Autore Topic: Omotransfobia: legge-mordacchia alla libertà di pensiero  (Letto 832 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21251
  • Sesso: Maschio
Omotransfobia: legge-mordacchia alla libertà di pensiero
« il: Marzo 04, 2020, 06:00:20 am »
Se pensi che si nasca maschi e femmine rischi una condanna. I dialoganti alleati degli LGBT cosa ne pensano? Magari che sono contrari a questa legge ma pur sempre favorevoli a matrimoni contro natura?


Distogliamo un momento l’attenzione dal Coronavirus e dai suoi effetti purtroppo devastanti più sul piano dei rapporti sociali e umani che da quelli strettamente sanitari, e indirizziamolo a qualche cosa a nostro parere di molto più pericoloso. E cioè l’attacco che questa maggioranza parlamentare farlocca e abusiva – rispetto a quello che è il sentimento popolare, espresso in nove votazioni a livello europeo e regionale – sta cercando di portare alla libertà di pensiero e di espressione, mascherandolo come una difesa di persone più “deboli” e usando il pretesto di un’emergenza che, come i dati dimostrano non esiste. Anzi. Ma lasciamo la parola su questo a Toni Brandi e Jacopo Coghe, della Onlus ProVita e Famiglia.

Campagna choc, maxi manifesti contro Pdl Omotransfobia

PV&F: “#Restiamoliberi. Se anche tu credi che si nasca maschio e femmina rischi una condanna”

§§§

“Sono iniziate le audizioni in Commissione Giustizia sul Pdl a contrasto dell’omotransfobia. Zan, Bersani, Borghi, Boschi e gli altri firmatari chiedono di proteggere le persone omosessuali o transessuali con l’abbinamento della legge Mancino/Reale che con questo tema non c’entra per nulla. Dove sarebbero stati rintracciati motivi razziali o etnici o religiosi?
Venga rispettato l’art. 21 della nostra Costituzione che tutela la libertà di pensiero, di opinione e di espressione, cardine di una democrazia compiuta” hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia, Onlus organizzatrice del Congresso delle Famiglie di Verona.
“Ma c’è un’altra pregiudiziale di costituzionalità: creare una specifica categoria di persone da tutelare in base al proprio comportamento sessuale costituisce un’infondata violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini” hanno aggiunto i vertici dell’Onlus, secondo cui “non c’è neanche l’allarme sociale. In Italia sono diminuiti i reati d’odio rispetto al 2018, secondo i dati dell’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. L’analisi ha mostrato un calo delle aggressioni fisiche legate all’orientamento sessuale e all’orientamento di genere (da 43 a 29 [dico: 29...])”.
E quindi – hanno concluso Brandi e Coghe – “ci rispondano ora lor signori: a quale necessità risponde una legge cosiddetta contro l’omofobia? Agli interessi di una piccola ma potente comunità definita Lgbt? Qui si tratta di mettere il bavaglio e di togliere la libertà di pensiero alle persone. Legittimo tutelare con la legge penale soggetti deboli e atti di violenza, ma questa scelta normativa non è legittima né adeguata. La vigente normativa in materia di reati contro la persona è assolutamente atta a punire i comportamenti illeciti” hanno concluso Brandi e Coghe.
Accanto a noi, in Svizzera, e’ appena passata la legge anti omofobia. D’ora in poi, l’omofobia (e la transfobia) sara’ punita come il razzismo: questo vuol dire che essere contrario al matrimonio tra due uomini sarebbe equivalente a voler impedire il matrimonio tra un uomo e una donna di colore.
Ovviamente, dimenticano che il colore della pelle e’ irrilevante rispetto alle finalita’ del matrimonio mentre il sesso dei nubendi non lo e’. Poco importa. Le lobby LGBT vogliono le leggi anti omotransfobia proprio per questo: per chiudere la bocca alle opposizioni con la minaccia della galera e per avere la strada spianata per perseguire tutti gli altri obiettivi [sicuro che come attivisti maschili tutto questo non ci riguarda? Che facciamo con la campagna sulla "maschilità tossica" portata avanti dal mondo femminista come LGBT?].
In Svizzera la lobby LGBT l’ha detto chiaramente subito dopo l’approvazione della legge sull’omofobia: “Continueremo la lotta politica per il matrimonio gay” [Un sentito ringraziamento agli attivisti maschili amici della lobby, che si interessano della cosa e che a imitazione le femministe con cui cercano il "dialogo" ci chiamano estremisti e gasatori].
Questo e’ esattamente cio’ che accadra’ anche in Italia se non opponiamo resistenza (vedi sotto l’e-mail di qualche giorno fa): i disegni di legge anti omotransfobia sono studiati in questo momento dalla Commissione Giustizia della Camera.
Il piano [notate i nomi] della Cirinna’, della Boldrini e delle lobby procede in modo spedito: censurare tutti noi difensori del matrimonio tra uomo e donna come se fossimo i razzisti del Ku Klux Klan; sciogliere le associazioni pro famiglia; rieducare coloro che difendono il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.

https://www.marcotosatti.com/2020/03/03/omotransfobia-legge-mordacchia-alla-liberta-di-pensiero/#respond
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21251
  • Sesso: Maschio
Re:Omotransfobia: legge-mordacchia alla libertà di pensiero
« Risposta #1 il: Marzo 06, 2020, 05:10:40 am »
(Su segnalazione dell'utente Johann) Si confronti la lucidità di questo intervento di Roberto De Mattei con le contorte e incomprensibili pressioni di alcuni attivisti maschili in favore di un sostegno presunto "limitato" all'agenda politica LGBT:

Nei Paesi dove è stato imposto, lo pseudo-matrimonio omosessuale è generalmente preceduto da due leggi che lo accompagnano: il riconoscimento dei diritti delle coppie gay e l'introduzione del reato di "omofobia". Non manca, anche tra i Cattolici, chi si illude che, concedendo queste leggi, sia possibile placare le rivendicazioni estreme ed evitare che si giunga al "male maggiore" del cosiddetto matrimonio gay. In realtà, quando si è concesso il male minore, si è già concesso tutto, anche perché, nel caso della legge sull'omofobia, tra questa e lo pseudo-matrimonio gay non è facile stabilire quale sia il male peggiore.
La legge contro l'omofobia e la transfobia , in discussione rappresenta una minaccia all'ordine naturale e alla libertà di  espressione di tutti i cittadini italiani.

L'idea di fondo è quella di punire chiunque si renda colpevole di “discriminazione” in base all'orientamento sessuale.
I concetti di "discriminazione e di orientamento sessuale" sono pero ‘privi di valore giuridico e soprattutto di senso logico.  Discriminare significa trattare una persona in modo meno favorevole di altra  Ma se si guarda bene il principio di discriminazione e’ una delle regole alla base dei rapporti sociali.  La discriminazione in se infatti può essere una scelta buona o cattiva, a seconda delle categorie di riferimento, ad esempio nella partecipazione ai concorsi pubblici o nella selezione per i corpi militari o nelle competizioni sportive, come nella ammissione in un seminario cambiano i criteri di scelta ma  una discriminazione è sempre presente,       anzi in certi ambiti questo approccio sembra talmente normale da essere considerato un “atto dovuto” quindi visto che finora esso ha convissuto naturalmente con il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali della persona  perché improvvisamente non dovrebbe essere piu lecito?  Perché deve essere chiaro    che se discriminazione c’e nei confronti degli omosessuali allora in linea di principio d’ora in avanti per la gioia del mondo forense ogni discrimine  sociale nasconderà’ in se un indizio di reato (aggiungo io)

Altrettanto equivoco è il concetto di "orientamento sessuale", definito dalla legge come l'attrazione nei confronti di una persona dello stesso sesso di quello opposto, o di entrambi i sessi". Questa definizione è talmente ampia e generica da giustificare qualunque scelta che nasca dal desiderio/capriccio del singolo  allo stesso modo per quanto attiene all’identità di “genere" : la percezione che una persona ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile  anche se opposto al proprio sesso biologico  (consuntivo da fare quando? ogni mattina?   aggiungo io) Ma ciò che è più grave è che il legislatore pretende di attribuire a questa libertà di orientamento sessuale la qualifica di "status", cioè di una situazione soggettiva  portatrice di diritti in quanto tale, prescindendo da un qualsiasi riferimento ad un quadro oggettivo di valori.

Se si afferma il valore illimitato della libertà’ negando una legge naturale e morale che ne costituisca un limite, cade con ciò il concetto di trasgressione. Una volta negata la legge naturale e ammesso il principio della assoluta libertà in campo sessuale  la via alla pedofilia all’incesto e a ogni altra “manifestazione” di pratica sessuale e’ praticamente aperta           (leggetevi il pensiero dell’illuminista marchese de sade in merito) cio che oggi è anormale, sarà la normalità’ di domani e viceversa (la “chiusura” della finestra di overton)
Adesso tutto e permesso perché tutto deve scaturire dalla libera scelta dell’uomo   il quale non può essere limitato da norme assolute esterne alla sua volontà  quelle stesse leggi morali guarda caso depositarie della forma piu salvifica di discriminazione che esiste  e cioè la capacita di saper identificare il bene dal male (aggiungo io)   
Se non esiste un ordine morale, assolutamente parlando non esistono crimini, perché la nozione di crimine ha una dimensione morale che viene dissolta dal relativismo fondato sulla assoluta libertà dell'uomo di realizzare i propri desideri.

Nella leggi sull’omofobia come quella in discussione l'assoluto libertinismo viene a coincidere con il massimo totalitarismo  in assenza di una morale e di un diritto oggettivo  la società si riduce infatti ad un luogo di conflitti in cui i diritti del più debole sono sacrificati all'egoismo del più forte. Dalla madre “emancipata”  che si sbarazza disinvoltamente del proprio bambino con l’aborto  a lobby di potere ideologico finanziario e mediatico che grazie al monopolio dei mezzi di influenza sociale e alla loro affinità ideologica riescono ad imporre le volonta di minoranze su maggioranze.   
gli omosessuali non sono cittadini indifesi di fronte alla legge come lo sono invece i “cittadini” in attesa di nascere sterminati con l'aborto,  essi costituiscono un gruppo di potere  una lobby.........lobby che oggi impone a tutti il delitto di omofobia, domani con la stessa prassi magari passera ad eliminare il reato di pedofilia  e poi … tutto....semplicemente perché non c'è piu limite a niente

Il nucleo del totalitarismo non sta nell'Idea di limite e neppure nell’uso della forza ma in quell'uso disordinato della forza che diventa cieca violenza, perché svincolata da riferimenti morali. In una parola, la radice del totalitarismo è il disordine, la confusione tra il bene e il male,  tra ciò che può o non può essere fatto. L'idea dell'esistenza di un ordine assoluto di valori costituisce, al contrario, un oggettivo limite all'arbitrio e alla violenza totalitaria.
Introducendo il reato di omofobia, sì sottrae alla famiglia la protezione di cui essa ha sempre goduto nel corso dei secoli e si trasferisce questa tutela giuridica agli omosessuali, riconosciuti come portatori di diritti in quanto tali. Per ottenere questo obiettivo è necessario un salto logico: il passaggio dai diritti umani ai diritti degli omosessuali. Gli omosessuali, come gli eterosessuali, essendo uomini, godono dei diritti di tutti gli uomini, ma non esistono, propriamente parlando, diritti degli omosessuali, come non esistono astratti diritti legati al sesso [quote rosa] o all'età delle donne o degli uomini. Non esistono infatti diritti dove non esistono doveri. Esistono diritti delle madri, perché esistono innanzitutto i doveri delle madri (e dei padri), ma non esistono diritti delle donne, perché non esistono, né in astratto, né in concreto, doveri legati allo status femminile, e meno che mai a quello omosessuale.
Gli unici diritti possibili si radicano sulla legge naturale e su istituzioni naturali come la famiglia. Pochi se ne rendono conto ma, nel XXI secolo, è iniziata anche in Europa l'età delle persecuzioni contro i difensori dell'ordine naturale.

Quest’ultima parte e fondamentale perché con lo sdoganamento della prassi di concedere status giuridico e legislazione on demand per gli omosessuali  si sarà tracciata la strada sul come fare per ogni opportunistica lobby portatrice di interessi, scommetto che le prossime saranno le femministe che rivendicheranno uno status giuridico specifico al mondo femminile per “rubare” diritti su diritti  e poi?  Magari equiparare il mondo animale e vegetale con quello umano?  E poi?  dare uno statuto giuridico alla terra per giustificare lo sterminio dell'inquinatrice razza umana?  e poi?  …. .sarà la definiva babele di tutto
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.