Io mi domando come sia possibile presentare nelle homepage di primari siti maschili come una specie di eroe nazionale, chi inneggia alla virtù di queste donne e attribuisce valori positivi al femminismo.
C'è un gruppo di persone che si sostengono reciprocamente su rinomate vetrine, presentando gli altri membri come autori di eccezionali imprese in campo sociale o culturale e addirittura come LA referenza dell'attivismo maschile (prima di "Lui" il nulla e dopo di Lui il Diluvio). Un po' come Rai Tre che recensisce libri scritti da giornalisti di Repubblica: "Oste è buono il vino?"
Vai a vederti questi nomi, sempre gli stessi e scopri che (almeno) due sono apertamente radicali, uno (ma direi due) sono LGBT, un'altra promuove un convegno sul femminicidio e scrive su Repubblica, un altro ritiene gli uomini manipolati dalle donne sin dai tempi di Cana e il nostro glorioso passato quasi una distopia matriarcale, da cui necessariamente prendere le distanze in nome del Progresso.
Una bella compagnia non c'è che dire.
E tutti, senza eccezione seguono la stessa linea su temi cruciali della QM: il divorzio che sfascia il tessuto sociale e rovina le giovani generazioni va benissimo, basta solo un po' di "parità" come se famiglia e figli fossero una torta che si può spartire; l'aborto che ci sta sterminando è un diritto indiscutibile basta che sulla sentenza di morte ci sia anche la firma dell'uomo; gli LGBT sono povere vittime discriminate e dobbiamo appoggiare le loro folli rivendicazioni che stanno mettendo gli uomini fuorilegge.
E' legittimo esprimere la propria opinione e sostenere gente della propria corrente politica, anche se l'ideologia radicale (da sempre femminista) ha arrecato solo immensi danni agli uomini e chi crede di migliorare qualcosa seguendola è solo un illuso.
Solo ci facciano il favore di presentarsi per quello che sono, un sodalizio tra gente della stessa tendenza ideologica, non sostenitori indipedenti su basi neutrali e "plurali".