caparbio a grattare solo la superficie dei molti problemi sociali che includono la questione maschile ma rinuncia a denunciare cosa c’e sotto, insiste a voler sollevare un’indignazione rispetto a questi stessi problemi ma non chiarisce in base a quali valori di fondo dovremmo fare tutti quadrato, direi che volendo rappresentare un'impossibile mediazione tra opposti ontologicamente inconciliabili ha finito per infilarsi con tutto il suo blog in un irrecuperabile cul de sac.
E' un tipico modo di fare dei progressisti: proprio perché non deve esistere niente di perenne e permanente essi sono sempre pronti a rimproverare tutti per aver principi non negoziabili: in fin dei conti tutto si può e si deve accomodare e comporre nell’esercizio del dialogo attorno agli immancabili “tavoli”.
A parte si intende la loro agenda politica e sociale che va sempre perseguita in modo feroce e implacabile (v. agenda su matrimonio-adozione omosex, del tutto incompatibili con la QM, su cui Stasi rassicura in continuazione il fronte LGBT).
Per Stasi, che non dà reale voce alla variegata galassia degli uomini, l'attivismo maschile sembra un pretesto per la promozione personale e, forse, per assicurarsi uno strapuntino in Parlamento.
Pare avere una visione dell'impegno civile (e del potere) di stampo sovietico, con tanto di Partito Unico cui riferire le istanze maschili, filtrate dal vuoto di pensiero e di valori tipici della nostra epoca e studiatamente mascherati dalle formule da ghost-writer quale Stasi è.
Ed è proprio questo vuoto di valori e di principi la ragione principale per cui Stasi non convince nessuno. E' l'ennesima, superflua incarnazione del Partito Radicale di massa. Malgrado l'accorta dissimulazione dietro il repertorio del giornalismo più fabbricato, il lettore almeno inconsciamente lo percepisce e passa oltre.