Non so come funzionasse nelle vostre famiglie, ma mia nonna (e tutte le altre donne della mia famiglia che ho conosciuto) non ha mai mancato di rispetto a mio nonno, neppure con le amiche, né era pigra, o si annoiava o si sentiva "oppressa".
Vero, posso confermare.
C'era tuttavia qualche eccezione di donne che avevano una personalità forte che dominavano il marito che era un quaqqaraqua, ma erano appunto eccezioni.
Questo perché era diverso il clima diciamo culturale, non esistevano queste minchiate della superiorità femminile, anzi; poi le donne erano superimpegnate con la famiglia sin da ragazze quando avevano in genere diversi fratelli da accudire e poi quando si sposavano (non a quarant'anni come oggi) avevano ancor più lavoro, non avevano certo tempo per vestiti, scarpe, apericene antifa e altre boiate.
Ma, stante le naturali litigiosità e ipocrisia femminili (perché sono così, c'è poco da fare, si nota già dalle giovanissime, non è questione di maschilità tossica), una civiltà come la nostra, priva dei necessari argini, è destinata a far emergere rovinosamente queste peculiarità con i risultati che oggi vediamo.
Ricordiamo anche che, almeno fino al 1958, grazie alla presenza delle case chiuse erano appunto tollerate certe "evasioni" maschili proprio perché, cosa che potrebbe sembrare paradossale, erano funzionali alla salvaguardia del matrimonio e non alla sua distruzione (naturalmente se fatte con l'opportuna discrezione).
Cosa che le donne un tempo sapevano benissimo perché veniva insegnato loro dalle madri: chi mette in pericolo la famiglia non sono le mignotte, bensì le amanti.
E pure la Chiesa lo sapeva perfettamente, intendo la Chiesa quando era tale, non l'ong che è adesso.