Autore Topic: La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce  (Letto 2452 volte)

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Offline Vicus

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #15 il: Marzo 02, 2020, 00:04:54 am »
Come mai hanno assunto lo pseudonimo di Barnart e Barnard? C'è un collegamento a personaggi storici?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #16 il: Marzo 02, 2020, 01:22:45 am »
Tutto vero tranne purtroppoL'università è un campus di addestramento al globalismo femminista. Il potere delle donne si esprime innanzitutto con le loro ampie corsie preferenziali che si riflettono ovviamente sul mondo del lavoro, come sull'indottrinamento al pensiero unico inculcato negli atenei.
I fatto che i prof. titolari siano ancora in maggioranza uomini (ma con una rilevante percentuale di assistenti donne), è puramente marginale.
Quanto sopra è stato ribadito di recente da Fusaro su Byoblu e da Jane Jacobs nel suo Dark Age Ahead: entrambi concordano sul fatto che l'università non forma più ma indottrina e seleziona i futuri maggiordomi del Nuovo Ordine Mondiale in base al loro conformismo e docilità all'ideologia del mercato globale.

Ovviamente mi riferivo al fatto che a tutt'oggi i professori sono uomini nella stragrande maggioranza dei casi.
Sicuramente in futuro anche l'università diventerà un feudo femminile.

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #17 il: Marzo 02, 2020, 01:25:15 am »
Forse, caro Frank, il problema non è tanto la stupidità (molti uomini che si comportano da autentici coglioni con le donne sono poi di una furbizia eccelsa con gli altri uomini) e neppure la debolezza (uomini tostissimi con altri uomini sono poi deboli e arrendevoli con le donne) ma bensì si tratta di altro: la VERGOGNA. Aveva già diagnosticato questo fenomeno l'eccellente Rino Della Vecchia cioè Barnart in una magistrale risposta ad una donna che gli diceva che doveva vergognarsi per quello che pensava e diceva. Vale la pena riportarla tutta:
"Dovremmo vergognarci, certo. Ma ecco come sono andate le cose: anni fa, di fronte all'avanzata trionfante del femminismo nessuno dei maschi occidentali, nemmeno quelli della destra tradizionale, provava a fare qualcosa per opporsi. Nessuno si muoveva o abbozzava un tipo di reazione. Cosa frenava gli uomini? Non poteva essere la paura, perchè essa non ha mai impedito agli uomini di combattere per le diverse e disgraziate cause, comprese quelle perse in partenza o intraprendere le imprese più assurde e demenziali, comprese quelle che comportavano la morte sicura. Non poteva essere neppure la consapevolezza di combattere per una causa sbagliata perchè infinite volte gli uomini hanno combattuto volentieri e coraggiosamente per cause errate e deprecabili contro cause legittime e giuste. Si pensi a quanti uomini volontari hanno combattuto perchè i negri rimanessero schiavi arruolandosi in massa nell'esercito sudista confederato o a quanti giovani tedeschi hanno combattuto con entusiasmo (non perchè coscritti) per Hitler anche perchè le camere a gas continuassero a funzionare. Non poteva essere neanche perchè non si capiva dove volesse arrivare il femminismo: ogni uomo capiva che in gioco vi era l'interesse maschile e i diritti maschili. Allora cosa diavolo era? Cosa bloccava e paralizzava la reazione maschile? Se non era la paura, la malafede, l'ingenuità, di cosa si trattava? Quale forza parallizzava gli uomini? Qualcosa doveva ben essere. Rimaneva in campo una sola forza da prendere in considerazione, andando per esclusione. Una sola, in grado di frenare e paralizzare gli uomini rendendoli succubi e docili, come servi obbedienti: la VERGOGNA. Questo perchè se avessero combattuto, questa volta gli uomini non avrebbero combattuto per la Patria, per il Re, per la Tribù, per la Famiglia, per la Fede, per Dio o per il territorio: questa volta avrebbero combattuto solo per se stessi. Di più: se avessero combattuto, questa volta non avrebbero dovuto combattere contro i mostri, contro i draghi, contro gli eserciti invasori. Questa volta l'avversario avrebbe avuto il volto accattivante e seducente delle donne. Di fronte alla prospettiva di combattere la squallida guerra contro le donne, gli uomini, per la prima volta nella storia, hanno allora considerato onorevole la diserzione e la fuga e disonorevole il combattimento. In un certo senso questa reazione è legittima: la guerra contro le donne è la guerra più deprimente e priva di onore che ci possa essere per un uomo, dalla quale non si può ricavare la più piccola particella di gloria. Che questa analisi sia giusta è dimostrata dal fatto che il femminismo fa di tutto per instillare ancora di più il senso di vergogna nell'uomo perchè sa che questo è il modo infallibile per paralizzarlo sempre più. Cosa fa, a questo punto, un uomo consapevole e RISVEGLIATO? Arrivato a questo punto  un uomo di questo genere, rendendosi conto che la VERGOGNA è il suo vero bavaglio e la sua vera catena, con determinazione la recide

Questa è, caro Frank, la condizione morale degli uomini d'oggi, in Occidente. Persino Piero Pelù ne è vittima. Solo chi, come noi, non ha da perdere nulla, nemmeno la notorietà che non ha, tantomeno una carriera o un'invidiabile posizione sociale, può affrancarsi da essa.

Conosco gli scritti di Rino Barnart.
Resta un fatto: vergogna o meno si può sempre tacere.
Opinione personale, eh...

Online Massimo

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #18 il: Marzo 02, 2020, 09:10:45 am »
Conosco gli scritti di Rino Barnart.
Resta un fatto: vergogna o meno si può sempre tacere.
Opinione personale, eh...

Certo che si può sempre tacere. Ma se lo fai, rischi di apparire "indifferente" o "insensibile" alla "piaga" dei "femminicidi". Quindi, a scanso di rogne o minacce alla tua carriera o al "posto" o al "successo" ti conviene unirti al coro del "politicamente corretto". Se non vuoi dei guai.

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #19 il: Marzo 02, 2020, 16:24:58 pm »
Molti cantanti vendono letteralmente l'anima al Diavolo per avere successo, figurarsi se non obbediscono a direttive di propaganda sui femminicidi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #20 il: Marzo 02, 2020, 19:36:52 pm »
Molti cantanti vendono letteralmente l'anima al Diavolo per avere successo, figurarsi se non obbediscono a direttive di propaganda sui femminicidi.

E chi ti dice che non siano la stessa cosa? :lol:

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #21 il: Marzo 02, 2020, 19:41:28 pm »
Certo che si può sempre tacere. Ma se lo fai, rischi di apparire "indifferente" o "insensibile" alla "piaga" dei "femminicidi". Quindi, a scanso di rogne o minacce alla tua carriera o al "posto" o al "successo" ti conviene unirti al coro del "politicamente corretto". Se non vuoi dei guai.

Il fatto è che non ce n'è uno che sa argomentare... proprio perché i suddetti mancano di consapevolezza.
Come ebbi modo di scrivere in passato, non è necessario parlare come me...
Volendo, si può argomentare in maniera più delicata, senza mettersi per forza a novanta gradi di fronte a qualsiasi portatrice di una vagina.
Poi vabbe', so bene che le mie son solo parole al vento.

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Re:La canzone che ogni padre dovrebbe dedicare al proprio figlio che nasce
« Risposta #22 il: Marzo 02, 2020, 20:01:56 pm »
E chi ti dice che non siano la stessa cosa? :lol:
Ma SONO la stessa cosa! :lol: :diablo:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.