1. Divisioni
Quando c'è un nemico comune la cosa peggiore che si possa fare è dividersi. Il movimento maschile soffre strutturalmente di una divisione ideal-politica che prevale quasi sempre. Si manifesta, tra l'altro, con l'attacco contro gli uomini della parte avvrsa, a mezzo di irrisioni, denigrazioni, caricature e condanne. A quella divisione - già grave - se ne aggiungono altre, quelle dettate da una mentalità (di timbro machista) che assegna ai malcapitati la colpa dei danni che subiscono, causati invece dal sistema. Padri separati finiti al macero? Colpa loro. Incel? Sfigati. Uomini denunciati falsamente? Dovevano stare più attenti. Uomini condannati alla gheenna? Che cambino avvocato.
Il principio è questo: se la sono meritata, dovevano pensarci prima, sono problemi da risolvere individualmente, bisognava farsi furbi... A queste se ne aggiungono altre, religiose, etniche o di classe. Ad es. si ricordano spesso i morti sul lavoro, ma non ci si accorge che i denunciati e i condannati per incidenti produttivi e non, e persino naturali, sono solo maschi. Thyssen, ponte Morandi, Rigopiano, deragliamento di Lodi, esplosione di Viareggio, esondazione di Refrontolo e via elencando. Anzi qui si plaude a incriminazioni e condanne, secondo il principio: "Chi è responsabile paghi!" Sì, ma a pagare sono i maschi e solo loro. Si aggiungono poi gli attriti tra partizioni diverse della galassia maschile, anche qui a suon di denigrazioni: MRA, Incel, MGTOW, tradizionalisti e modernisti, gloablisti e sovranisti a ricevere e lanciare anatemi, responsabilità e colpe. Un bel quadro.
2. Imparare dal femminismo
Le femministe non distinguono tra le donne di Dx e quelle di Sx, povere e ricche, atee e credenti, belle e brutte, grasse e magre, giovani e vecchie, single (per qualsiasi motivo) o sposate, con o senza figli, vergini o squillo, vaginali o clitoridee, ardenti o frigide, suore o libertine, cristiane o indù, bianche o nere, cosmopolite o sovraniste e via discorrendo. Persino gli uomini riescono a superare le divisioni quando devono combattere contro un nemico riconosciuto comune, ma non contro il femminismo. Nel CNL c'erano credenti e atei, clericali e anticlericali, liberali e comunisti. Nella lotta contro il vaiolo ci fu un'unione planetaria. Nella OMS ci sono tutti, a prescindere dal sistema politico e dall'ideologia che lo ispira. Idem per l'AIEA. Su quest'altro fronte invece, prevale la divisione, secondo tutte le partizioni pensabili. Bello. E soprattutto utile.
3. Incel & C.
Tutti gli uomini hanno il diritto di sposarsi e di non farlo, di aver figli o di non averli, di corteggiare o di evitarlo senza subire rampogne dagli altri. Abbiamo il diritto di averlo piccolo e malfunzionante come fenomenale e gagliardo. Il diritto all'eiaculazione precoce e a quella ritardata. Il diritto di essere gay o etero, bisex e asex. Incel, MGTOW, single per voto, per scelta, per necessità o senza alcun motivo. Operaio o dirigente, letterato o analfabeta, Vip o barbone, tombeur de femmes o sfigato, senza che un altro ne trovi da ridire e meno ancora da ridere. Non c'è niente da ridere riguardo agli uomini in questo Occidente femminista.
4. Coesistenza pacifica inter nos
La fine delle divisioni e la collaborazione razionale sarebbero sufficienti a garantirci la rinascita? Forse no. Potrebbero però, chissà, costituire il fattore decisivo, la quidditas capace di farci avviare la controffensiva, quel che manca alla frantumazione del blocco avverso. Non lo sappiamo e proprio per questo le divisioni vanno rifiutate e respinte. Scavalcate. Potrebbero essere una cosuccia: quel piccolo, insignificante tasso di umidità che ...rende inservibile la nostra ben fornita santabarbara. Stiamo in campana perché i nostri discendenti potrebbero maledirci: "Contro il vaiolo erano uniti, contro questa pestilenza divisi". Sì, stiamo in campana, perché le donne sono sempre esistite, per fortuna. Il virus femminista no.