Autore Topic: Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!  (Letto 1072 volte)

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Online Massimo

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Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« il: Novembre 10, 2019, 13:06:16 pm »
Avete avuto di certo sentore di quell'imprenditore che nel Piemonte ha fatto saltare la sua casa per intascare i soldi dell'assicuratore in quanto oberato di debiti causando anche la morte di tre vigili del fuoco. Bene, se fosse stata una donna ad architettare il tutto tutti i commentatori avrebbero detto e scritto: "Nessuno intende minimizzare la gravità dell'accaduto, nooo, però....." e giù con le varie indagini sociologiche sulla natura competitiva della società che pretende troppo da tutti (non dagli uomini, però, che non fanno mai abbastanza) e che lascia le donne senza supporto e senza aiuto (ecco perchè la poverina ha fatto quello che ha fatto e via discorrendo e baggianando. Trattandosi di un uomo, anzi di un "maschio"(così lo si disumanizza meglio) nessuna comprensione è ammessa. Solo condanna. E basta.  E fin qui, passi: alla libertà con responsabilità piena, oramai noi "maschi" ci siamo geneticamente abituati. Ma il quotidiano La Repubblica ha dedicato addirittura un intera pagina a delineare il profilo da fallito di un imprenditore che alla costante ricerca di un business di successo, non ne ha azzeccata una e ora si è persino "permesso" di causare la morte altrui. Come a dire: "Non ti basta essere un fallito, devi anche uccidere?". Questo è l'orrore allo stato puro per la nostra civiltà: essere maschi, falliti e assassini.  Questo genere di mostri deve andare al "trattamento speciale": la galera, il massimo della pena e la gogna mediatica. Gli hanno infatti dedicato apposta una pagina intera: la terza. Inchiodandolo appunto al ruolo di fallito assassino: E per chiudere in bellezza, alla fine un commento caustico: "...aver fatto saltare in aria la sua casa con tre volontari dei Vigili del Fuoco è l'unica cosa che gli è riuscita nella vita.
Per l'appunto.

Offline Vicus

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #1 il: Novembre 10, 2019, 13:34:04 pm »
L'equazione è: sei maschio? Non hai l'Erasmus e non lavori in una muiltinazionale? Allora sei un fallito se non un individuo sospetto, di cui non fidarsi e da non integrare.
Questo prepara il clima per misure di stampo sovietico, anzi cinese dove se non hai 1000 amici su Facebook e una media di 4.8 nelle loro valutazioni su di te, vieni sottoposto a notevoli restrizioni della tua libertà.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #2 il: Novembre 10, 2019, 15:15:35 pm »
Aggiungo: "Se sei maschio bianco etero occidentale"...
Poiché è chiaro che il discorso non vale per le altre etnie, negri in primis.

Comunque, tanto per cambiare, il direttore di quella fogna denominata Repubblica è un uomo.

https://www.ilpost.it/2019/02/05/carlo-verdelli-direttore-repubblica/

Citazione
Chi è Carlo Verdelli, nuovo direttore di Repubblica
Prenderà il posto di Mario Calabresi e sarà il quarto direttore di sempre del giornale

Carlo Verdelli, 61 anni, sarà il nuovo direttore di Repubblica, uno dei due maggiori quotidiani italiani: è il quarto direttore del quotidiano, dopo il fondatore Eugenio Scalfari, Ezio Mauro, e i tre anni di Mario Calabresi che ha annunciato oggi per primo la scelta dell’azienda di sostituirlo (il gruppo editoriale Gedi, che possiede tra gli altri giornali anche la Stampa di Torino, di cui Calabresi era stato direttore prima di Repubblica).

Verdelli è uno dei giornalisti della carta più noti e stimati in Italia, malgrado la sua notorietà pubblica sia limitata da un’inclinazione schiva che lo tiene lontano dalle apparizioni pubbliche e televisive. È stato direttore di testate molto diverse come Sette, la Gazzetta dello Sport e Vanity Fair, e vicedirettore al Corriere della Sera: in RCS era stato dieci anni, proveniente da Mondadori ed Epoca (ma la sua carriera era cominciata collaborando alla cronaca milanese di Repubblica: Verdelli è di Milano). Il suo più noto successo è stato il rilancio di Vanity Fair dopo che il debutto italiano del settimanale aveva avuto risultati molto deludenti: Verdelli lo trasformò in un ibrido tra un newsmagazine e un femminile occupando lo spazio ceduto dai settimanali tradizionali in crisi come l’Espresso e Panorama. Risultato che gli valse anni dopo un ruolo manageriale di vice presidente esecutivo presso l’editore Condé Nast quando lasciò la direzione della Gazzetta dello Sport, dove pure aveva aggiunto un approccio più ampiamente giornalistico, creando per la prima volta delle pagine di notizie non sportive nell’ultima parte del giornale.

Negli ultimi anni aveva collaborato occasionalmente con Repubblica ed era stato nominato nel 2015 Direttore editoriale per l’Offerta Informativa in Rai con la direzione di Antonio Campo Dall’Orto, ma si era dimesso in polemica con le resistenze del Consiglio d’Amministrazione al suo progetto di ripensamento del servizio. Il suo nome è circolato spesso rispetto a nomine diverse nelle testate più importanti, e in particolare al momento della scelta di sostituire il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli nel 2015, ma alla fine l’editore aveva preferito promuovere il vicedirettore Luciano Fontana.
Verdelli è noto per un carattere serio e a volte ombroso e per essere molto capace nella direzione e nella gestione dei collaboratori ed esperto di editoria cartacea, in un tempo in cui l’editoria cartacea ha bisogno evidentemente di progetti nuovi.


Come ho già avuto modo di scrivere in passato, è una fortuna (anzitutto per me, poi per i diretti interessati) che io sia un pinco pallino qualunque che passa le proprie giornate lavorative nei cantieri, perché se per ipotesi fossi un giornalista e avessi come capo un soggetto del genere, so che prima o poi lo sfanculerei e gli metterei anche le mani addosso, con tutte le conseguenze del caso.
Tanto con queste caccole schifose esistono e possono esistere solo "certi metodi".
Non certamente il dialogo e le buone maniere.
Tra l'altro quello che è veramente insopportabile di questi omuncoli moralmente schifosi, è il fatto che a chiacchiere fanno tanto i femministi, ma poi si guardano bene dal cedere la propria poltrona ad una femminuccia.

Online Massimo

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #3 il: Novembre 10, 2019, 16:14:49 pm »
Appunto: se invece di lui la Direzione avesse preferito magari Concita De Gregorio, stai pur tranquillo che avrebbe avuto da ridire; altro che blaterate della "marcia in più delle donne". Tale marcia in più, per tali omuncoli, le donne devono usarla con gli altri, non con loro stessi.

Offline Vicus

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #4 il: Novembre 10, 2019, 16:20:06 pm »
Aggiungo: "Se sei maschio bianco etero occidentale"...
Va da sé. Ovvio che con questa propanda martellante i comportamenti specialmente femminili, inconsciamente cambino.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #5 il: Novembre 10, 2019, 16:35:11 pm »
Da oramai quarant'anni i comportamenti femminili sono cambiati anche consciamente e scopertamente. E anche spavaldamente. Il tutto grazie a "questa propaganda". Oltre che grazie alla dabbenaggine e acquiescenza maschile, si capisce.



Online Jason

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #6 il: Novembre 10, 2019, 18:31:25 pm »
Frank

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Tra l'altro quello che è veramente insopportabile di questi omuncoli moralmente schifosi, è il fatto che a chiacchiere fanno tanto i femministi, ma poi si guardano bene dal cedere la propria poltrona ad una femminuccia.

Il grottesco di quello che dici è che anche le femministe e le filofemministe si stanno rendendo conto di questo e cominciano a rinnegarli e considerarli falsi alleati , con lo stesso giustificativo : "Se vuoi fare tanto il femminista perchè non cedi il tuo posto ad una donna ? Fai il femminista solo a chiacchiere ?"
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline santiago

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Re:Se sei maschio e colpevole nessuna pietà: alla gogna mediatica!
« Risposta #7 il: Novembre 10, 2019, 22:02:51 pm »
A proposito della responsabilità dell'uomo e della responsabilità della donna.
Mi permetto di estrapolare e copiare in anteprima un brano del II volume "La grande menzogna del femminismo" che sta per uscire tra qualche settimana. Scusatemi se faccio copia e incolla su quello che ho già scritto, ma mi risulta più semplice

“Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir sono probabilmente la coppia più celebre della storia della filosofia, segnati entrambi dalla stessa identica impronta esistenzialista. La loro lunga collaborazione, agevolata da stretti rapporti personali, è ben nota. Due celebri citazioni possono, in linea di massima, racchiudere il loro pensiero: «scegliendomi, io scelgo l’uomo», afferma Sartre; «donna non si nasce, lo si diventa», afferma de Beauvoir. Di primo acchito sembrano delineare un pensiero analogo: l’essere umano si costruisce. Guardando un po’ più in profondità scopriamo un pensiero agli antipodi: il costruttore dell’essere umano differisce. Per Sartre i costruttori siamo noi: «l’uomo è condannato a essere libero... una volta gettato nel mondo è responsabile di tutto quel che fa»; «il codardo è codardo della sua propria codardia». Malgrado il suo pensiero sia rivolto a tutta l’umanità, è l’uomo che Sartre ha in mente. Quale migliore esempio che la guerra per mettere in evidenza il soggetto sessuato del suo pensiero: «se io sono mobilitato in una guerra, quella guerra io, in fondo, l’ho scelta». L’uomo-maschio costruisce se stesso e si assume la responsabilità. La filosofia di Sartre può essere definita la filosofia della responsabilizzazione.
Per de Beauvoir il costruttore è al di fuori di se stesso, almeno per la donna. La sua opera più importante, Il secondo sesso, consta di oltre 800 pagine apologetiche della femmina costruita non da sé, ma dagli altri (“l’eterno femminino”). La donna, vittima della società patriarcale, senza responsabilità, diventa ciò che gli altri vogliono che lei diventi. La filosofia di de Beauvoir può essere definita la filosofia della deresponsabilizzazione.”(La grande menzogna del femminismo, pp. 953-954)