Autore Topic: Bergamo e fake: autocarri, finzione cinematografica di propaganda nera?  (Letto 814 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Vicus

  • Moderatore Globale
  • Pietra miliare della QM
  • ******
  • Post: 21255
  • Sesso: Maschio
La fila di autocarri militari che attraversano il centro di Bergamo, a passo d’uomo, fari accesi  – “E’  l’esercito  che porta via le salme per  cremarle in altri crematori”, annuncia un giornalista, con  la voce rotta; asseriscono i giornali e le tv;  e nessuno si chiede:  quanti sono?  Un autocarro per ogni bergamasco morto di  coronavirus?  in ciascuno ce ne sono tanti? non bastava un  camion per tutti? E Bergamo non ha forse un cimitero  per seppellirli?

https://twitter.com/i/status/1240419231415570438

Si tratta di una lugubre finzione cinematografica di propaganda nera, ovviamente fatta apposta per  spargere il terrore. Basterebbe  riflettere  che mai, nelle stragi che hanno punteggiato la nostra storia, s’è mai adottata una simile scenografia militar- apocalittica: né per i morti del Vajont néper Ustica, e nemmeno per le stragi politiche di Bologna e di Piazza della Loggia a Brescia, che si sarebbero prestate meglio  all’esibizione stentorea delle bare.

L’indecente falsificazione giornalistica  pro-terrore è giunta a questo: che ha presentato come di Bergamo la fila di bare del naufragio di lampedusa  dove morirono 360  migranti, nel 2013:

Bergamo? no


Lampedusa 2013


Ma l’effetto, mi dicono, c’è stato.  La gente comune anziana che vive in Italia con la tv accesa tutto il giorno  anche in tempi normali,  oggi che nemmeno può uscire, inoperosa, per ore,  subite l’incessante propaganda. Non si parla che di virus  e di macchine che mancano;  che i medici dovranno fare presto la scelta di chi lasciar morire; non c’è modo di vedere e sentire altro,  non altro che film dell’orrore e di catastrofi:  la tv ha creato un tunnel nero in cui ha attratto i vecchi chiusi in casa, con la paura di morire  di vecchi senza speranza soprannaturale, che è vero terrore, angoscia e disperazione.

Le tv che  dedicano le ore al terrorismo  dettato dal governo, dunque, non porteranno questa informazione.  Ai miei  conoscenti anziani,  angosciati, vorrei somministrare un vaccino anti-giornalismo tv: spegnere. So che non lo seguirebbero,  e rimangono vittime della suggestione psichica diretta contro di loro.

Un amico mi scrive: “Non è strano che le reti televisive continuino a trasmettere film del genere thriller, horror, e soprattutto catastrofisti (fine del mondo eccetera?). Stasera new ho visti due, uno su Rai e uno su Mediaset. Non sarebbero meglio programmi leggeri e film comici per allietare la gente? Non è che si vuole aumentare appositamente ansia, angoscia, turbamento fra  la popolazione? Un altro elemento che porta a pensare a un immenso piano di destabilizzazione – e conseguenti misure  totalitarie”.

Ebbene, è qualcosa che notai, e mi stupì, quando fui inviato in Libano durante la  guerra del 1989. Erano gli ultimi giorni del governo de generale Michel Aoun, assediato nel palazzo Baabda, attaccato dai siriani (allora sostenuti da Washington) e dai “cristiani” ribelli di Geagea;   Beirut era divisa in due  da un linea di trincee e fili spinati, carri armati; ogni fazione, i palestinesi, i drusi, gli sciiti, erano in guerra contro le altre; ognuna aveva armati ed autoblinde.

Ebbene: di notte, la tv che tenevo sempre accesa per aver notizie, trasmetteva film di guerra. Continuamente, solo di guerra, e di una violenza così inaudita, ragionai, che sarebbe stato impossibile proporli, che so, su Rai o Mediaset. In quelle ore Aoun non aveva certo il controllo della tv  di stato. Chi li trasmetteva, e perché?  C’era una regia che produceva film inguardabili apposta per zone di guerra?

https://www.maurizioblondet.it/bergamo-quanti-dei-morti-hanno-avuto-il-vaccino-anti-influenza/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.