Questo è stato il commento ad un articolo del giornale "Il Fatto quotidiano" che per la verità ha trattato con equilibrio e in modo asettico la notizia del suicidio di Francesco Mazzega che si è impiccato dopo aver saputo di essere stato definitivamente condannato a trenta anni di reclusione per aver ucciso la ragazza che voleva lasciarlo. Intendiamoci, che a nessuno venga in mente di considerarlo un martire: è stato accertato che ha veramente ucciso la ragazza e lui stesso ha confessato e si è costituito. Di fronte ad una condanna certa, ha deciso di farla finita e di evitare così il calvario della carcerazione. Punto e basta. A corredo della notizia, vi èstato un solo commento. E tuttavia, significativo: rivela il clima aspro che si è creato grazie all'allarmismo sui "femminicidi". Altro non sarebbero che gli omicidi che colpiscono le donne e che avvengono appunto per colpire "una donna in quanto donna": tutti gli altri moventi non sono altro che scuse. Reggerebbero cioè se l'assassino fosse di sesso femminile: allora avrebbero un senso. Ma se l'omicida è un uomo o un ragazzo, allora non ci sono dubbi. Ha ucciso perchè voleva punire una donna: di essere libera, di tornare libera, di fare le sue scelte, insomma l'ha punita perchè "donna". Altre considerazioni non si devono fare: non sono "rilevanti", neppure se fossero vere. E quand'anche lo fossero, comunque non interesserebbero. A questo punto, che razza di comprensione si potrebbe mai manifestare per chi si rendesse colpevole di un "femminicidio"? Nessuna, è ovvio. Chi ammazza una persona perchè intende derubarla magari meriterebbe più comprensione. O persino chi uccide qualcuno perchè l'ha guardato storto magari stava vivendo una "situazione di disagio" che lo ha indotto a reagire con scarso acume nei confronti di chi lo ha "provocato" e non è stato (poverino) in grado di trattenersi e di essere stato "proporzionale" nella reazione. Addirittura i criminali nazisti hanno le loro scusanti negli "ordini superiori" ricevuti. Chi si rende colpevole di "femminicidio" non merita attenuanti. Nemmeno il suicidio lo riscatta. Ha solo, con esso, evitato la "giusta punizione". Ed evitandola, l'ha "fatta franca". In questo caso e solo in questo caso, le "giustificazioni sociologiche e psicologiche", sono totalmente FUORI LUOGO.