(Su segnalazione dell'utente Johann) Si confronti la lucidità di questo intervento di Roberto De Mattei con le contorte e incomprensibili pressioni di alcuni attivisti maschili in favore di un sostegno presunto "limitato" all'agenda politica LGBT:
Nei Paesi dove è stato imposto, lo pseudo-matrimonio omosessuale è generalmente preceduto da due leggi che lo accompagnano: il riconoscimento dei diritti delle coppie gay e l'introduzione del reato di "omofobia". Non manca, anche tra i Cattolici, chi si illude che, concedendo queste leggi, sia possibile placare le rivendicazioni estreme ed evitare che si giunga al "male maggiore" del cosiddetto matrimonio gay. In realtà, quando si è concesso il male minore, si è già concesso tutto, anche perché, nel caso della legge sull'omofobia, tra questa e lo pseudo-matrimonio gay non è facile stabilire quale sia il male peggiore.
La legge contro l'omofobia e la transfobia , in discussione rappresenta una minaccia all'ordine naturale e alla libertà di espressione di tutti i cittadini italiani.
L'idea di fondo è quella di punire chiunque si renda colpevole di “discriminazione” in base all'orientamento sessuale.
I concetti di "discriminazione e di orientamento sessuale" sono pero ‘privi di valore giuridico e soprattutto di senso logico. Discriminare significa trattare una persona in modo meno favorevole di altra Ma se si guarda bene il principio di discriminazione e’ una delle regole alla base dei rapporti sociali. La discriminazione in se infatti può essere una scelta buona o cattiva, a seconda delle categorie di riferimento, ad esempio nella partecipazione ai concorsi pubblici o nella selezione per i corpi militari o nelle competizioni sportive, come nella ammissione in un seminario cambiano i criteri di scelta ma una discriminazione è sempre presente, anzi in certi ambiti questo approccio sembra talmente normale da essere considerato un “atto dovuto” quindi visto che finora esso ha convissuto naturalmente con il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali della persona perché improvvisamente non dovrebbe essere piu lecito? Perché deve essere chiaro che se discriminazione c’e nei confronti degli omosessuali allora in linea di principio d’ora in avanti per la gioia del mondo forense ogni discrimine sociale nasconderà’ in se un indizio di reato (aggiungo io)
Altrettanto equivoco è il concetto di "orientamento sessuale", definito dalla legge come l'attrazione nei confronti di una persona dello stesso sesso di quello opposto, o di entrambi i sessi". Questa definizione è talmente ampia e generica da giustificare qualunque scelta che nasca dal desiderio/capriccio del singolo allo stesso modo per quanto attiene all’identità di “genere" : la percezione che una persona ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile anche se opposto al proprio sesso biologico (consuntivo da fare quando? ogni mattina? aggiungo io) Ma ciò che è più grave è che il legislatore pretende di attribuire a questa libertà di orientamento sessuale la qualifica di "status", cioè di una situazione soggettiva portatrice di diritti in quanto tale, prescindendo da un qualsiasi riferimento ad un quadro oggettivo di valori.
Se si afferma il valore illimitato della libertà’ negando una legge naturale e morale che ne costituisca un limite, cade con ciò il concetto di trasgressione. Una volta negata la legge naturale e ammesso il principio della assoluta libertà in campo sessuale la via alla pedofilia all’incesto e a ogni altra “manifestazione” di pratica sessuale e’ praticamente aperta (leggetevi il pensiero dell’illuminista marchese de sade in merito) cio che oggi è anormale, sarà la normalità’ di domani e viceversa (la “chiusura” della finestra di overton)
Adesso tutto e permesso perché tutto deve scaturire dalla libera scelta dell’uomo il quale non può essere limitato da norme assolute esterne alla sua volontà quelle stesse leggi morali guarda caso depositarie della forma piu salvifica di discriminazione che esiste e cioè la capacita di saper identificare il bene dal male (aggiungo io)
Se non esiste un ordine morale, assolutamente parlando non esistono crimini, perché la nozione di crimine ha una dimensione morale che viene dissolta dal relativismo fondato sulla assoluta libertà dell'uomo di realizzare i propri desideri.
Nella leggi sull’omofobia come quella in discussione l'assoluto libertinismo viene a coincidere con il massimo totalitarismo in assenza di una morale e di un diritto oggettivo la società si riduce infatti ad un luogo di conflitti in cui i diritti del più debole sono sacrificati all'egoismo del più forte. Dalla madre “emancipata” che si sbarazza disinvoltamente del proprio bambino con l’aborto a lobby di potere ideologico finanziario e mediatico che grazie al monopolio dei mezzi di influenza sociale e alla loro affinità ideologica riescono ad imporre le volonta di minoranze su maggioranze.
gli omosessuali non sono cittadini indifesi di fronte alla legge come lo sono invece i “cittadini” in attesa di nascere sterminati con l'aborto, essi costituiscono un gruppo di potere una lobby.........lobby che oggi impone a tutti il delitto di omofobia, domani con la stessa prassi magari passera ad eliminare il reato di pedofilia e poi … tutto....semplicemente perché non c'è piu limite a niente
Il nucleo del totalitarismo non sta nell'Idea di limite e neppure nell’uso della forza ma in quell'uso disordinato della forza che diventa cieca violenza, perché svincolata da riferimenti morali. In una parola, la radice del totalitarismo è il disordine, la confusione tra il bene e il male, tra ciò che può o non può essere fatto. L'idea dell'esistenza di un ordine assoluto di valori costituisce, al contrario, un oggettivo limite all'arbitrio e alla violenza totalitaria.
Introducendo il reato di omofobia, sì sottrae alla famiglia la protezione di cui essa ha sempre goduto nel corso dei secoli e si trasferisce questa tutela giuridica agli omosessuali, riconosciuti come portatori di diritti in quanto tali. Per ottenere questo obiettivo è necessario un salto logico: il passaggio dai diritti umani ai diritti degli omosessuali. Gli omosessuali, come gli eterosessuali, essendo uomini, godono dei diritti di tutti gli uomini, ma non esistono, propriamente parlando, diritti degli omosessuali, come non esistono astratti diritti legati al sesso [quote rosa] o all'età delle donne o degli uomini. Non esistono infatti diritti dove non esistono doveri. Esistono diritti delle madri, perché esistono innanzitutto i doveri delle madri (e dei padri), ma non esistono diritti delle donne, perché non esistono, né in astratto, né in concreto, doveri legati allo status femminile, e meno che mai a quello omosessuale.
Gli unici diritti possibili si radicano sulla legge naturale e su istituzioni naturali come la famiglia. Pochi se ne rendono conto ma, nel XXI secolo, è iniziata anche in Europa l'età delle persecuzioni contro i difensori dell'ordine naturale.
Quest’ultima parte e fondamentale perché con lo sdoganamento della prassi di concedere status giuridico e legislazione on demand per gli omosessuali si sarà tracciata la strada sul come fare per ogni opportunistica lobby portatrice di interessi, scommetto che le prossime saranno le femministe che rivendicheranno uno status giuridico specifico al mondo femminile per “rubare” diritti su diritti e poi? Magari equiparare il mondo animale e vegetale con quello umano? E poi? dare uno statuto giuridico alla terra per giustificare lo sterminio dell'inquinatrice razza umana? e poi? …. .sarà la definiva babele di tutto