massì, ci eravamo stancati di contare le mosche che volano, ma nel giorno della violenza sulle donne, dobbiamo per forza riflettere su questo terribile crimine
https://corrieredelveneto.corriere.it/padova/cronaca/20_novembre_25/femminicidio-cadoneghe-giorno-violenza-donne-accoltella-moglie-chiama-carabinieri-dba7d9f8-2eed-11eb-88a3-86e250908e19.shtmlva da sè che è un terribile crimine, non è questo il punto che noi solleviamo
ciò di cui discutiamo è se sia un femminicidio, cioè una donna uccisa in quanto donna, l'ennesima vittima dell'oppressione maschile
cominciamo anzitutto a chiederci se ci sia un oppressore oppure un oppresso
un potente oppure un debole
un vincente oppure un emarginato
guarda un po': domande retoriche la cui risposta è evidente. Jennati Abdelfettah è un immigrato, emarginato nella nostra società opulenta, un magazziniere con un povero stipendio.
La moglie lo tradiva davvero? è secondario
lo tradiva in quanto donna? maddai!
lui è un esponente della cultura patriarcale? maddai!
un poveraccio che deve tirare a sera, uno sfruttato, alienato dal suo contesto sociale e culturale
uno a cui chiunque può portare via la donna. Chiunque abbia un minimo di disponibilità economica e di presenza.
A maggior ragione è da ammirare lei e tutte le donne che decidono di vivere con i beta
Ma il punto è che qui non abbiamo un oppressore e una oppressa, ma due oppressi, due emarginati, presi dentro dinamiche violente e disumane di sfruttamento e alienazione
dinamiche delle quali i ricchi e benestanti proprietari del Corriere, i ben pasciuti giornalisti al loro servizio, il mainstream non sa che farsene
Jennati Abdelfettah è un oppresso. Loro sono gli oppressori. Per lui nessuna solidarietà. È lui il capro espiuatorio