Anche in Italia ne parlano, però solo se succede ad un immigrato, quella è una cosa grave perché non è violenza contro un maschio e basta ma è razzismo, vuoi mettere, quella si che è violenza.
Quando degli italiano stuprano una immigrata però non si parla di razzismo ma di violenza contro le donne... bho...
E come al solito i giornali italiani riportano casi isolati di fenomeno che avvengono almeno 100 volte al giorno, casi isolati a senso unico per dare un'idea particolare di come funziona il mondo. Vorrei far notare la differenza tra gli articoli americani e questo italiano, gli americani riportano statistiche e poi alcuni casi isolati per far capire le dinamiche e che le statistiche poi son persone vere, i giornali italiani riportano solo casi isolati nel dettaglio, selezionandoli bene prima, in modo tale che chi legge a casa si fa la sua idea... basata sulla selezione.
Ecco qui un giornalista che ci spiega che non c'è un attacco contro i maschi, ma contro gli immigrati, ce lo spiega non dicendocelo, riportando una notizia con imparzialità.
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/05/28/183681-picchiano_sangue_compagno_dell_asilo.shtmlUN EPISODIO INDEGNO/ BABY RAZZISTI NEL MILANESE
Picchiano a sangue compagno dell'asilo
'Sei caffelatte' : è giù calci e pugni
Il bambino, che ha solo quattro anni, è figlio di una italiana e di un domenicano. Il piccolo, già più volte insultato dagli altri compagni della matern, è stato aggredito. Un calcio l'ha raggiunto ai genitali e la piccola vittima è finita in sala operatoria all'ospedale Fatebenefratelli
Milano, 28 maggio 2009 - Un bimbo di quattro anni, figlio di un immigrato dominicano e di un’italiana, è stato preso a calci nei testicoli da un gruppo di compagni perchè è un «caffellatte». È accaduto, in un asilo di un piccolo comune della Lombardia, tra Milano e Como. Il bambino, ricoverato al Fatebenefratelli, ospedale pediatrico del capoluogo lombardo, è stato operato e i genitori hanno denunciato ai Carabinieri la scuola e il gruppo di piccoli razzisti.
Dallo scorso settembre, al rientro delle vacanze, tre compagni della sua classe l’hanno preso di mira proprio per il colore della pelle. La madre ha capito subito che c’era qualcosa di strano: «Piangeva e non voleva più andare all’asilo. Diceva che i suoi amici non gli volevano più bene, che gli facevano i dispetti, ma all’inizio non ha detto che lo insultavano per via della pelle», ha riferito ai medici dell’ospedale milanese. «Gli dicevo di raccontare tutto alle maestre, convinta che gli attacchi sarebbero finiti. E invece?».
Il gruppo dei baby razzisti si è fatto più numeroso. Gli insulti, sempre più pesanti, rivolti anche al papà straniero. Un mese fa il pestaggio. Sono volati schiaffi, calci, pugni. Uno l’ha centrato ai genitali. Le maestre hanno chiamato l’ambulanza ed il bimbo è stato ricoverato al Fatebenefratelli, nel reparto di Luca Bernardo (il primario), che dirige il primo centro studi italiano contro il bullismo. «Bambini così piccoli non si rendono conto di quanto siano gravi certe parole - dice Bernardo - Però si rendono conto del male che fanno e il danno che procurano va punito».