Bene Frank, buono a sapersi. All'estero i media non parlano di tutta questa gente travolta (ovvio che se la cerchi su YT la trovi), forse anche perché ce n'è di meno.
Vicus, non farmi essere noioso...
Sai bene che quando leggo la parola "estero", subito arriva da parte mia la seguente ferale domanda:
"Quale estero" ?Ascolta, attualmente non viaggio più in altri Paesi, ma in passato ne ho visitati diversi, per cui posso dirti che pure altrove ne trovi parecchia di gente indisciplinata al volante, fermo restando il fatto che io stesso non sono un
santo, tantomeno lo sono stato da giovane (però, invecchiando, mi sono migliorato parecchio).
Ma a parte questo, io ricordo ancora bene le guide spericolate che ho visto, ad esempio, in Albania (da parte di albanesi...), oppure in Spagna, dove (a Benidorm) negli anni Novanta mi capitò di vedere dei "parcheggi" da parte di automobilisti spagnoli che mai avevo visto in Emilia e nelle Marche: una botta dietro e una davanti e... parcheggiavano l'auto.
Ma a parte le esperienze personali, basterebbe fare una ricerca sul web, per rendersi conto che in altri Paesi accade molto di peggio.
https://www.linkiesta.it/it/article/2014/02/19/la-mappa-dei-paesi-piu-pericolosi-per-gli-automobilisti/19684/https://www.truenumbers.it/incidenti-stradali-cinture/Incidenti stradali, Sudafrica e Marocco i più pericolosi
AUMENTANO LE VITTIME TRA I PEDONI, LA COLPA È DEGLI STATI UNITI: +38%
Il Sudafrica è il Paese che ha più incidenti mortali ogni 100mila abitanti, mentre se si prendono in considerazione i veicoli immatricolati il primo è il Marocco. La Norvegia, invece, è il Paese che ha ridotto di più gli incidenti mortali dal 2010 al 2017, anche se aveva già uno dei numeri più bassi del mondo. Siamo abituati, ovviamente, a guadare alla piaga degli incidenti stradali in Italia, costata 3.325 vittime nel 2018, ma cosa succede negli altri Paesi? Le risposte si trovano in un rapporto sulla sicurezza stradale dell’International Transport Forum dell’Ocse. L’Istat ha aggiornato i dati italiani al 2018, ma nella gran parte degli altri Paesi i dati si fermano al 2017.
GLI INCIDENTI MORTALI IN ITALIA
Da quello che emerge dal report dell’International Transport Forum, però, l’Italia non pare essere tra i Paesi più pericolosi. E non viene segnalata nemmeno nella sicurezza dei pedoni, categoria che ha visto un crescita del 2,7% nelle morti dal 2010 al 2017. Un incremento imputabile in particolare agli Stati Uniti, dove i pedoni uccisi sono aumentati del 38%. L’Italia, però, è tra le peggiori per quanto riguarda l’utilizzo delle cinture di sicurezza nei sedili davanti. Fanno peggio solo Marocco, Argentina, Messico e Cambogia.
Come si può vedere dal grafico in alto, nel 2018 ci sono stati 172.344 incidenti con lesioni a persone in Italia, con 3.325 vittime e 242.621 feriti. I dati sono tutti in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (-1,5% gli incidenti, -1,7% i feriti). I morti calano dell’1,6% dal 2017. Il costo sociale totale degli incidenti nel 2018 è di 17,1 miliardi di euro, circa l’1 per cento del Pil.
I PAESI PIÙ PERICOLOSI DEL MONDO
Il numero di morti sulle strade è diminuito nella gran parte dei Paesi analizzati nel 2017. Ma è aumentato in 10 Paesi. In particolare, è cresciuto del 28% in Svezia, del 14% in Repubblica Ceca e dell’11% nei Paesi Bassi. In media, comunque, il numero dei decessi è diminuito nel mondo dell’1,7%. I paesi che hanno registrato il calo maggiore nel 2017 sono stati Lussemburgo, Norvegia e Slovenia con una riduzione di oltre il 20%.
La Norvegia, in particolare, ha quasi dimezzato il suo numero di morti sulla strada da 208 a 107 nel periodo 2010-17, ma c’è da dire che partiva già da un livello basso e adesso è, non a caso, il Paese tra quelli Ocse che ha il numero minore di incidenti mortali. La Grecia ha ridotto il numero di vittime del traffico dal 1258 al 731, in calo del 42%. Sono quattro, invece, i paesi hanno registrato un aumento nel numero di morti stradali in il periodo 2010-17: gli Stati Uniti Stati (+ 12,5%), Argentina (+ 4%) e Nuova Zelanda (+ 1,1%). L’Islanda ha registrato otto più vittime della strada.
VELOCITÀ E GUIDA IN STATO DI EBBREZZA
La velocità e la guida in stato di ebbrezza sono, a livello mondiale, le principali cause degli incidenti mortali. Anche se questi due fattori non sono misurabili con standard internazionali, tutti i Paesi segnalano questi due aspetti tra le principali cause degli incidenti. Il report spiega anche che i fattori economici hanno un impatto su quello che succede delle strade. Come? Con la crisi del 2008 c’era stata – negli anni successivi – una diminuzione degli incidenti mortali. La ripresa, a partire dal 2013, ha coinciso invece con un significativo aumento degli incidenti come conseguenza della crescita nell’utilizzo dei mezzi motorizzati. Adesso, invece, il report rileva in tutto il mondo una crescita nell’utilizzo della bicicletta.
I GIOVANI
Il rapporto rileva pure che il numero di giovani tra i morti è in calo costante nel mondo. E questo si può spiegare – secondo i ricercatori che hanno redatto il report – con gli investimenti nei programmi di eduzione stradale rivolti ai più giovani e con la tendenza in alcuni Paesi di iniziare a guidare in età più avanzata e, quindi, quando il rischio è più basso.
I dati si riferiscono al: 2018
Non è certamente una consolazione, bensì una constatazione.
Poi, ovviamente, io non posso sapere quanto i media di quei Paesi enfatizzino queste tragedie; ma i numeri dimostrano che l'Italia non è affatto il luogo più pericoloso al mondo per quanto riguarda i morti in incidenti stradali.
Queste son solo credenze italiane, originate dalla solita inestirpabile esterofilia, mista ad antichi complessi di inferiorità, e alimentate dai soliti morbosi media.