E chi non ha i soldi? Chi non lavora e non ha beni? Se l'assassino è un senzatetto?
"Se l'individuo che ha provocato il danno non può tramite i beni ricoprire la quota, allora perde gran parte dei suoi diritti di uomo libero e il frutto del suo lavoro sarà fino a risarcimento compiuto da destinarsi a discrezione della parte che ha subito il danno (un po' come nel caso della schiavitù nell'antica roma, pur mantenendo un certo livello minimo di diritti per la parte in debito).
Inoltre proporrei per i casi più gravi (assassinio plurimo, infanticidio, etc...), e in caso di criminali recidivi, la perdita di ogni bene (da destinarsi ai parenti delle vittime), la perdita del diritto alla riproduzione, la perdita di ogni libertà personale, e il totale affidamento alla parte colpita (parenti delle vittime) che potranno decidere senza limitazioni del destino del condannato: allontanamento totale dalla società, servizio a vita verso la parte danneggiata, oppure, in caso estremo, la morte."Insomma, se chi provoca un danno è un senzatetto, senza beni e senza soldi, diventa (prima di aver scontato l'eventuale pena ai lavori forzati) un individuo al completo servizio della parte lesa, ovvero:
- Può essere obbligato a svolgere lavoro retribuito verso terzi per pagare il risarcimento (ovviamente interessi compresi dato che il risarcimento viene spalmato nel tempo)
- Può essere costretto a svolgere qualsiasi lavoro non retribuito verso la parte lesa
Il tutto entro certi limiti per assicurare alcuni diritti minimi alla parte in debito.
Invece nel caso di reati molto gravi come infanticidio o omicidio multiplo, possono accadere due cose:
A - Che il condannato possiede risorse finanziarie sufficienti a fornire immediatamente la somma per il risarcimento (per esempio per un infanticidio potrebbe essere un risarcimento di decine di milioni di euro ai genitori) e dovrà poi scontare una pena ai lavori forzati di durata molto lunga (se non addirittura con l'ergastolo).
B - Nel caso in cui il condannato non possiede le risorse finanziarie necessarie, non viene mandato automaticamente ai lavori forzati (poiché questo farebbe si che la sua vita passerebbe a scontare tale pena e la parte lesa non avrebbe risarcimento), invece la parte lesa acquisisce il diritto decisionale sulla persona, potendo decidere se:
- Allontanarla dalla società, facendogli perdere ogni diritto sociale e politico
- Destinarla completamente ai lavori forzati senza esigere risarcimento
- Chiedere l'eliminazione
- Disporre per acquisire il servizio verso la parte lesa fino alla morte del condannato
Quindi:
- Se commetti un reato lieve e puoi permettertelo paghi un risarcimento e poi sconti una pena.
- Se commetti un reato lieve e non puoi risarcire la parte lesa, lavori secondo indicazione della parte lesa finché non puoi ripagare il risarcimento e poi sconti una eventuale pena.
- Se commetti un reato grave e puoi permetterlo paghi il risarcimento e poi sconti una pena.
- Se commetti un reato grave e non puoi risarcire la parte lesa, perdi ogni diritto e il tuo destino è deciso in piena libertà dalla parte lesa.