Autore Topic: La Grande Menzogna del Femminismo di Santiago Gascó Altaba  (Letto 1869 volte)

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Offline Vicus

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La Grande Menzogna del Femminismo di Santiago Gascó Altaba
« il: Dicembre 05, 2019, 02:39:54 am »
"La grande menzogna del Femminismo”, II Volume (e ultimo) è in uscita a dicembre
https://www.persianieditore.com/lingannevole-realta-del-femminismo/

1.Santiago Gascó Altaba ha scritto un libro fondamentale per i diritti maschili, La Grande Menzogna del Femminismo. Nato da un approfondito lavoro di ricerca, con numerose citazioni di fonti, è una delle opere di riferimento per i movimenti maschili. Santiago, cosa ti ha spinto ad interessarti della cosiddetta guerra dei sessi? Vicende personali, magari dovute a separazioni? Oppure una progressiva presa di coscienza dovuta al semplice osservare i rapporti tra i due sessi per ciò che realmente sono ?

Grazie per avermi accolto nel vostro sito. Mi scuso in anticipo per i possibili errori ortografici o di sintassi, sono spagnolo, scrivo in una lingua che non è la mia.
Il mio interesse per la questione maschile è nato in seguito alla mia separazione, molto conflittuale, in qualche modo ho visto riprodotti gli schemi denunciati dalle associazioni dei padri separati: false denunce, sottrazione dei figli... Dalla prima conversazione con l'avvocato, dove mi fu chiaramente riferito che non sarei stato trattato allo steso modo della mia ex, al di là di quel che stabiliva la legge, capì che il problema non risiedeva nel fatto di essere “padre separato” ma di essere un “uomo”, la discriminazione che stavo per subire andava molto oltre la separazione, riguardava molte altre questioni della vita. Dunque dal 2007 mi sono avvicinato a associazioni che trattavano la questione maschile in Italia e in Spagna.
In qualche modo trovo ammirevole, molto meritevole, la presa di coscienza di coloro che vi sono arrivati senza aver mai vissuto una vicenda personale di forte discriminazione. Non è stato il mio caso. Penso che in molti hanno un sospetto latente che qualcosa non va, ma se non si è travolti da una vicenda personale, si fa molta fatica a prendere la “redpill”. 

2.Cosa ti ha indotto a trasferirti in Italia ? Una donna ? Oppure il lavoro ?

Una donna. Dopo i 18 anni ho vissuto una vita errabonda. Ho conosciuto la mia ex moglie in Francia, dove stavamo studiando. Dopodiché abbiamo vissuto per un po' in Inghilterra, dopo in Germania. Ci siamo sposati giovani, lei era italiana, veneta. In Germania faceva troppo freddo (anche socialmente) e dopo qualche anno lei è voluta tornare a casa; il patriarca, cioè io, l'ha seguita.

3.A tuo parere la situazione degli uomini italiani può essere considerata migliore, peggiore o uguale a quella degli uomini spagnoli?

Senza dubbio migliore. Seppur il femminismo sia un'ideologia ormai globale, l'incidenza dipende da paese a paese (e anche dalla situazione politica). Attualmente in alcuni paesi come Argentina, Canada, Svezia,... la situazione non è facile. Non vorrei esagerare, ma penso che la Spagna abbia da circa un decennio il primato mondiale. Tralasciando le solite discriminazioni di quote, leggi procreative, coscrizione obbligatoria (non solo in tempo di guerra…) condivise dalla maggior parte dei Paesi, in Italia (e nella maggior parte del mondo) esiste perlopiù una “prassi” discriminatoria per quanto riguarda le separazioni e/o la violenza. In Spagna questa “prassi” è stata fissata nella legge. Una violazione lampante dei diritti umani e comunitari trascritta nella legge nel 2004 che non ha incomodato per nulla l'UE (ciò significa che esiste il rischio di contagio all'interno della Comunità Europea). Al di là di quest'aspetto, il più scandaloso, la Spagna è più “progredita” dell'Italia in ogni campo, sono state stampate a livello nazionale e municipale con soldi pubblici decine di manuali sul sessismo del linguaggio, sulle fiabe sessiste, infinite campagne sull'ideologia di genere... Per fare un esempio, oggi in Spagna qualsiasi donna, anche single, può farsi inseminare e diventare madre in cliniche pubbliche finanziate con soldi pubblici, senza altro requisito che quello di essere donna: in pratica, la nascita e crescita programmata di figli senza padri (finanziata collettivamente da tutti gli uomini).

4.Quali sono - se ci sono - le differenze significative tra le donne spagnole e quelle italiane ?

Quando ero giovane e giravo, inizi anni '90, trovavo che le ragazze spagnole fossero più libere e aperte. Sono cresciuto a Madrid durante La Movida, gli anni '80, e ho sempre visto le donne fuori, di sera, in strada senza alcuna limitazione, da sole oppure in compagnia, nei bar, nelle discoteche, ovunque, alla pari dei ragazzi.
Invece in Italia, soprattutto verso sud, inizi anni '90, si faceva fatica a trovare gli stessi comportamenti tra le ragazze, molto più riservate, e si faceva più fatica a trovarle anche fisicamente, di sera o nei luoghi di divertimento. I gruppi erano meno misti di quelli spagnoli.
Infatti, i ragazzi italiani erano sempre contenti (e sorpresi) del riscontro positivo che ottenevano dalle ragazze spagnole, più spigliate e disinibite. Al contrario, noi ragazzi spagnoli eravamo più “tranquilli” dei ragazzi italiani, meno ingegnosi e sfrontati. Raramente ho visto a Madrid (tranne all'interno dei locali di divertimento) rivolgere la parola a ragazze sconosciute per strada per stabilire un contatto, cosa che avveniva spessissimo quando ero in Italia da parte di ragazzi italiani (quasi sempre con pessimo risultato), e ragione della nomea che avevano gli italiani all'estero di essere inopportuni con le ragazze.
In pratica, quando ci si rivolgeva la parola a una ragazza sconosciuta, la possibilità di risposta positiva aumentava esponenzialmente se era spagnola, e gli italiani erano sorpresi e incantati di quel risultato inatteso. Le ragazze spagnole erano “simpatiche” mentre quelle italiane “antipatiche”.
Per me questo comportamento italiano è sempre stato un punto di riflessione, già allora, che mi incuriosiva da esterno e straniero. Le ragazze italiane erano più “antipatiche”, restie a rispondere e a stabilire contatti con ragazzi maschi sconosciuti, perché i ragazzi erano più inopportuni e insistenti, “rompipalle”, o succedeva invece che i ragazzi erano inopportuni e insistenti perché le ragazze si trovavano con più difficoltà e perlopiù erano molto più chiuse? In pratica, chi era sorto prima l'uovo o la gallina?
Devo dire che quella sensazione di “siccità” di contatti con ragazze, quel malessere, soprattutto verso sud, era contagioso, per cui da spagnolo a lungo andare mi veniva da attuare un comportamento simile a quello attuato dai ragazzi italiani.
Questa è stata la mia impressione nel mondo dei ragazzi venti anni fa, c'era un comportamento differente che era notevole e abbastanza evidente. Penso che ormai queste differenze si siano assottigliate.

5.E sempre a tuo parere, tra le due chi è più intrisa di femminismo ?

Tutt'e due hanno piantato il seme del femminismo, tutt'e due si sentono vittime di un decorso storico, discriminate nell'attualità per i più svariati motivi... Le spagnole però sono molto più indottrinate, più violente in queste discussioni. In Spagna l'indottrinamento istituzionale e scolastico avviene in full immersion dal 2004. Basta fare un semplice confronto tra le manifestazioni dell'8 marzo in Spagna e in Italia per capire la differenza.

6.Come valuti dal punto di vista della guerra di genere l'affermazione di Vox alle elezioni spagnole?

Riallacciandomi alla domanda precedente, ci sono sempre più donne che contestano attivamente il femminismo in Spagna, sempre più donne si espongono pubblicamente  rispetto all'Italia. L'affermazione di Vox, per quanto riguarda la questione maschile, era necessaria e ovvia. Da oltre cinque anni in Internet e Youtube, il mondo dei giovani, la contestazione alle leggi spagnole anti-uomo era molto diffusa e feroce. Ho sempre sostenuto che in rete la lotta è combattuta ad armi pari e in questo momento si ritrova una certa parità (anche nel mondo anglofono), mentre purtroppo nelle istituzioni (e nelle scuole) esiste solo un monologo.
In Spagna questa realtà in rete doveva tradursi prima o poi in una realtà nelle istituzioni. Vox è riuscito a portare il dissenso non solo nelle istituzioni ma anche nei media. In Spagna abbiamo vissuto quindici anni di pensiero monolitico nei media.
Poiché le leggi anti-uomo spagnole sono indifendibili, prevedo una continua progressione nella contestazione, non necessariamente solo del partito Vox.

7.Quali sono i tuoi riferimenti culturali e i tuoi maestri?

Ho una formazione eclettica di tipo classico, anche se mi sono laureato in un ramo di economia in Francia. Le mie radici sono occidentali e cristiane, dunque i miei valori.
Parlo cinque lingue ormai come Salvatore, il monaco de Il nome della rosa. Con la conoscenza mi succede altrettanto: ho letto molto, sono affamato di conoscenza, curioso di tutto, filosofia, sociologia, storia, linguistica, passo dal Mein Kampf al Corano. Più mi informo, più mischio, più dimentico, affetto da quella malattia che ha dovuto colpire Socrate, dove si finisce per non sapere nulla.
Il mio amore per la conoscenza generica nasce dalla scuola. Io frequentavo la scuola contento. Ero un brillante studente, non ho dovuto pagare le tasse universitarie, borsista per meriti scolastici. Mi piace imparare, molto più che insegnare. Scrivere La grande menzogna del femminismo è stata una fatica, preferisco leggere.
Non vorrei però dare un'impressione sbagliata, non sono mai stato il primo della classe, il secchione, amo lo sport e ho praticato spesso sport di squadra.
I miei maestri sono tutti e nessuno. Ogni libro che leggo ha qualcosa da insegnarmi, ogni persona che incontro ha qualcosa da darmi.
Per quanto riguarda la questione maschile la questione è più semplice, si tratta di un mondo molto più piccolo. Ai neofiti consiglio Il mito del potere maschile di Warren Farrell, libro semplice e diretto, stile americano.
In Italia sono in molti, soprattutto in rete, a fare da tanti anni un lavoro meritevole di raccolta e contestazione. Mi permetto di nominarne due, rischiando di fare un torto a tutti gli altri che sono parimenti meritevoli: Rino della Vecchia e Fabio Nestola. Ho avuto contatti personali e ho collaborato con entrambi, entrambi hanno pubblicato e realizzato un lavoro lodevole, ognuno nel suo campo specifico.

8. Viviamo in un'epoca di cambiamenti profondi e irreversibili, in buona parte positivi, ma ritengo non sia saggio disfarci dell'esperienza di millenni per quel che riguarda i rapporti tra i sessi e la procreazione che sono attinenti all'inalterabile natura umana. Cosa ne pensi di questa visione?

La Storia progredisce e regredisce. La convinzione che ogni progresso sia positivo, postulato da Turgot e successivamente da Condorcet, non ha alcun fondamento. I cambiamenti non dovrebbero essere accolti in maniera acritica. D'altra parte, la difficoltà di giudicare la bontà o meno di un cambiamento risiede nel fatto che può essere giudicato solo a posteriori, dai benefici o dai danni provocati. Per quel che riguarda i rapporti tra i sessi e la procreazione, la domanda è troppo ampia per poter dare una risposta soddisfacente. Parliamo del lavoro, dei rapporti economici, dell'approccio sessuale, delle norme di galanteria? Per poter rispondere con precisione bisognerebbe capire su quale argomento specifico stiamo dibattendo. Due cose comunque mi permetto di dire, pur rimanendo generico: 1) malgrado le sciagure e misfatti storici dell'umanità, penso di poter esprimere un giudizio positivo sul mondo che tutti noi abbiamo ereditato, un ringraziamento ai nostri antenati per la nostra esistenza, il nostro modo d'essere, per il progresso e la civiltà che ci è stata donata e trasmessa, e tutto ciò è frutto di una cooperazione e di un modo millenario di rapportarsi tra i sessi;  possiamo quindi chiederci perché e quanto dovremmo cambiare un rapporto che si è dimostrato così  valido e funzionale al progresso, alla crescita e al benessere di tutta l'Umanità. 2) I sessi esistono, intesi come uomo e donna. Può sembrare una banalità, ma oggi questa verità è messa fortemente in discussione dall'ideologia di genere, ramificazione del femminismo. La polarità di questi due enti sessuati ha collaborato e collabora in maniera armonica e complementare alla creazione dell'Umanità, alla procreazione e crescita delle future generazioni. Se eliminiamo  una delle due polarità come riferimento per la crescita e lo sostituiamo con un calco, il risultato è un duplicato impoverito rispetto al calco di riferimento. Ogni nuovo individuo ha diritto a mantenere un rapporto privilegiato, diretto e continuo con entrambe le polarità, per il suo arricchimento e quello di tutta l'umanità.

9. Che soluzioni proponi (leggi, iniziative ecc.) per migliorare la condizione degli uomini e l'umanità del presente?

Credo che fosse stato Platone ad asserire che la civiltà di una società si misura dal numero delle leggi in vigore, maggiore il numero delle sue leggi maggiore la sua inciviltà. Una società matura e civile ha bisogno di poche leggi, perché le persone sanno come devono comportarsi. Il femminismo ha promosso «la crescita dello statalismo e l’aumento esponenziale di norme, leggi, enti di tutela, facendo marciare l’umanità in gran fretta verso un mondo totalmente amministrato». Ogni misura di tutela e protezione vuol dire, in altre parole, una misura repressiva contro qualcuno dal quale bisogna tutelarsi e proteggersi. Norme, norme e ancora norme, che sono la conseguenza necessaria di una visione conflittuale del mondo, un conflitto tra i sessi che non è mai esistito. Malgrado la tendenza a mettere in rilievo i misfatti del mondo, l'umanità si è caratterizzata principalmente dalla cooperazione tra i sessi, di cui abbiamo prova evidente anche nelle nostre cerchie più strette e care. Il femminismo ha abiurato tutti i valori principali delle religioni e ha consacrato i propri (argomento trattato nel libro alle pagg. 1125-1128), in uno stato continuo di conflitto, guerra, liberazione, individualismo, autoaffermazione, e ripudio della cooperazione, l'aiuto, il perdono, l'amore... Il racconto femminista non è soltanto falso, è anche pregiudizievole per la salute della società. Il femminismo è l'ideologia del rimprovero, danneggia la convivenza tra i sessi. Oggigiorno la maggior parte delle donne, soprattutto le più giovani, sono piene di astio e odio nei confronti degli uomini (e per reazione anche molti uomini), vittime di un racconto falso e ideologico.
Credo che per migliorare la condizione degli uomini e dell'umanità in genere, non bastino le proposte e l'introduzione di misure specifiche, sicuramente necessarie e lecite (abolizione del mantenimento, bigenitorialità reale, pari diritti procreativi...) Anche perché queste proposte avrebbero una vita difficile, semmai arrivassero a vedere la luce, finché la maggior parte della società (e delle donne) le vivesse come un attacco personale, ingiusto e prevaricatore tipico del patriarcato. Sono convinto che la migliore (e unica!) soluzione passi per ristabilire la verità, modificare la visione della narrazione nell'immaginario collettivo in maniera più veritiera e oggettiva. Bisogna informarsi e informare. Spero che la mia opera possa in questo senso aiutare. Solo modificando la visione del mondo dominante sarà possibile modificare le leggi a lungo termine e in maniera stabile senza viverle come un sopruso “patriarcale”. Man a mano che la visione del mondo cambierà, le leggi si modificheranno di pari passo, e sono convinto che se questa nuova visione tramuterà il “conflitto dei sessi” in “cooperazione dei sessi”, molte di quelle pratiche, leggi e normative in vigore più che modificate saranno semplicemente soppresse. Soltanto chi vive all'interno di un perenne conflitto e deve essere protetto e tutelato ha bisogno di tutele e protezione normativa. Le persone che vivono all'interno di una società armonica non hanno bisogno di un mondo amministrato, le persone per bene si amministrano da sole.

10. Dove hai trovato il materiale per il tuo libro?

L'argomento del libro è alquanto sgradito. Ci ho messo un po' prima di trovare l'editore. Tenuto conto della “pericolosità” dell'argomento, che contesta alla radice l'ideologia dominante del femminismo, ho cercato di fare in modo che le mie fonti fossero principalmente femministe o così dichiarate. Le mie asserzioni sono supportate da citazioni che provengono principalmente dal mondo femminista, in modo di portare a mio vantaggio la contraddittorietà del femminismo e blindarmi dalle critiche.
Ad esempio, per quanto riguarda le notizie dei media, ho usato 150 media diversi in cinque lingue come fonti, ma le fonti principali preponderanti sono due, il Corriere della Sera (italiano) e Il Mundo (spagnolo), entrambi dichiaratamente femministi tanto da aver creato dei blog propri per diffondere questa ideologia.
Ho letto e adoperato la maggior parte della letteratura storica e classica femminista Christine de Pizan, Wollstonecraft, Olympe de Gouges, Virgina Wolf, Simone de Beauvoir, Kate Millet, Germaine Greer, Phyllis Chesler, Juliet Mitchell, ecc.
Al contrario della letteratura sulla questione maschile o di critica al femminismo, la letteratura femminista è pressoché infinita e le fonti non mancano nel libro. Ad esempio, ho letto tre enciclopedie sulla “Storia delle donne”. Esistono anche enciclopedie sulla storia dell'infanzia, che trovate in bibliografia sull'opera, ma non esistono enciclopedie, né libri specifici sulla “Storia degli uomini”, intesi soltanto come maschi; le enciclopedie o sono generiche per tutta l'umanità o sono sulle donne. In pratica, la mia opera, per quel che può valere, si può ritenere quasi precorritrice per quanto riguarda la tematica storica maschile. Di recente è stato pubblicato in spagnolo un libro simile con un approccio storico critico sul femminismo.
Per capire la difficoltà dei mezzi prendo come esempio una delle tre enciclopedie, “Historia de las mujeres en España y América Latina”, dove c'è scritto a pagina 15 primo volume: “Un gruppo di autori che supera il centinaio, principalmente donne, ma anche uomini...” Infatti, all'interno di quest'opera enciclopedica vengono indicati oltre un centinaio di autori, tutti studiosi e dottori, con prevalenza femminile (come avviene spesso), e un numero simile delle università di Spagna e America Latina che hanno collaborato all'elaborazione.
Basta recarsi in qualsiasi biblioteca per rendersi conto di questa enorme disparità di forze: da una parte centinaia di ricercatori, dottori, università, spesso finanziati con soldi pubblici, dall'altra io e la mia opera (coadiuvato dai numerosi attivisti in Internet).

11. Assistiamo a un crescente affievolimento del significato della figura maschile e della paternità. Secondo te pratiche come inseminazione artificiale, matrimonio ed adozione LGBT, maternità surrogata hanno un impatto positivo, neutro o negativo sui diritti e la condizione degli uomini?

Provengo da un paese, la Spagna, dove la nascita programmata di bambini senza padre non è solo possibile e gratuita (finanziata con soldi pubblici), ma anche promossa e pubblicizzata dalle istituzioni. Qualsiasi donna, anche single, può andare in una clinica pubblica e farsi inseminare, senza che deva soddisfare alcun altro requisito tranne quello naturalmente di essere donna. Il diritto alla maternità single è tra quelli elencati dal Comune di Madrid come le grandi conquiste femministe.
Io credo che ogni neonato abbia il diritto a godere di una polarità maschile e femminile di riferimento, diretta e continua, in linea con quanto sostiene la “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia” negli artt. 7 e 9, il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre biologici, menzionati esplicitamente in italiano “genitori” (etim. che generano), in inglese e francese “parents” (etim. che danno alla luce, partorire, produrre), in spagnolo “padres” (etim. pater), diritto purtroppo ignorato e disatteso dalla maggior parte dei paesi occidentali. Queste pratiche non hanno solo un impatto negativo sui diritti e la condizione “degli uomini”, ma anche sui minori, in primis, e sulle donne, insomma su tutta l'Umanità.

12. Se da un lato il femminismo criminalizza gli approcci maschili, dall'altro esorta le donne a una assoluta promiscuità sessuale ("il corpo è mio e lo gestisco io"). Cosa ne pensi del libertinismo sessuale promosso (almeno a parole) dalle femministe?

Primo. Fa parte dell'essenza dell'ideologia femminista criminalizzare l'uomo per qualsiasi comportamento, anche di tipo sessuale. Nessun comportamento maschile potrà mai sfuggire a un verdetto di colpevolezza, l'humus da cui trae la sua logica quest'ideologia. Non importa se apriamo la porta a una donna o non la apriamo, saremo sempre in torto.
Secondo. Negli anni '60 le femministe hanno preteso il diritto di essere sessualmente libere “come gli uomini”. Quasi subito si sono accorte che non era possibile, né fisicamente né mentalmente. Dopo pochi anni hanno fatto dietro front. Hanno reintrodotto la morale sessuale, “cristiana” e “borghese”, hanno attaccato la prostituzione, la pornografia, i calendari sessuali, gli sguardi molesti, addirittura il pensiero e l'immaginazione maschile, tutto sotto la veste della “tutela delle donne” che nasconde in realtà un attacco al mondo sessuale maschile. Il motivo: per quanto banale e semplice possa sembrare, se ne potrebbe ipotizzare che tutta la critica feroce femminista contro l'uomo, anche per quello che riguarda il suo comportamento sessuale, nasce da pura e semplice invidia nei confronti delle realizzazioni e delle caratteristiche biologiche maschili e da un'insopportabile (e inutile a mio parere) confronto, da una straziante quanto anche ammessa “impotenza delle donne”, tesi che ho sviluppato alla fine del libro nelle conclusioni (pp. 1109-1120)

13. Esiste secondo te un rapporto tra libertinismo sessuale e femministe? Se sì, puoi approfondirlo?

No. Il comportamento sessuale libertino, anche per le donne, è sempre esistito in epoche, ceti sociali e civiltà diverse (trattato pp. 908-935), così come è esistita, anche per gli uomini, la repressione sessuale. Ci sono state civiltà che hanno praticato sesso in maniera molto più libera di quanto facciamo oggi nel mondo occidentale, e anche in Europa in certe epoche e ceti sociali.
Naturalmente il femminismo condiziona fortemente il comportamento sessuale attuale di donne e uomini, in maniera più o meno repressiva tanto per le donne come, e soprattutto, per gli uomini.

14. Il mondo Incel/Redpill sostiene che la liberazione sessuale ha accentuato l'ipergamia femminile al punto che le donne sessualmente attive hanno rapporti solo con una esigua minoranza di uomini "alfa" o "di potere" che considera nemici. Secondo te questa categoria di uomini è dannosa ai diritti maschili o semplicemente è meno interessata dalle discriminazioni antimaschili?

La questione è molto complessa e non può essere esaurita in poche righe. Di sicuro risulta beffardo definire “liberazione” un atto che può portare a una condanna a vita, anche per gli uomini potenti. Risulta assurdo parlare di “liberazione” sessuale quando il risultato può divenire una ex compagna mantenuta a vita o un figlio non voluto mantenuto. Gli storici hanno definito da molto tempo con il termine “schiavitù” l'obbligo di mantenimento di qualcuno contro la propria volontà. La “liberazione” sessuale deve passare dunque prima di tutto per una “liberazione” economica, pari a quella che godono le donne, compresso il diritto di disconoscere un figlio.
Come si vede, la questione richiede una rivoluzione del pensiero che va molto oltre il sesso. Oggi che l'ideologia femminista sta travolgendo concetti millenari come la famiglia, la procreazione e crescita dei figli, l'eterosessualità, l'unico motivo che spiega perché la stessa ideologia continua a difendere l'obbligo di mantenimento economico per chi è stato legato in maniera affettivo-sessuale con qualcun altro è quello del trattamento asimmetrico e discriminatorio che vede gli uomini come debitori e le donne beneficiarie.
E questo spiega perché il sistema regge (al contrario di ciò che avvenne nei primi anni della Rivoluzione russa). Basterebbe un'applicazione rigida della propria dottrina femminista (che predica la parità) a beneficio non solo delle donne ma anche degli uomini, un riconoscimento paritario della specificità biologica e dei bisogni di entrambi, uomini e donne: al diritto di maternità (difeso anche nella Costituzione) deve corrispondere un diritto di paternità, deve esistere un diritto paritario a disconoscere un figlio, al diritto di una vita sessuale femminile garantita (stabilita anche in sentenze giudiziarie) deve corrispondere un diritto simile per l'uomo, al consenso femminile (stabilito anche in sentenze giudiziarie) deve corrispondere un consenso maschile...
Il femminismo sta minando le basi della struttura sociale dell'umanità distruggendo la famiglia, i rapporti affettivi stabili tra i due sessi, eccetera, e il sistema continua a reggere perché grava economicamente e giudiziariamente principalmente sull'uomo sia a livello individuale sia collettivo a livello statale.

15. Come sta andando il tuo libro? Si vende?

Il libro si sta vedendo bene, tenuto conto della tematica, la mancanza di promozione e la corposità dell'opera. A dicembre sarà disponibile il secondo e ultimo volume. Dall'anno prossimo quindi, ora che l'opera è pubblicata completamente, spero poter dedicarmi a promuoverla più attivamente.
Sono interessato molto relativamente alla questione economica delle vendite. Ho scritto il libro per denunciare una situazione intollerabile e spiegare la causa. L'intenzione è quella di denunciare, di diffondere. A livello personale, una specie di catarsi, un grido di denuncia. L'opera è atemporale, non è vincolata all'attualità, le vendite dunque non sono condizionate dall'anno di pubblicazione, la tematica è sempre attuale e scottante, come succede per Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, e lo sarà anche tra dieci anni.
Per ultimo, perché è importante il mio libro? Perché qualcuno dovrebbe comprare la mia opera? La risposta la potete incontrare nel libro Questa metà della Terra di Rino della Vecchia, pubblicato nel 2004, a disposizione in questo Forum in formato PDF, nell'introduzione di tre pagine, intitolata “Alla Grande Muraglia”, un gioiello che dovrebbe essere “d'obbligata lettura”, almeno le due prime pagine, una perla tanto nella forma quanto e soprattutto, per quello che ci interessa, nel contenuto. In breve, due ragazze e un ragazzo parlano in un ristorante, ma a parlare è solamente una delle due ragazze, che si lancia in uno spiegamento di accuse a raffica del mondo femminile al mondo maschile. Lui, il ragazzo, “non riesce a profferir parola”; annientato psicologicamente, è “senza parole”, senza argomenti.
Simone de Beauvoir ha scritto Il secondo sesso , denominata esplicitamente dalle femministe la “Bibbia del femminismo”. Quest'opera offre una narrazione, una visione del mondo dalla quale emanano politiche, leggi, campagne, comportamenti.
Io ho preso questa narrazione, questa visione del mondo e l'ho capovolta. Offro a quel ragazzo “senza parole” gli strumenti per difendersi, per rivendicare.
Non sono il messia e non lo era nemmeno Simone de Beauvoir. Tutto è criticabile e migliorabile, ma se volete migliorare il mondo attuale, e magari evitare che un giorno la vostra famiglia possa essere travolta da qualche tsunami di ingiustizia come è successo alla mia, il mio modesto consiglio è quello di regalarvi e di regalare a tutti i vostri cari per Natale un'altra visione del mondo, La grande menzogna del femminismo, e se avete qualche amica femminista antipatica, regalate pure a lei l'opera, la renderete una persona migliore.
« Ultima modifica: Dicembre 05, 2019, 14:36:40 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.