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Tanti femminicidi, tutti falsi
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COSMOS1:
la ratio del neologismo "femminicidio" consiste nell'identificare il soggetto oppresso la cui presa di coscienza costituisce il motore della storia in senso hegeliano
per usare la terminologia della scuola italiana: si dà una tesi (l'oppressore) e una antitesi (l'oppresso) alienato, cioè svuotato, estraniato della propria identità, proprietà, tempo, etc etc. La presa di coscienza dell'oppresso della stessa dinamica oppressiva e il suo movimento di liberazione (rivoluzione) consente alla storia di muoversi ed andare avanti, di progredire. La dialettica (tesi - antitesi - sintesi) è il motore della storia, è il progresso
Ovviamente questa dialettica assume significati diversi a seconda di come si identificano i soggetti della stessa. Dalle nazioni per Hegel alle classi per Marx alla nazione per Gentile e Mussolini. Ma la sostanza non cambia.
Simone de Beuvoir lo dice esplicitamente ne Il secondo sesso: la dialettica uomo-donna è la nuova frontiera della fenomenologia dello spirito di Hegel
Nella società fluida del crollo delle ideologie queste potrebbero essere parole al vento e in effetti per la stragrande maggioranza delle persone lo sono
Ma per alcuni gruppi reazionari questi sono ancora gli schemi con i quali interpretare il mondo
Poco male, la storia li spazzerà via, se non fosse che questi gruppi, come tutti i gruppi reazionari, occupano importanti gangli di potere e orientano le scelte legislative, le notizie dei giornali e dei telegiornali, la lettura dei fatti. La forza della dialettica hegeliana sta soprattutto nel suo inglobamento dei due termini antitetici all'interno dello stesso giudizio di valore. Una volta finiti in quella griglia non si è più liberi di dire o fare, le proprie scelte e parole sono già interpretate. Il capitalista è cattivo in quanto capitalista, qualunque cosa faccia o dica. Così il fascista o il nazista. Va da sè che per coloro che si collocano altrove, comunista ha lo stesso valore irrimediabilmente dispregiativo, è la stessa condanna senza appello. Così oggi maschio e maschilista sono condanne definitive
Il femminicidio è la cartina di tornasole di questa ideologia: la realtà di donna oppressa non può non emergere con eventi drammatici, con la soppressione fisica dei soggetti alienati. Così come le morti sul lavoro per il movimento operaio erano la dimostrazione della logica del profitto e della riduzione dell'uomo a strumento di produzione.
Il punto debole di ogni ideologia è che la realtà fa fatica a starci dentro. Bisogna schiacciarla di quà e di là, tagliare un pezzo sopra e uno sotto, spingere, schiacciare e tirare perchè, alla fine, i fatti corrispondano all'interpretazione (con un bel respiro di sollievo).
Ecco perciò le femministe (i comunisti avevano i capi sezione, capi partito, gli intellettuali organici, i sacerdoti-leviti del nuovo culto, tutto cambia per restare uguale) esultare quando la morte di una donna corrisponde ai loro schemi. Per quanto macabro, è così: festeggiano, hanno trovato il maschio oppressore, patriarcale, maschilista, l'esponente della classe dominante, il NEMICO.
Ma la realtà per entrare nei loro schemi deve essere tanto, tanto stiracchiata. I maschi oppressore e assassini sono sempre poveri sfigati, emigrati, psicopatici, delinquenti abituali, drogati. Oppure (e questo è davvero paradossale) poveri anziani disperati perchè sanno che, morti loro, la moglie o la figlia disabile non verranno più curate. E allora, come estrema forma di pietà, le uccidono. E si uccidono. Questi mostri oppressori.
Mai, mai in nessun caso di omicidio di una donna emerge la struttura di cui la Grande Narrazione Femminista vive: un maschio che approfitta e gode dell'oppressione e dello sfruttamento della donna. Nessuno di questi maschi assassini approfitta e tantomeno gode. Al massimo sopravvive. Di solito soffre e l'omicidio è l'atto estremo di una sofferenza giunta al culmine.
Con questo vogliamo giustificare qualcosa o qualcuno? No. Vogliamo solo criticare una lettura errata. Perchè una analisi errata del male giunge a proposte terapeutiche errate. Se le donne vengono uccise in una dialettica maschio oppressore - donna oppressa, il dovere di tutti noi (maschi e femmine? oibòsi ... perchè è proprio questa la trappola della dialettica hegeliena, che l'oppressore per salvarsi deve liquidare sè stesso!) è di dar man forte al soggetto debole: la donna. Questo innesca una serie di atteggiamenti e provvedimenti legislativi e finanziamenti e manifestazioni che, nella migliore delle ipotesi, impediscono la reale soluzione del problema. Nella peggiore ipotesi portano ai gulag.
Quindi qual è la soluzione? Alt, ferma, non chiedeteci, non chiediamoci troppo. Capire che lo scompenso cardiaco non si cura con le sanguisughe è già tanto. Adesso andiamo in cerca della soluzione vera. Tutti insieme. Caso per caso.
L'omicido della donna ottantenne disabile dal parte del convivente novantenne care giver, una volta spogliato della lettura distorcente femminista, cosa ci dice? Che dobbiamo potenziare i servizi agli anziani, seguire meglio queste situazioni di povertà e fragilità
L'omicidio della zia da parte del nipote tossicodipendente, cosa ci dice? Una politica più efficace nella prevenzione e nella cura della tossicodipendenza.
L'omicidio dell'albanese o della tunisina o della nigeriana da parte del partner cosa ci dice? Oh, qui si apre un mondo! L'integrazione, la lotta alla prostituzione, il mondo del lavoro, la lingua ...
Ma non è nostro compito risolvere tutti i mali del mondo. Se noi siamo riusciti a mostrare la menzogna del neologismo "femminicidio" e dell'ideologia folle che lo sottende, abbiamo già fatto tanto.
COSMOS1:
femminicidi 2020 = 0 (zero)
al momento nessuno degli omicidi femminili riportati da femminicidioitalia.info può essere, a rigore, classificato come femminicidio
abbiamo situazioni diverse, ma tutte conducono ad altre problematiche, non alla dialettica uomo - padrone / donna -oppressa
gli stranieri: quando gli stranieri si trasferiscono in Italia dobbiamo ipotizzare una serie di fattori stressanti. La nuova realtà socio-culturale, la difficoltà di orientarsi riguardo ai valori dell'esistenza, la sorpresa per un uomo che magari in patria era un alfa, di venire trattato da beta, l'illusione per la donna di poter accalappiare un italiano benestante e fare il salto della quaglia ...
ma l'aspetto più difficile da affrontare negli omicidi da parte di stranieri è l'esatta collocazione culturale, bisognerebbe conoscere bene il paese di provenienza, le esperienze in Italia, etc
Il Pakistan è il paese islamico più popoloso al mondo, con una crescita preoccupante dell'integralismo, accuse strumentali nei confronti dei cristiani di blasfemia, etc. Fatima Zeeshan è incinta all'8 mese e vive in un residence a Bolzano per lavoratori stagionali. Il marito fa il pizzaiolo.Hanno litigato pesantemente. Il marito rifiuta di parlare e di dare spiegazioni. Non ha preso un avvocato.Di cosa hanno litigato? Di chi era il figlio? Lei voleva tornare in Pakistan?Non abbiamo difficoltà ad ammettere una concezione misogina nella cultura islamica. Ma lo diciamo da profani, perchè comunque è strano che la rinascenza islamica a livello planetario sia guidata dalle donne: nelle università sono le donne le prime a mettere il velo, prima che i loro uomini decidano di iniziare a leggere il corano. Gli uomini seguono dopo. Ad ogni modo, pur ammettendo la complessità della realtà culòturale di cui parliamo, per i nostri metri possiamo accettare che nell'Islam la donna sia sottomessa all'uomo. Va bene. Ma come questo può giustificare l'omicidio di una donna all'8 mese? Non credo che nel corano si porssa trovare qualche asso a giustificazione.
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